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Il Cacciatore: record e polemiche del leggendario film di Michael Cimino

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Uscito in Italia nel 1979, il Cacciatore, fluviale e drammatico racconto degli effetti della guerra del Vietnam su un gruppo di amici, fu un controverso successo premiato con 5 Oscar.

Il Cacciatore: record e polemiche del leggendario film di Michael Cimino

L'8 dicembre 1978 usciva in America il primo film sul Vietnam, diventato rapidamente uno dei classici bellici più amati, controversi e discussi della storia del cinema americano: era Il cacciatore di Michael Cimino, secondo film del regista dopo Una calibro 20 per lo specialista, che raccontava l'amicizia tra un gruppo di operai di origine russa in un'acciaieria della Pennsylvania, alla vigilia della partenza di tre di loro, Mike (Robert de Niro), Nick (Christopher Walken) e Steven (John Savage), per l'inferno del Vietnam, dove Mike tenta inutilmente di proteggere l'amico fraterno Nick (Walken) quando finiscono prigionieri di sadici vietcong. Il clou del film sta nella partita alla roulette russa a cui i due amici sono costretti a giocare dai loro carcerieri. Il trauma segnerà per sempre Nick, mentre Steven perderà l'uso delle gambe. Tra i molti fatti e leggende che accompagnano questo controverso capolavoro, vogliamo ricordare i principali.

5 Oscar e l'ultima interpretazione di un grande attore

Il cacciatore dura più di 3 ore ed è il film di maggior successo del regista italo-americano scomparso nel 2016. Candidato a 9 Oscar, ne vinse 5: miglior film, miglior regia, miglior attore non protagonista al magnifico Christopher Walken, miglior sonoro e miglior montaggio. Per De Niro, già Oscar per Il padrino - parte II, fu la terza nomination, mentre Meryl Streep, che interpreta l'emotiva Linda, amata sia da Mike che da Nick, ebbe per il ruolo la prima candidatura della sua lunga carriera. Fu purtroppo l'ultimo film del suo compagno, il grande attore John Cazale, indimenticabile Fredo del Padrino, che aveva un cancro in fase terminale e girò le sue scene per primo, anche se non poté mai vedere il film finito, visto che morì poco dopo la fine delle riprese, a soli 42 anni. Inizialmente lo Studio provò a licenziarlo a causa ella sua malattia, ma la Streep e Cimino minacciarono di abbandonare il set e De Niro pagò di tasca sua l'assicurazione per l'attore.

Le polemiche politiche

Nonostante il successo di pubblico, in un periodo storico altamente ideologizzato come gli anni Settanta, attorno a Il cacciatore si scatenarono numerose polemiche, essenzialmente per il ritratto dei vietcong e per la roulette russa, di cui non risultavano casi durante la guerra del Vietnam. Il critico Peter Biskind parlò di Cimino come del “nostro primo regista fascista nativo, il nostro Leni Riefenstahl”, mentre Roger Ebert, come al solito, comprese quello che tutti gli altri avevano frainteso: “La roulette russa è il simbolo programmatico del film: tutto quello che si può credere sul gioco, sulla sua violenza deliberatamente causale, su come influisca sulla salute mentale degli uomini costretti a giocarlo, si applica alla guerra in generale. È un simbolo brillante perché, nel contesto di questa storia, rende superflua ogni affermazione ideologica sulla guerra”. Purtroppo, quando Il cacciatore venne annunciato come partecipante al festival di Berlino nel 1979, la delegazione sovietica si indignò per quelli che riteneva ingiustificati insulti ai vietcong e altri rappresentanti degli stati del blocco comunista espressero la loro solidarietà per “l'eroico popolo vietnamita”, abbandonando il festival, nonostante la cancellazione de Il cacciatore dal programma. In Italia il film di Cimino uscì nell'aprile del 1979, e anche qua fu giudicato reazionario.

Il prologo iniziale

Come tutti ricorderanno, Il cacciatore – che termina con un funerale - inizia con un lunghissimo prologo, di 51 minuti, incentrato sulle nozze tra Steven e Angela e sui festeggiamenti per il matrimonio, con una lunga scena di ballo, di cui si ricorda soprattutto “Can't Take My Eyes Off You”, celebre hit del 1967 di Frankie Valli and The 4 Seasons. Il matrimonio fu girato nella storica chiesa ortodossa russa di St. Theodosious nel sobborgo di Tremont a Cleveland, e per girarlo ci vollero cinque giorni. Il prete che officiava le nozze era un vero sacerdote, padre Stephen Kopestonsky. Per la scena del ricevimento e del ballo venne scritturata una gran quantità di comparse, che bevvero veri alcolici. Alle comparse di origine russa (come lo erano nella finzione i protagonisti del film) venne chiesto di portare delle scatole che sarebbero servite per i regali di nozze. Finito di girare, gli scenografi si resero conto che le scatole non erano, come pensavano, vuote, ma pieni di veri regali, con servizi in porcellana e argenteria. Prima di girare questa spettacolare overture, Cimino aveva già sforato il budget concessogli, ed era appena a metà film.

Le scene della roulette russa

Queste sequenze vennero girate con ratti e zanzare, mentre i tre protagonisti erano legati in gabbie di bambù sul fiume Kwai in Thailandia. Se la fauna locale aiutò il realismo dell'ambientazione, più difficile trovare un attore – l'organizzatore del gioco mortale - che fosse in grado di sembrare davvero cattivo: il primo non riusciva a schiaffeggiare De Niro, come richiedeva il copione. Alla fine venne scelto un tailandese che non sopportava gli americani. Fu Robert De Niro a suggerire che Walken venisse colpito a sorpresa da uno dei carcerieri, suscitando una reazione di genuino stupore da parte dell'attore. Nonostante la logistica e la complessità delle scene, furono quelle girate più velocemente e senza intoppi. Quando, tornato a casa, Mike si arrabbia con il personaggio di Cazale, Stanley, e a bruciapelo gli spara con una pistola che aveva un unico proiettile in canna, a quanto raccontava Cimino, De Niro aveva richiesto che all'interno del tamburo ce ne fosse uno vero. Cazale acconsentì ma prima di ogni scena controllava ossessivamente l'arma per essere sicuro che il proiettile vero non fosse il prossimo. Infine, la straziante scena dell'ultimo incontro tra Mike e Nick, forse il momento più alto del film, venne lasciata da Cimino all'improvvisazione degli attori.

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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