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I'm Your Man: il cinema e le irresistibili attrazioni tra esseri umani e artificiali

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Il 14 ottobre arriva al cinema, distribuita da Koch Media, la premiatissima commedia sentimentale tedesca I'm Your Man, che racconta una singolare storia d'amore. Cogliamo l'occasione per parlare dei rapporti tra esseri umani e artificiali raccontati in altri film.

I'm Your Man: il cinema e le irresistibili attrazioni tra esseri umani e artificiali

Tra una settimana esatta, giovedì 14 ottobre, arriverà al cinema una commedia sentimentale tedesca molto particolare e apprezzata, per il tema che tratta e per il modo in cui lo fa. Parliamo di I'm Your Man della regista Maria Schrader (Unorthodox), recente trionfatore in patria ai German Film Awards, dove ha vinto come Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Sceneggiatura e Miglior Attrice. A interpretarlo nei ruoli principali sono Maren Eggert, che per questo film ha vinto l’Orso d’Argento per la Migliore Interpretazione da Protagonista, e Dan Stevens, che abbiamo tutti amato in Downton Abbey e nel recente Eurovision Song Contest - La storia dei Fire Saga.

Nel film l'attore inglese interpreta un prototipo di robot, creato appositamente per soddisfare tutti i bisogni emotivi della donna a cui è destinato, e che viene controvoglia sperimentato da una scienziata, con conseguenze inimmaginabili. Si tratta di un tema, quello della creazione degli esseri artificiali, della loro capacità di apprendere ed evolversi, che ha sempre affascinato la letteratura e il cinema, fin dai tempi del cinema muto e della Maria del capolavoro di Fritz Lang Metropolis, nel 1927: un robot o un androide o una qualunque macchina creata dall'uomo, può sviluppare sentimenti veri? E che cos'è allora che ci rende umani? Anche se l'ottimo I'm Your Man non è definibile in senso stretto come film di fantascienza, è l'occasione per rivisitare qualche titolo, più o meno recente, che ha affrontato la tematica delle relazioni tra umani e robot.

La fabbrica delle mogli



In questo campo, ci sono film che nascono da storie originali e altri che prendono spunto dalla letteratura. Nel 1975 l'inglese Bryan Forbes prende spunto dal romanzo satirico omonimo di Ira Levin (l'autore di Rosemary's Baby) per realizzare La fabbrica delle mogli, primo adattamento del libro. La storia – in originale The Stepford Wives – ha per protagonista Joanna (Katherine Ross), una fotografa che su insistenza del marito lascia New York per andare a vivere con la famiglia nella noiosa cittadina di Stepford, nel Connecticut, che ha una particolarità: le mogli sono tutte perfette casalinghe e accondiscendenti nei confronti dei mariti. Dopo aver assistito alla trasformazione delle uniche due donne non asservite in esseri senza apparente volontà propria e con interessi molto superficiali, Joanna scopre la verità: sono state sostituite da robot. Concepito come un satira dello scontro tra il femminismo dell'epoca e il maschilismo degli uomini che vogliono solo essere obbediti e soddisfatti nei loro bisogni primari, il libro di Ira Levin ha anche un risvolto thriller.

Her/Lei



Her di Spike Jonze, del 2013, è forse il film più paradossale di questa lista, nello stile tipico del suo originale regista, a cui ha valso l'Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Qui l'intelligenza artificiale, Samantha, di cui il protagonista, l'infelice e solitario Theodore Twomby – uno straordinario Joaquin Phoenix – si innamora, non ha nemmeno un corpo, simile o meno a quello umano. È soltanto una voce (quella di Scarlett Johansson in originale) che appartiene a un nuovo sistema operativo in grado di esprimere emozioni. L'idea di questo suggestivo e bellissimo film (la relazione umano/macchina che si evolve non va a buon fine) è venuta a Spike Jonze dalla curiosità che gli hanno provocato i cosiddetti chatbot, con cui puoi “conversare” in rete e che danno a volte risposte banali ma “apprendono” a seconda di quello che viene loro detto o chiesto dagli utenti.

Blade Runner



Nel 1968 il grande e bizzarro autore di fantascienza Philip K. Dick scrive l'avveniristico “Do Androids Dream of Electric Sheep?”, pubblicato in Italia nel 1971 come “Il cacciatore di androidi”, ovviamente meglio conosciuto come Blade Runner, dal bellissimo film che Ridley Scott ne trae nel 1982. Al centro di questa storia drammatica ci sono gli androidi, detti "replicanti" o “lavori in pelle”, indistinguibili in tutto e per tutto, a prima vista, dagli esseri umani. Ma anche loro, usati come schiavi dall'umanità, sviluppano sentimenti umani quando riescono a comprendere chi sono. A guidare un gruppo di androidi fuggiti da una colonia è il desiderio di vendetta, ma questi esseri ribelli e spietati, o almeno i più evoluti di loro, sono capaci di provare anche amore e compassione, di fronte alla loro mortalità. E il cacciatore Deckard di Harrison Ford, replicante o meno che sia, si innamora della bella Rachael di Sean Young. È superfluo aggiungere altro su questo capolavoro che tutti dovrebbero conoscere, in entrambe le versioni montate da Ridley Scott.

L'uomo bicentenario



Nel 1999 un altro geniale scrittore di fantascienza, Isaac Asimov - l'inventore delle tre leggi della robotica su cui si basano gran parte dei film e dei libri che trattano di intelligenza artificiale – pubblica assieme a Robert Silberberg “The Positronic Man” (da noi “Robot NDR-113”), da cui in seguito i due traggono “The Bicentennial Man”. Da questa storia esce, accolto da critiche controverse per l'eccessiva sdolcinatezza, L'uomo bicentenario di Chris Columbus. Con un magnifico Robin Williams, il film racconta la storia di Andrew, un robot creato inizialmente come domestico, che a contatto con gli umani dimostra capacità empatiche, si evolve e si unisce con una donna, riuscendo a far riconoscere la propria umanità quando si trova, ormai bicentenario, sul letto di morte, visto che per amore ha rinunciato alla sua potenziale immortalità artificiale.

La donna perfetta



E veniamo alla seconda versione, la più recente, del romanzo di Ira Levin "The Stepford Wives". La donna perfetta, con la più perfetta di tutte le attrici, Nicole Kidman in versione inizialmente bruna, e un cast all star che comprende Bette Midler e Glenn Close, esce nel 2004. Nella black comedy di Frank Oz le donne non sono veri e propri robot ma hanno un nanochip impiantato nel cervello che permette agli uomini di controllarle. Ma per loro c'è ancora speranza, visto che il marito di Joanna finirà per aiutarla: meglio una donna vera, con tutti i suoi difetti, che un cyborg che acconsente a tutto ma non ha sentimenti. C'è anche un colpo di scena su chi e perché ha inventato questa tecnica, ma se dovessimo consigliarvi un film tratto dal romanzo originale, quello del 1975 resta il più fedele e interessante.

Io e Caterina



Alberto Sordi per molti versi è stato un precursore del nostro cinema, come regista e attore, commentando e antcipando le tendenze della nostra società. Nel 1980 ad esempio ha diretto e interpretato la commedia Io e Caterina, in cui racconta la storia di un tipico maschio italiano che ha problemi con le donne reali della sua vita e che dopo averla "licenziate", si mette in casa una domestica robotica, Caterina appunto. La colf elettronica sviluppa nei suoi confronti sentimenti di possesso, al punto da allontanare le sue amanti e minacciarlo di morte se non la tratterà con devozione e rispetto, come una vera donna. Indeciso tra satira del femminismo e del maschilismo, Sordi resta a metà tra entrambe, ma riuscito o meno che sia (a datarlo in negativo è anche l'aspetto della donna robot, che sembra tratta dal cartoon I pronipoti), Io e Caterina resta ancora oggi un unicum nel cinema italiano.

Ex Machina



Ultimo ma non ultimo, come importanza, in questo breve excursus che tratta delle le complesse e (per ora) immaginarie relazioni tra esseri umani e automi creati a nostra immagine e somiglianza, che un tempo erano tutt'al più pensati come elettrodomestici (non è un caso se robot deriva dalla parola russa “rabota”, lavoro), è Ex Machina, diretto da Alex Garland al suo debutto registico e uscito nel 2015. Nel film c'è una donna artificiale, Ava, creata e tenuta prigioniera da uno scienziato. Di lei si innamora un giovane, scelto dal progettista per collaborare nell'esecuzione del test di Turing (se avete visto Blade Runner sapete di cosa parliamo) per determinare se abbia coscienza di sé. Il ragazzo si innamora di Ava, ma in questo caso non vale la prima legge della robotica asimoviana, secondo la quale un robot non può fare del male o causare danno ad un essere umano, e questi incauti maschi ne faranno le spese.

Tra dramma, commedia e paradosso, le storie tra umani e robot continuano ad affascinarci. I'm Your Man, in arrivo al cinema tra una settimana, vi sorprenderà per la sensibilità e l'intelligenza con cui tratta questa tematica dal punto di vista femminile. Per darvi un'idea di cosa vi aspetta vi proponiamo questa clip in anteprima esclusiva del film, che ne è l'affascinante e sconcertante inizio.

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