Hey Joe, James Franco alla Festa di Roma: "Non conoscevo l'italiano, ma la barriera linguistica era una metafora perfetta"
James Franco è alla Festa del Cinema di Roma per presentare Hey Joe di Claudio Giovannesi, interpretato con Francesco Di Napoli e Giulia Ercolini. Storia di un soldato americano che negli anni Settanta torna a Napoli per conoscere il figlio avuto lì durante la II Guerra Mondiale.
Sarà al cinema dal 28 novembre distribuito da Vision Hey Joe di Claudio Giovannesi, dove James Franco interpreta un ex soldato americano, che negli anni Settanta torna a Napoli per conoscere il figlio (Francesco Di Napoli) che ha concepito durante la II Guerra Mondiale. Franco e il cast, insieme al regista e agli sceneggiatori Massimo Gaudioso e Maurizio Braucci, hanno partecipato alla conferenza stampa durante la Festa del Cinema di Roma. Ecco cosa ci hanno raccontato.
James Franco in Hey Joe: "Qualcuno pensa che non è mai troppo tardi, altri vedono le opportunità"
James Franco pensa che lo stile di Claudio Giovannesi in Hey Joe si possa definire "neo-neorealismo italiano": non era abituato a girare lunghi piani sequenza, solo da due angolazioni, tutte che ruotavano intorno al suo personaggio, Dean. Gli ha ricordato il lavoro con Danny Boyle per 127 ore, i lunghi ciak favoriscono un'immedesimazione totale: "Vivi nel mondo del film, non fai più finta di essere stanco, lo sei davvero". Ma la sfida era anche recitare in italiano, una lingua che ignorava del tutto, ma era meglio così: "La barriera linguistica era la metafora perfetta della barriera emotiva, il padre si sforza di parlare col figlio."
Le difficoltà sul set si sono presto stemperate, anche se Francesco Di Napoli ammette la sua "super ansia" all'idea di lavorare con un attore americano, la cui identità Giovannesi non ha voluto rivelargli, se non all'ultimo momento: "Quando l'ho conosciuto ho però visto la sua umanità: alla fine ho scoperto che gli attori hollywooidani non sono poi così diversi da noi!"
Dean si lascia tutto alle spalle, ogni proprietà, per ritrovare il suo passato, cercare suo figlio. James lo capisce? "È uno che ha distrutto la sua vita personale, ha fatto tre guerre, non vuole stare da solo, arriva un miracolo. Nel mondo reale qualcuno potrebbe pensare che è troppo tardi. Ma c'è chi vedrebbe un'opportunità." Un cambio di paradigma può presentarsi a chiunque, è capitato anche a lui: "Da giovane pensavo che il successo sarebbe stato la mia vita, poi ho capito che le cose più importanti che volevo erano crescere, stabilire un legame effettivo con il prossimo. Se avessi perso le cose materiali, sarebbe stato comunque bello mantenere questa sintonia."
Claudio Giovannesi: Hey Joe per raccontare Napoli, città di frontiera, e le conseguenze della guerra
"È la prima volta che faccio un film ambientato in epoche non contemporanee" - spiega Claudio Giovannesi, che firma con Hey Joe il suo sesto lungometraggio. Questo sforzo di messa in scena non poteva essere fine a sé stesso: quale tema connetteva le epoche? "I personaggi sono il risultato della guerra, la incarnano. La guerra la fanno gli uomini, la subiscono le donne e i figli: non mettiamo in scena la guerra, ne mostriamo le conseguenze nella società. Mi attirava questo parallelo tra la relazione privata e la relazione con la grande storia. Il rapporto tra Italia e USA, il vecchio e il nuovo mondo, che non parlano la stessa lingua. Napoli come città di frontiera. Nasce nel 1943 e continua così negli anni Settanta, con l'arrivo delle portaerei."
Per Braucci e Gaudioso in Hey Joe si vede la stessa Napoli raccontata nelle prime canzoni di Pino Daniele, avamposto e terra di frontiera nei '70 come nella II Guerra Mondiale, si ascolti la proverbiale "Tu vuo' fa' l'Americano" di Carosone. E c'era un altro tema portante: "Oggi è il tempo dei padri, ridiscussi e magari demoliti, ripensati. E parliamo di responsabilità, in senso lato: i padri con i figli, i vincitori con i vinti, gli uomini con le donne."
A questo proposito, Giulia Ercolini, interprete della prostituta Angela / Bambi negli anni Settanta, dice: "Non era una libera scelta, il personaggio è innanzitutto una donna non istruita, una madre che cerca di sopravvivere. [...] Mi sono documentata parlando con una signora napoletana ancora viva, faceva la prostituta nei locali. Mi ha spiegato i metodi, mi ha anche trasmesso un senso di rivincita e divertimento nel 'fregare l'americano'."