Harry Potter e il Principe Mezzosangue, il disagio di Daniel Radcliffe ed Emma Watson
Harry Potter e il Principe Mezzosangue è il sesto capitolo della saga, fondamentale nella vicenda ma non ricordato con particolare affetto da Daniel Radcliffe ed Emma Watson. Scopriamone i motivi.
- Harry Potter e il Principe mezzosangue, le ombre: le difficoltà di Daniel ed Emma e un certo astio diffuso
- Harry Potter e il principe mezzosangue, le luci di Bruno Delbonnel
- La conferma di un Albus Silente gay durante la lavorazione
Uscito nel 2009, Harry Potter e il principe mezzosangue è il sesto e penultimo capitolo della saga di J. K. Rowling, nonché il sesto film della sua trasposizione cinematografica: con David Yates di nuovo alla regia, rivedeva in azione i suoi interpreti titolari Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint, insieme a tutto il resto del cast e a qualche obbligatoria new entry. L'identificazione degli attori con i loro personaggi stava però cominciando a stressare le giovani star...
Harry Potter e il Principe mezzosangue, le ombre: le difficoltà di Daniel ed Emma e un certo astio diffuso
Nonostante l'incasso mondiale di 934.500.000 (per un budget di 250), Harry Potter e il principe mezzosangue non è il capitolo che Daniel Radcliffe ama ricordare di più. Cinque anni dopo in un'intervista ammise di trovare la sua performance difficile da guardare e monocorde, giudicandosi "non proprio bravo" a trasmettere quello che stava cercando di fare. Attribuì una buona parte di quel personale fallimento ai problemi con l'alcol che stava attraversando in quel periodo (tanto che Daniel riesce a individuare le scene in cui era mentalmente poco presente per quel motivo). Onde frenare battute cattive, per chi avesse la tentazione di farle: le burrobirre erano in realtà succhi di frutta con schiuma finta.
Nemmeno Emma Watson ricorda piacevolmente la lavorazione di Harry Potter 6, perché cominciò a risentire di essere circondata per la maggior parte del tempo da attori maschi, sentendosi fuori posto, e aveva persino pensato di lasciare il ruolo (anche perché aveva avuto a che fare con uno stalker). Non lo fece, perché al di là di ogni prevedibile considerazione economica, non avrebbe accettato di vedere un'altra attrice nei panni di Hermione e "i pro erano comunque più dei contro."
Di certo non respirò un'aria buona nemmeno la Warner Bros., che prima cercò di offire la regia del film a Terry Gilliam, che rifiutò per ripicca, dopo essere stato scartato come regista anni prima per l'esordio della saga. In seguito lo studio si vide recapitare minacce di morte (!) per la decisione di far slittare l'uscita del lungometraggio dal novembre 2008 all'estate 2009.
A dispetto di queste tribolazioni, J. K. Rowling considerò Harry Potter 6 come il miglior adattamento dei suoi libri fino a quel momento.
Harry Potter e il principe mezzosangue, le luci di Bruno Delbonnel
Harry Potter e il principe mezzosangue ha un posto di rilievo nella serie, perché è l'unico a essere stato nominato all'Oscar per la migliore fotografia, qui affidata a Bruno Delbonnel, candidato altre cinque volte al premio, anche per Il favoloso mondo di Amelie e di recente per il Macbeth di Joel Coen. Il regista David Yates lavorò con Bruno a stretto contatto per ottenere la cupezza che cercava nel racconto, ma forse sulle prime esagerarono: la tavolozza scelta e il buio portarono i dirigenti Warner Bros. a chieder loro di attenuare quest'intenzione, per riportare a galla almeno qualche colore! Delbonnel cercò allora un compromesso, che è quello poi visto nel lungometraggio. Per Yates il look fu ispirato da Rembrandt, e ammise che l'apporto di Delbonnel fu tanto ricco creativamente da aver influenzato anche alcune sue scelte di regia, in inquadrature e ritmo.
La conferma di un Albus Silente gay durante la lavorazione
L'idea che Albus Silente fosse omosessuale non si era mai diffusa, finché non arrivò il momento in cui J. K. Rowling lesse la sceneggiatura che Steve Kloves aveva ricavato dal suo romanzo: in un dialogo Silente citava una ragazza di cui si era innamorato da giovane, e a quel punto J.K. chiese un'opportuna correzione, rivelando che per lei Albus era gay e che il suo unico amore era stato Grindelwald (che avremmo poi conosciuto nella saga di Animali Fantastici). La scrittrice decise di rendere la cosa pubblica durante la promozione del successivo Harry Potter e i Doni della Morte, l'ultimo atto della sua saga che fu poi scorporato in due film, una volta trasposto al cinema. Leggi anche Harry Potter e il Principe Mezzosangue, J. K. Rowling ci parla di Silente, Draco e Ginny