Addio al regista polacco Andrzej Wajda
Il grande cineasta aveva 90 anni ed era atteso in questi giorni alla Festa del cinema di Roma per presentare il suo ultimo film.
In un 2016 che verrà ricordato negli annali come assolutamente infausto per lo showbusiness dobbiamo purtroppo riportare anche la scomparsa del regista polacco Andrzej Wajda, il quale si è spento a Varsavia.
Il suo capolavoro assoluto, che resterà nella storia del cinema è I dannati di Varsavia, sconvolgente e claustrofobico film del 1957 in cui racconta un vero episodio della resistenza polacca all'invasione nazista nel 1944: la fuga di un gruppo di soldati e partigiani attraverso le fogne della città per sfuggire all'accerchiamento nemico. Il film vinse il premio speciale della Giuria al festival di Cannes, ex aequo con un altro capolavoro, Il settimo sigillo di Ingmar Bergman.
Indimenticabili sono anche i suoi film successivi: il drammatico Cenere e diamanti, del 1958, sempre legato alla guerra ma con l'accento sulle differenze e i contrasti di classe, Paesaggio dopo la battaglia (1970), su un gruppo di ex internati in campo di concentramento subito dopo la Liberazione e Il bosco di betulle (1970), ambientato prima della guerra.
Con L'uomo di ferro - racconto del movimento di Solidarność - Wajda vinse nel 1981 la Palma d'Oro al Festival di Cannes, imponendosi definitivamente come una delle voci artistiche più importanti nello schierarsi contro la dittatura sovietica in Polonia e nel resto dell'Est Europa. Autore di un cinema sempre impegnato e asciutto, Wajda ha ottenuto nel 2000 l'Oscar alla carriera. Quattro dei suoi film sono stati invece nominati nella categoria delle opere straniere.
Tra le pellicole del grande autore polacco che vogliamo ricordare c'è anche Danton, datato 1983, con uno straordinario Gérard Depardieu. Per questo lavoro sul rivoluzionario francese il regista vinse un Premio César alla regia.
Wajda, attivo fino all'ultimo, prima di venir stroncato in ospedale da un'insufficienza polmonare, era atteso nei prossimi giorni alla Festa del cinema di Roma dove verrà presentato, a questo punto diventato un tributo postumo, il suo ultimo film, Afterimage (Powidoki). Si tratta di un biopic dedicato al pittore d'avanguardia Władysław Strzemiński, vittima delle persecuzioni del regime comunista perché assertore dell'astrattismo contro il realismo socialista. La storia del film si svolge tra il 1942 e il 1952, nel periodo più difficile per un artista sotto la dittatura.
Tra molti riconoscimenti della sua vita, il Leone d'Oro alla carriera nel 1998 e l'Orso d'oro a Berlino nel 2006. Quello della Festa del cinema di Roma è dunque l'ultimo, tempestivo omaggio a uno dei più grandi maestri del cinema mondiale.