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Addio a Francesco Cinquemani, giornalista, regista e indimenticabile amico di tempi migliori

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Ci ha lasciato all'improvviso Francesco Cinquemani, la cui scomparsa ha sconvolto tutti coloro che avevano avuto a che fare con la sua vulcanica personalità. Un ricordo personale.

Addio a Francesco Cinquemani, giornalista, regista e indimenticabile amico di tempi migliori

Purtroppo ci sono notizie che lasciano annichiliti, quando a morire (troppo presto) è non solo una persona che faceva il lavoro di cui ci occupiamo, ma è stata a lungo, e resterà sempre tale nel cuore, un amico sincero e generoso. Ha sconvolto un po' tutti, giornalisti, registi, operatori culturali e chiunque ci avesse avuto a che fare in una veste o nell'altra, la notizia arrivata stamani 13 dicembre della morte durante la notte (per il ritorno, pare, di una malattia che lo aveva colpito anni fa), di Francesco Cinquemani, oggi forse più noto come regista e sceneggiatore, ma anche giornalista, operatore culturale, editore, anima della festa e molto altro. Capisci quando scompare una persona del genere quanto, in un modo o nell'altro, abbia toccato la vita di molti, che concordano nel dipingere la figura di un uomo buono, generoso e disponibile, sempre pronto a dare una mano, simpatico e all'occorrenza “cazzarone” (è un complimento), gran parlatore e dotato di un'ironia sempre più rara in questo mondo di personaggi tristi e tronfi. Ecco, le persone come Francesco dovrebbero vivere il più a lungo possibile, per continuare a dare al mondo le loro qualità. Noi vogliamo ricordarlo in modo personale, anche perché la frequentazione con lui di chi scrive risale a prima dell'inizio della sua carriera registica, ma anche se ci eravamo persi di vista (lui in giro sui set, non più alle anteprime e agli eventi legati al cinema), il legame resta, perché sono sicura di aver vissuto come molti di noi l'epoca migliore della mia vita negli anni Novanta, grazie anche all'incontro con personaggi vulcanici come lui.

Francesco Cinquemani prima di diventare regista: un ricordo personale

Francesco era un vulcano, infatti, di idee e iniziative: ho collaborato a lungo alle riviste della Magic Press curate da lui, tra cui ricordo soprattutto X-Files e molte altre nate e morte più rapidamente. Grande appassionato di cinema di genere e di fumetti, sapeva essere insistente quando tu titubavi e a lui devo la proposta di lavoro più paradossale mai avuto nella mia carriera, quando mi chiese di dirigere una rivista per adulti. Non nego che ci pensai su, ma alla fine saggiamente declinai. Perché Francesco spaziava, aveva l'animo di un bambino curioso, lo stesso che lo spingeva a trattenerti in chiacchiere anche quando tu volevi solo andare a dormire, ti convinceva ad andare a prendere un cornetto notturno perché aveva tanto da dire, era sempre proiettato in avanti. Per le riviste è stato credo il primo a inventarsi il marketing dei giochi a premi, convincendo le case di distribuzione, in tempi meno avari, a mettere a disposizione gadget bellissimi per i vincitori. Ricordo con quanto orgoglio sfoggiava il cappotto di pelle di Jena Plissken che era uno dei regali di Fuga da Los Angeles e gli stava benissimo. Ma sono decine gli episodi che potrei raccontare di lui prima che coronasse il suo sogno. L'ultima volta che l'ho incontrato, ricordo, è stato sul set di Che strano chiamarsi Federico di Ettore Scola a Cinecittà, dove all'epoca lavorava, nel 2013. Ma ricordo che il suo sogno era stato sempre quello di fare cinema, il cinema di cui era letteralmente imbevuto.

Francesco Cinquemani: i film

Il suo entusiasmo alla fine ha portato Francesco a fare il cinema da sempre sognato: debutta nel 2016, dopo un cortometraggio, con Andròn, cui seguono altri 9 film, tra fantascienza, azione e storie natalizie. L'ultimo, che aveva fatto in tempo a presentare in qualche festival, era un film per bambini, Il magico mondo di Billie, in cui aveva diretto i fratelli Alec e William Baldwin. In Italia poco circolati, questi lavori sono stati visti soprattutto all'estero. Francesco si è potuto togliere la soddisfazione di dirigere attori famosi (tra cui anche premi Oscar!), come Daryl Hannah, Antonio Banderas, John Travolta, Morgan Freeman, Brendan Fraser, Lance Henriksen, Natasha Henstridge, Julian Sands, Tom Arnold... erano capolavori o film memorabili? No, ma nemmeno avevano la pretesa di esserlo. Forse non resteranno nella storia del cinema ma sono comunque la testimonianza di una persona che amava il cinema più di ogni altra cosa e che – come ci hanno testimoniato amici comuni – potevi chiamare anche dopo anni per trovare sempre disponibile e contento di sentirti. Un'ultima nota: Francesco Cinquemani non aveva 46 anni, come riporta internet e come alcuni quotidiani hanno ripreso, ne aveva almeno 10 di più, ma era comunque troppo giovane per salutarci. A differenza di molti, almeno, ha lasciato un segno tangibile della sua esistenza. Concludiamo il nostro ricordo poco ortodosso ma sincero estendendo le nostre condoglianze alla sua famiglia. Noi ricorderemo sempre il suo entusiasmo e la sua contagiosa risata. Fai buon viaggio, Francesco! .

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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