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A Venezia il film sul grande artista satirico Pino Zac I Fiori del male

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Preceduto domani al Festival da un incontro condotto da Nicola Lagioia con i disegnatori de Il Male.


Verrà presentato martedì 8 settembre alla Mostra del Cinema di Venezia (Il Cinema nel giardino) alle ore 21.00, preceduto da un incontro condotto dallo scrittore Nicola Lagioia con il regista e i disegnatori del "Male" e mercoledì 9 settembre alla Sala Casinò alle 14.45 il documentario di Massimo Denaro, I fiori del Male, dedicato al grande artista Pino Zac, il cui nome è stato ingiustamente oggi dimenticato.

Pino Zac è stato regista (tra i suoi film il bellissimo Il cavaliere inesistente, da Italo Calvino), attore (in Vogliamo i colonnelli, presentato in versione restaurata proprio quest'anno a Venezia) e, soprattutto, uno dei più grandi maestri della satira d’Europa. Dagli anni ’60 in poi tutta la Francia lo conosce per essere la penna di punta del “Canard Enchaîné”. Con i suoi corti animati, vince un Leone di San Marco a Venezia ed entra in nomination agli Oscar; nel 1978 dalla sua lezione ha avvio "Il Male" e il rinascimento della satira italiana del dopoguerra.

Artista geniale ma troppo scomodo, sempre contro il potere, muore prematuramente nell 1985. Da trent’anni Pino è un desaparecido, abbandonato, rimosso. Questo è un film sugli uomini liberi che combattono la menzogna autoritaria della ragion di Stato e del buon costume, un film dedicato alla memoria degli Artisti sempre contro.

Ecco la sinossi breve:

Febbraio 1978. Dopo alcuni mesi di fatiche, brindisi e denunce, il giornale satirico “Il Sale” chiude improvvisamente. In trattoria a Campo de’ Fiori, Pino Zac annuncia: «L‘editore mi vuole fare fuori, ma voi dovete restare». Tutta la redazione non ha dubbi: «Il giornale ce lo facciamo noi». Nasce “Il Male”, l’unico giornale a ribaltare l’operazione santificatrice della figura di Aldo Moro operata dai media ufficiali. Pino Zac non è solo il direttore venuto dal “Canard Enchaîné”: è la guida, il talent scout che inaugura una nuova stagione della satira italiana che arriva sino ad oggi. Nato a Trapani, quando può – tra un aereo e l’altro – Pino Zac si rifugia in Abruzzo, sua vera terra adottiva: qui, nel 1985, muore, colpito da infarto a 55 anni. Febbraio 2014. Nella casa-studio di Fontecchio tutto è rimasto come nel 1985, ma sepolto sotto un silenzioso manto di polvere. Perfetta metafora della sua arte colpevolmente dimenticata.

A ricostruire la sua vicenda umana e professionale intervengono nel film Drahomira Biligova (ex moglie di Zac), Jacopo Fo, Vincenzo Gallo (Vincino), Riccardo Mannelli, Vauro Senesi, Vincenzo Sparagna e Walter Zarroli.

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