Venezia 72: l'intervista con Bianca Nappi nel cast di Pecore in erba, commedia sull'antisemitismo
Il film d'esordio di Alberto Caviglia passa in Orizzonti domenica 6.
Attrice di origini pugliesi, Bianca Nappi è nel cast di Pecore in erba che passa oggi in Laguna nella sezione Orizzonti. Il film segna l'esordio alla regia di Alberto Caviglia e con la tecnica narrativa del falso documentario tratta un tema delicato, quello dell'antisemitismo. Dal 2001 Bianca Nappi lavora regolarmente in serie e miniserie televisive, mentre è del 2008 il primo ruolo cinematografico in Un giorno perfetto di Ferzan Özpetek che l'ha richiamata anche per Mine Vaganti e Magnifica presenza. L'attrice è ovviamente al Festival di Venezia e, insieme al resto del cast e al regista di Pecore in erba, sarà presente domenica 6 settembre alla prima del film.
Bianca, chi interpreti in Pecore in erba?
Sono Silvia Zuliani, sorella di Leonardo, intorno alla cui misteriosa scomparsa ruota il film. Il mio personaggio vive un po' fra le nuvole, accetta in maniera totalmente acritica tutte le scelte del fratello, anche quando trascinano la famiglia nella disperazione e nell'indigenza.
Per il suo esordio, il regista ha scelto di affrontare un tema delicato con una chiave di lettura ironica e surreale. In quale modo tu e i tuoi colleghi attori avete contribuito a inserire i vostri personaggi in questo scenario?
Il compito più difficile per noi attori credo sia stato proprio quello di trovare un equilibrio credibile fra surrealtà e naturalezza. Ho avuto modo di confrontarmi molto su questo aspetto fondamentale del film con Alberto Caviglia, che aveva delle idee chiare sullo stile. Credo che il risultato sia all'altezza degli obbiettivi, ma naturalmente il giudizio più importante spetterà al pubblico.
Questo film rende il quartiere di Trastevere un vero e proprio personaggio della storia. Quale rapporto hai con la città di Roma, innegabilmente eterna per storia e bellezza così come per corruzione?
Amo letteralmente Roma e, forse anche perché non sono romana, riesco a vederne il fascino anche lì dove altri magari vedono solo lacune o difetti. Roma è una città talmente trasversale, fascinosa e ricca di contraddizioni e lati oscuri che o la si ama o la si vorrebbe lasciare al più presto. Ai perenni scontenti, ai tanti detrattori di questa città che mi ha adottato e che sicuramente sta attraversando un momento delicato, vorrei dire che oltre a lamentarsi bisogna darsi da fare, quotidianamente e singolarmente, per renderla un posto migliore in cui vivere.
Non capita tutti i giorni a un attore di presentare un film nell'ambito di uno dei maggiori festival cinematografici del mondo. La tensione è più alta sul tappeto rosso di fronte a un centinaio di fotografi cui bisogna essere impeccabili, o in sala durante la prima vera proiezione con un pubblico molto esigente?
Per me, che sono solita girare nel mio quartiere in jeans e scarpe da tennis, sicuramente la parte più stressante è rappresentata dai fotografi e dal tappeto rosso! Ma sto cercando di abituarmi e di dare il meglio, perché mi rendo conto che è una parte del lavoro altrettanto significativa, specialmente per il pubblico. Durante la proiezione mi auguro naturalmente che anche il pubblico più critico resti soddisfatto del film, che però ormai è un prodotto compiuto, finito, per cui, anche se non dovesse piacere, cosa posso fare per cambiare la situazione? Nulla, per cui mi rilasso e cerco di godermi il film anch'io.
Qui sotto una clip in esclusiva di Pecore in erba.