Interviste Cinema

Una donna per la vita: parlano i protagonisti e il neoregista

Spalleggiato dai suoi attori Neri Marcorè, Sabrina Impacciatore e Margareth Madè, il comico e capocomico Maurizio Casagrande ha presentato con orgoglio alla stampa il suo primo film da regista.

Una donna per la vita: parlano i protagonisti e il neoregista

Presenza fissa delle commedie teatrali e cinematografiche di Vincenzo Salemme, Maurizio Casagrande ha aspettato di festeggiare il quarto di secolo dall’inizio della sua carriera di attore per passare dietro la macchina da presa. A spingerlo a fare il grande salto, e a dirigere in sole cinque settimane Una donna per la vita, è stata una vicenda personale: “Il mio film” – ha spiegato – “nasce da una signorina a cui mi accompagnavo diverso tempo fa e che improvvisamente mi lasciò, dopo avermi fatto capire che non era affatto la persona che immaginavo. Per stare con lei, avevo interrotto una relazione con una ragazza forse meno bella e perfetta, e sicuramente più ingombrante, ma di certo più affettuosa e generosa. Sulle prime ho pensato di raccontare proprio la mia disavventura, ma fare un film su un uomo deluso da una donna mi sembrava banale, e così ho messo entrambe le figure femminili nel film, riabilitando la prima fidanzata”.

Storia di un ansioso portiere d’albergo che in seguito a un incidente automobilistico incontra un’algida femme fatale che lo distoglie da una compagna sgraziata e fashion victim, Una donna per la vita ruota anche intorno all’amicizia fra il suddetto concierge e un neurologo con cui condivide la passione per la musica.
A interpretare questo personaggio, che vorrebbe somigliare un po’ a Elvis Costello un po’ a Joe Strummer, è Neri Marcorè, che con Maurizio Casagrande aveva già lavorato: “Maurizio ed io ci siamo conosciuti sul set de La scomparsa di Patò e ci siamo subito piaciuti, così, appena mi è arrivata la sceneggiatura di Una donna per la vita, ho accettato il ruolo senza nemmeno leggerla. Il lavoro è stato facile, perché quello che entrambi abbiamo messo nel film è semplicemente ciò che facciamo nella vita quando ci prendiamo in giro. Al di là delle scene in cui abbiamo improvvisato, mi sono messo completamente nelle mani di Maurizio. Per qualsiasi persona, la prima regia significa imprevisti, cambiamenti, intoppi. Maurizio è riuscito sempre a inventare un piano b, ed è stato bravo a dirigere e contemporaneamente ad essere attore protagonista”.

Alle parole di Marcorè, che in alcune scene abbozza una gustosa cadenza napoletana, Casagrade ha risposto dicendo che dietro a un talento c’è sempre una persona meravigliosa e aggiungendo che di persone meravigliose lui, sul set, ne ha incontrate altre due, e cioè Margareth Madè e Sabrina Impacciatore.
Quest’ultima ha avuto la fortuna di imbattersi in un personaggio che le ha immediatamente trafitto il cuore: “Questa non è una commedia come tutte le altre, è un film profondo, che attraverso le sue figure femminili parla dell’amore romantico, assoluto, un sentimento che mi capita spesso di provare, ma che raramente trova riscontro negli uomini che incontro. La difficoltà del ruolo di Marina era trovare un equilibrio fra questo romanticismo e comportamenti ossessivi ai limiti dello stalking. Esteticamente mi sono ispirata ad Amy Winehouse, un’artista che adoro, anche se Maurizio pensava più ad Alanis Morrisette. Volevo che Marina fosse eccentrica, che invadesse fisicamente lo spazio, con i suoi vestiti e con i suoi capelli, talmente folti che mi sembrava di girare con una termocoperta attaccata alla testa”.

Nessun personaggio realmente esistente o esistito, ha ispirato invece Margareth Madè, che nel percorso di avvicinamento alla donna dei sogni di Casagrande ha tenuto conto delle indicazioni del regista cercando di imparare qualcosa dal personaggio. “Il bello del mio mestiere è che mi posso calare di volta in volta in un personaggio diverso. Se la Mannina di Baaria mi ha insegnato la dedizione e la devozione ai propri cari, la Nadine di Una donna per la vita mi ha fatto capire che in amore ci vuole anche un po’ di razionalità, di freddezza e di mistero. Mi è piaciuto lavorare con Maurizio e fare una commedia. Per me il senso dell’umorismo è importantissimo. Io non ne ho molto, o meglio, ne ho uno particolare, e nel privato amo circondarmi di persone che mi fanno ridere”.

Margareth Madè ha amato anche girare a Napoli, una città di cui Maurizio ha voluto evidenziare quella positività che sempre più spesso viene dimenticata.
A proposito di cose da non dimenticare, della prima esperienza da regista, Maurizio Casagrande ha confessato di aver amato soprattutto il montaggio, come ha raccontato al termine del suo incontro con la stampa, citando un grande maestro del cinema americano: “Una volta lessi una frase di Stanley Kubrick: girare il film è la parte noiosa del montaggio. La trovai un po’ offensiva. Lavorando a Una donna per la vita mi sono dovuto ricredere. Ogni fase del percorso è creativa, perfino quando le riprese sono finite. Anzi, forse di più”.

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