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Una cella in due - interviste al cast del film

Abbiamo incontrato e intervistato Enzo Salvi e Maurizio Battista. I due comici sono protagonisti della commedia carceraria Una cella in due diretta dall'esordiente Nicola Barnaba, in uscita sui nostri schermi il 4 marzo

Una cella in due - interviste al cast del film

Una cella in due - interviste a Enzo Salvi, Maurizio Battista e al regista Nicola Barnaba


Se si vuole riacquistare il buonumore in una giornata umida e uggiosa, basta incontrare ed ascoltare, anche per pochi minuti, Enzo Salvi e Maurizio Battista, che come un duetto comico consolidato si passano la palla agevolmente, trasformando interviste e conferenze stampa in godibili spettacoli di cabaret. I due attori sono i protagonisti della commedia carceraria Una cella in due, che nasce da un'idea e da una sceneggiatura dello stesso Enzo Salvi ed è diretta dall'esordiente Nicola Barnaba. "Non immaginavo certo di cominciare così" - ha confessato il neo-regista. "Questo film mi è capitato un po' per caso, ma ho raccolto la sfida e penso di averla vinta. Per me è stato un esperimento interessante. Fin dall'inizio, con Enzo abbiamo deciso di non fare la classica commedia goliardica, ma di mescolare i generi, tenendo presente la lezione della grande commedia all'italiana con tanti personaggi". E sulla collaborazione con due talenti ingombranti e debordanti come Salvi e Battista, ha continuato: "Avendo sperimentato la commedia solamente in un cortometraggio, mi sono affidato completamente a questi due signori. C'è da dire, che sul set non mancavano le idee. Ce ne venivano a tonnellate. Dovevamo scremare. Lavorare con Enzo e Maurizio, che sono due macchine da guerra, è stato un grande insegnamento. Ho imparato che per fare il regista bisogna saper togliere. Alla fine avevamo ore ed ore di girato. Abbiamo dovuto tagliare, perché una commedia, per funzionare, secondo me non deve durare più di 85, 90 minuti".

"Sarebbe stato facilissimo per noi costruire un intero film sulle gag" - ha detto Enzo Salvi, che nel film ha messo due delle sue grandi passioni, e cioè il suo pastore tedesco (che ha anche tatuato sul braccio) e i il calcio (con qualche cameo di lusso) . "Ma non ci interessava. Volevamo fare un percorso drammaturgico e unire alla commedia per così dire natalizia, o vacanziera, una commedia di situazione, nella speranza di fare un film complesso da rivolgere a un pubblico che potesse andare dal pediatrico al geriatrico. Il tutto senza essere mai volgari".

Alla sua prima vera esperienza davanti alla macchina da presa, dopo un piccolissimo ruolo ne Il figlio più piccolo di Pupi Avati, Maurizio Battista ha rivelato la vera ragione della sua entusiastica partecipazione a Una cella in due. "Ho fatto questo film per non stare a casa. Cinque settimane lontano da mia moglie mi sembravano una benedizione. Questo è un film fatto con il cuore, un film senza budget, sicuramente non un Avatar, ma sono commosso. Io ho un bar. E la terza media. Sono contento, anche se mio figlio, quando mi ha visto nel film, mi ha detto: 'A papà, era necessario mettersi in mutande con quella pancia che c'hai?".

Quanto alla sua recitazione, Battista ha cercato anche lui di lavorare di sottrazione. "Enzo ha ragione: abbiamo cercato di togliere il più possibile. Per il resto, volevamo raccontare una storia carina, senza parlare dei massimi sistemi, senza fare Via col vento. E poi...che bello: un film in cui finalmente non si parla di politica. Io sono uno che non giudica nessuno, per me ognuno fa quello che vuole".

Se nel film Enzo Salvi fa la parte di un avvocato maneggione, Maurizio Battista si cimenta invece nel ruolo di un uomo buono e un po' ingenuo, una specie di Peter Pan che colleziona ancora pupazzi e magliette dei più famosi robot giapponesi. "Il personaggio di Angelo" - ha spiegato Battista - mi ha aiutato a non entrare in crisi sul set. Forse un po’ mi somiglia. E’ una vittima, e io le vittime le conosco bene, perché per anni sono stato vittima di una moglie. Comunque il cinema lo vivo da principiante, anche perché credo che un vero artista lo si possa vedere solo a teatro. A teatro non si bluffa, si deve reggere la scena ogni sera. Insomma...mi sono detto: se il cinema lo fa Scamarcio perché non posso farlo anch'io?".

A sentire i due comici, la lavorazione di Una cella in due è stata gradevole e divertente, con Enzo Salvi che non imponeva il proprio puto di vista e Maurizio Battista che ogni mattina portava i cornetti caldi per tutti. Della famiglia hanno fatto parte anche i calciatori Rosi e Taddei nonché il cantore delle gesta giallorosse Riccardo Angelini detto Galopeira."I calciatori che vedete sono dei miei cari amici" - ha detto Salvi, così come i carcerati". E Maurizio Battista ha concluso: "Sì, ma, fra i calciatori e i carcerati alla fine i più onesti sono i carcerati".


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