Un matrimonio da favola: i fratelli Vanzina presentano la loro nuova commedia corale
"Cene pagate tutti insieme per amalgamarsi è il 'segreto' per far funzionare un gruppo d'attori" dicono gli autori.

Il nuovo film dei fratelli Vanzina esce il 10 aprile in circa 400 sale distribuito da 01. Gli spettatori che sceglieranno di vederlo potranno trovare il rassicurante e tradizionale territorio della coralità di situazioni in cui si scoprono gli altarini tra le coppie. Ma l’ambizione, anche se “piccola” come la definisce il regista Carlo Vanzina, “è quella di raccontare, come hanno già fatto in passato Carlo Verdone e Paolo Genovese, un gruppo di immaturi, di persone che hanno la speranza di aggiustare la loro vita in un secondo tempo”. “Siamo molto soddisfatti”, gli fa eco il fratello Enrico “perché ci è stato detto che sembra una commedia francese e lo prendiamo come un complimento viste le recenti commedie ottime e pulite che stanno facendo in Francia”.
Gli autori hanno presentato Un matrimonio da favola in conferenza stampa al Cinema Adriano di Roma insieme ai loro attori. Tra questi ultimi è Giorgio Pasotti a rompere il ghiaccio spiegando che con il suo personaggio omosessuale “ho tentato di non cadere nella macchietta e nella retorica della chiave comica, provando a dargli una misura di verità”. L’attore interpreta uno degli ex compagni di scuola di Ricky Memphis che ha fatto fortuna, lavora in una banca di Zurigo e sta per sposare con la figlia del banchiere. Di poche parole come sempre, Memphis ha il dono della sintesi che usa con schietta sincerità: “Io sono il cornuto, che altro devo aggiungere?”.
Emilio Solfrizzi, invece, argomenta. “Il mio è il personaggio più meschino e miserabile che mi sia mai stato proposto. Ha fallito i suoi sogni da ragazzo ed è sposato con una donna in carriera che fa l’avvocato divorzista. È un uomo che vive nella menzogna, ma quando gli amici si ritrovano non si sente giudicato. Il gruppo d’infanzia è sopra ogni cosa e questa è una lettura che mi piace”. Mentre sua moglie è interpretata con il solito brio da Paola Minaccioni (assente in conferenza), l’amante ha il volto, il corpo e la vivacità di Ilaria Spada. “Io vivo la tragedia dell’amante che è colpevole non per scelta. Il mio personaggio non crede negli uomini, ma è un personaggio positivo, una ragazza allegra e frizzante”, racconta l’attrice.
Per il personaggio di Max Tortora, “il zio” un po’ ladro e un po’ burino dello sposo, gli autori si sono ispirati ad un aneddoto hitchcockiano raccontato dallo stesso Carlo. “Tanti anni fa Alfred Hitchcock voleva fare un film leggero, comico e chiamò Age e Scarpelli per scrivere la storia. Loro immaginarono un hotel di Beverly Hills che assumeva un direttore italiano e questi invitava tutti i suoi parenti per festeggiare che si rivelavano ladri e svaligiavano l’hotel. Da questo ricordo è nato il personaggio di Max”. Dal canto suo l’attore si dice felice di aver interpretato un disturbatore in una commedia. “ogni tanto ci vuole e fa bene. E poi con Carlo ed Enrico nelle pause del set, ci divertivamo tutto il tempo a fare Alberto Sordi, tanto ci piaceva quest’uomo”.
Andrea Osvárt (la sposa),
Adriano Giannini (l’amico single e sciupafemmine),
Stefania Rocca (ex compagna ferratissima nel calcio giocato e statistico),
Riccardo Rossi (il pesante marito della Rocca)
compongo il resto del cast. I fratelli Vanzina, di fronte a una domanda
riguardo a cosa serva per mettere insieme un gruppo di attori come questo e farlo
funzionare, rispondono serafici “una tecnica costosa: tutte le sere devi portarli a
cena per aiutarli ad amalgamarsi e risultare credibili sul set. Anche se bisogna dire grazie soprattutto al vino bianco”.