Un marito a metà: un'intervista alle due attrici protagoniste Valérie Bonneton e Isabelle Carré
La commedia diretta da Alexandra Leclère, con protagonista maschile Didier Bourdon, arriva nei cinema il 30 agosto.
Sandrine (Valérie Bonneton) non è una donna comune. Dopo 15 anni di matrimonio, e due figli, ha appena scoperto che suo marito Jean ha un'amante (Isabelle Carré). La sua reazione non è tra quelle che potremmo aspettarci da una situazione simile. Sorprendentemente, la donna, non solo decide di conoscere la sua rivale in amore, ma addirittura vuole condividere con lei suo marito, a settimane alterne! Un marito a metà, la commedia diretta da Alexandra Leclère, arriva nei cinema italiani il 30 agosto, distribuita da Officine UBU. Sentiamo intanto cosa hanno da dirci sul film e sui personaggi da loro interpretati le due attrici protagoniste, Valérie Bonneton e Isabelle Carré, subito dopo il trailer italiano del film:
Intervista a Valérie Bonneton:
Come vedi il personaggio di questa donna tradita che interpreti nel film?
Contrariamente a quanto si potrebbe credere, non sono spinta solo dalla voglia di fare ridere al cinema. Amo poter sperimentare cose differenti e trovo ammirevole il modo in cui il mio personaggio evolve nel corso del film. Sandrine non è un blocco unico, ha tante sfaccettature. All'inizio si mostra aspra, inflessibile, fa vedere il suo lato oscuro. Non c'è spazio per la risata perché deve incassare il colpo, metabolizzare e far fronte a un'emozione devastante. Questo contrasto altro non è che la vita reale trasportata nel cinema, e questo è esattamente ciò che cerco nel mio lavoro.
Cosa ne pensi del tema del film?
Credo che sia terribilmente contemporaneo, no? Mi piace pensare a questa coppia che si delinea in modo del tutto nuovo durante lo sviluppo della storia. Credo sia un soggetto audace, e per renderlo al meglio ha dovuto trovare il tono giusto per raccontarlo e fare sì che questa storia, a priori del tutto inverosimile potesse apparire al pubblico credibile una volta sullo schermo.
Pensi che una donna possa realmente accettare di dividere l'uomo che ama con un'altra donna?
Può sembrare stravagante, ma se la posta in gioco è la salvezza di una coppia, perché non farlo? La magia del cinema risiede proprio nel poter realizzare ciò che sembra improbabile nella vita reale. Ciò detto, io faccio parte di quel tipo di persone che credono che tutto sia possibile in questo mondo. Tra l'altro, mi viene in mente parlando con te, che nella mia famiglia si è verificata una situazione simile. Una delle mie zie ha avuto per molti anni una storia alla luce del sole con un uomo sposato e la legittima moglie era consenziente. La vita di coppia è sempre una questione delicata e complessa.
Quale sarà il segreto, se davvero ce n'è uno?
Fregarsene? Ammettere che nonostante tutto l'amore del mondo una coppia altro non è che l'associazione di due solitudini? Tutti noi abbiamo un'amica che ci rivela di essere molto contenta quando il suo compagno deve andare via per qualche giorno e questo le permette di passare un weekend tranquillo, non è forse vero? Lo stesso vale per i figli, Dio solo sa quanto li amiamo, ma dobbiamo ammettere che non c'è niente di male se ogni tanto li spediamo per qualche giorno dalla nonna!
Intervista a Isabelle Carré:
Quale aspetto del progetto di Alexandra Leclère ti ha affascinato di più?
Alexandra è una donna di una complessità notevole, la sua vita è stata un romanzo, caratterizzato da follie e stranezze di ogni genere. Credo che di questo vi sia traccia nei suoi film Les sœurs fâchées e Maman, quelli maggiormente autobiografici. Mi piace molto lo sguardo distaccato che ha nei confronti delle esperienze che ha vissuto e adoro il senso dell’assurdo che caratterizza le sue opere. Sono stata catturata dalla sua energia comunicativa, dal suo modo franco di parlare, ma anche dal suo tagliente umorismo. Credo inoltre che ad accompagnarla ci sia una forma di malinconia meravigliosa. Tutti questi aspetti assieme producono un mix esplosivo.
Cosa hai provato quando hai letto il copione?
Ho notato subito che vi erano delle scene inusuali da recitare e questo ha scatenato un'ulteriore attrazione in me. La sua scrittura è concisa, senza fronzoli, molto simile allo stile di Blier, con battute di spessore. Le piace scrivere di situazioni al limite dell'assurdo, spassose, ma che prendono sempre spunto da situazioni reali. Io non amo particolarmente recitare nelle commedie, ma ho amato molto lavorare a questo film con lei perché abbiamo potuto improvvisare molto.
In Un marito a metà interpreti il ruolo di un'amante piuttosto atipica...
Infatti ciò che mi ha divertito di più è proprio il fatto che il mio personaggio non emerge come l'amante di turno, ma riesce a trovare il modo per girare la situazione a suo favore. Del mio personaggio mi piace il suo essere vitale, sempre pronto a tutto, animato dalla curiosità di sapere se questo espediente amoroso potrà davvero funzionare. Ha voglia di crederci. Credo che il lato romantico di Alexandra Leclère si esprima meravigliosamente in questa situazione.
Secondo te perché le donne accettano di diventare amanti di un uomo sposato?
Non lo so esattamente, non sono mai arrivata a tanto! Da giovane pensavo che fosse una situazione che portava con sé anche degli aspetti positivi, ma poi la frustrazione ha prevalso su tutto assieme alla spiacevole sensazione di venire regolarmente cancellata da una storia che era tenuta insieme da un filo sottile.
Il film si interroga sulla monogamia come modello unico di relazione di coppia?
Non credo esista più un modello familiare unico, ognuno nel film può vederci quello che vuole, è solo una commedia dopo tutto! Senza voler nuocere a nessuno, possiamo ridere di noi stessi, dei nostri sbagli, dei nostri paradossi e divertirci un po'.