Un'estate ai Caraibi - parlano i protagonisti del nuovo cinecocomero
E' stato presentato a Roma Un'estate ai Caraibi, il secondo esperimento "cinecocomero" firmato dalla premiata ditta Fratelli Vanzina. Noi abbiamo incontrato loro ed alcuni dei loro attori.
Un'estate ai Caraibi - parlano i protagonisti
Dopo la creazione del cosiddetto “cinecocomero” lo scorso anno con Un’estate al mare – quasi 6 milioni di euro di incasso -, i fratelli Vanzina tentano di bissare il successo anche quest’estate con Un’estate ai Caraibi, che si appresta ad invadere le sale italiane con ben 600 copie. “Rispetto al precedente è cambiata ovviamente l’ambientazione – esordisce Carlo Vanzina – una magnifica isola dei Carabi, che per noi ha comportato un vantaggio non indifferente: se infatti l’altro era ambientato in Italia ed abbiamo dovuto girarlo quando era praticamente ancora inverno, stavolta invece non solo abbiamo sfruttato i magnifici scenari naturali, ma ci siamo goduti anche la temperatura più confortevole del luogo”.
Il cast è quello collaudato dei più rodati collaboratori dei Vanzina: da Gigi Proietti ad Enrico Brignano, da Carlo Buccirosso a Maurizio Mattioli; in più ci sono le nuove entrate di Martina Stella e dei “veterani” del cinepanettone natalizio Paolo Ruffini e Paolo Conticini. All’attrice abbiamo chiesto come si sta trovando in ruoli più leggeri rispetto al passato: dopo Il seme della discordia di Pappi Corsicato, eccola infatti alle prese con un’altra commedia, stavolta più popolare. “In realtà non ho scelto i ruoli apposta perché erano comici – confida Martina –. Sia nella vita come anche nel lavoro sono una persona del tutto istintiva, e quando Carlo ed Enrico mi hanno offerto la possibilità di lavorare nuovamente con loro (insieme hanno realizzato il film per la TV Piper, ndr) ho accettato immediatamente perché mi ero trovata benissimo sia con il loro metodo di lavoro che con la loro idea di cinema. Mi fa molto piacere essere in un film così popolare che può parlare con gentilezza e leggerezza al grande pubblico”.
Lo stesso entusiasmo per il progetto l’ha esplicitato col suo solito entusiasmo anche Paolo Ruffini: “Figurati, per me lavorare con i Vanzina è stato il coronamento di un sogno! Io sono cresciuto con i vari Vacanze di Natale, Sapore di mare, Eccezzziunale... veramente e via dicendo. Insomma si sa, io sono un grande fan di questo cinema popolare, e potervi essere dentro è un grande privilegio per me. La gente mi ferma per strada e mi ringrazia perché li facciamo sorridere, ma sono io che dovrei ringraziare loro perché mi premettono, col successo commerciale dei film, di poter continuare a farli!”.
Ad Enrico Vanzina invece chiediamo perché, rispetto al passato, questo Un’estate ai Caraibi sembra strizzare maggiormente l’occhio al loro cinema precedente, con citazioni più o meno esplicite. “Prima di tutto perché è un divertimento, che arriva prima in fase di stesura della sceneggiatura che poi soprattutto durante le riprese. Devo confessare che quando scrivevamo questo film abbiamo avuto il sospetto che tante citazioni al passato significassero che siamo anche noi invecchiati, o peggio che stiamo cominciando a ripeterci; poi però durante la lavorazione erano così azzeccate e divertenti che ogni preoccupazione è passata”. Ma Un’estate ai Caraibi è anche un lungometraggio che racconta del malcostume e del momento di crisi del nostro paese? “Quando si fa e si scrive una commedia è inevitabile essere influenzati da ciò che ti circonda. Spesso lo spunto viene leggendo un giornale, ascoltando i notiziari, lasciandoti ispirare dal periodo in cui vivi. Quello che noi comunque vogliamo continuare a fare è raccontare le nostre storie con ironia e leggerezza, anche quando in sottofondo magari si può notare il momento non felicissimo in cui quelle stesse storie sono state create”.