Tutte lo vogliono: Enrico Brignano protagonista del film e della conferenza stampa
L'attore si è lanciato in monologhi divertenti di fronte ai giornalisti.

I doppi sensi sono i benvenuti, come già suggerisce il titolo. Tutte lo vogliono (al cinema dal 17 settembre in circa 350 sale, distribuito da 01) è diretto da Alessio Maria Federici e interpretato da Enrico Brignano e Vanessa Incontrada. Quest’ultima è nel film una donna, figlia dell’alta borghesia, che fa la food designer di professione e ha un problema: è anorgasmica.
“Il 44% delle donne italiane ha finto un orgasmo almeno una volta nella vita. Questo significa che una buona parte degli uomini italiani è presa per il culo”, spiega il regista in conferenza stampa accanto ai suoi attori. “Ma l’uomo ha le sue responsabilità, è parte del problema che risiede nella coppia, non nella donna, e così abbiamo pensato di affrontarlo da entrambi i punti di vista”.
Enrico Brignano è un sciampista per cani che per un equivoco è scambiato per un professionista del sesso, capace di far tornare a godere come si deve una donna. “Non mi era mai capitato un ruolo di questo tipo. L’imbranato lo so fare, ci aggiungo qualcosa, ne tolgo qualche altra”, racconta l’attore iniziando una escalation di battute. “Sono sempre stato quello simpatico, che teneva banco e faceva ridere tutte, poi le donne mi salutavano e andavano con il bel tenebroso e depresso per assecondare la sindrome da crocerossina. A me restava l’amica improponibile, bassa e grassa, con i baffi, il neo peloso che neanche per una botta e via poteva andar bene, semmai per una botta in testa e basta”.
Tutte lo vogliono inizia con Brignano alla guida di un pulmino in una strada di montagna con uno scimpanzé seduto sul lato del passeggero. È a lui (e dunque a noi spettatori) che l’attore racconta la sua storia in flashback. Nella storia il bel tenebroso è interpretato da Giulio Berruti con cui il personaggio di Vanessa Incontrada ha una storia d’amore potenzialmente perfetta, ma senza l’adeguata soddisfazione sessuale. Secondo Berruti “è una donna che ama ma che non riesce a lasciarsi andare, e quando scopre e accetta la propria vulnerabilità, nell’accettazione dell’altro accetta anche se stessa. E si lascia andare.”
Chi si lascia andare, sul finire dell’incontro stampa è naturalmente Enrico Brignano. Oltre allo scimpanzé e ai cani, nel film l’attore si trova a che fare anche con una serie di animali. “C’era un porcellino vietnamita di 300 kg, annoiato, ma mangiava la pizza bianca come un macchinista, perché i macchinisti magari hanno un cavo in mano e vanno di fretta, quindi mangiano la pizza bianca senza guardarla”. È impossibile riproporre per iscritto la maniera del racconto di Brignano, ma il suo monologo improvvisato vale la pena riportarlo alla lettera. “Lo scimpanzé invece era francese. Già non sono simpaticissimi i francesi, e infatti lui diceva cose come Egalité, Liberté, Fraternité, la Bastiglia, la ghigliottina, la capocciata di Zidane. Io dovevo guidare il pulmino, ricordarmi le battute e lui faceva quello che voleva. A un certo punto se l’è fatta sotto. Una puzza… E io dovevo continuare a recitare, quindi il rapporto con gli animali è stato bellissimo. Ho lavato cani in questo film, con il mio non ci sono mai riuscito. Poi c’è stato quel porcellino in Via Margutta, il figlio di quello grande, che non voleva camminare. Forse gli davano fastidio le buche delle strade di Roma, infatti diceva, ma cos’è sto porcile? Me ne torno in Vietnam. E intanto twittava con Gassman e col Sindaco, che non c’è mai quando serve.