Tartarughe Ninja Fuori dall'ombra: Stephen Amell e Will Arnett ci presentano Casey Jones e Vernon Fenwick
Intervista esclusiva ai due attori protagonisti del film in uscita il 7 luglio prossimo.

Dopo il successo (forse anche inaspettato nelle proporzioni) del primo episodio la saga delle giovani Tartarughe Mutanti che vivono sotto New York e combattono il crimine torna con un secondo capitolo. A presentarcelo a New York sono stati i due attori protagonisti.
Will Arnett è tornato nei panni comici del giornalista televisivo Vernon Fenwick, mentre la nuova entrata è Stephen Amell, amato dai fan televisivi di tutto il mondo perché protagonista del successo di Arrow, qui invece nei panni del detective tutto azione Casey Jones. Ecco cosa ci hanno raccontato proposito di Tartarughe Ninja 2: Fuori dall'ombra, diretto da Dave Green.
Questo secondo film è decisamente migliore del primo: esteticamente più curato nelle scene d'azione, maggior coesione tra commedia, azione ed effetti speciali. Come avete lavorato con il regista Dave Green per trovare il giusto equilibrio tra tutte queste componenti?
W.A. - Tutti abbiamo imparato molto dal primo film. C'erano degli elementi che funzionavano bene e altri in cui forse avremmo potuto lasciar il segno con maggiore incisività. Soprattutto abbiamo capito che il cuore di tutto era la storia di questi fratelli, la connessione tra loro, dovevamo essere sicuri che fosse quella la forza alla base della storia che conduceva la narrazione principale. Le tartarughe Ninja, nonostante tutto il successo che hanno ottenuto, non sono ancora accettate nel mondo reale, e si trovano in difficoltà ad accettare proprio questo. In un certo senso rappresenta anche quanto sia difficile essere un teenager, vivere in un mondo in cui può capitare di sentirti messo ai margini. E per questo si appoggiano l'uno all'altro. Abbiamo capito che dovevamo iniziare a costruire da questo, tutto il resto è venuto di conseguenza, abbiamo quindi potuto aggiungere il divertimento, l'azione, oppure più caratteri che aprissero la storia al mondo, come Casey Jones. Sono arrivati Tyler Perry e Laura Linney, e poi personaggi come Bebop, Rocksteady e Krang. Tutti questi elementi si allacciano alla storia principale, e abbiamo trovato il modo per farli funzionare al meglio.
S.A. - Concordo pienamente con Will, questo film parla tra le altre cose anche di come bisogna reagire quando si è messi ai margini. Ognuno è un po' strano a modo suo, ognuno alla fine deve decidere quale è il proprio ruolo e come inserirsi nella società. Qualche volta non devi essere per forza al centro di tutto, qualche volta puoi vivere anche nelle retrovie, e non c'è niente di sbagliato con questo percorso finché parla a te stesso. Loro avevano il vantaggio di aver fatto il primo episodio, noi siamo arrivati in questo film sapendo il tono che volevano. Questo è un film sulle Tartarughe, devi appoggiarti a tutti gli aspetti che la gente ama di loro, non puoi esserne spaventato. Le aspettative sono alte e le mostri subito all'inizio, quindi devi tuffartici con tutta la forza.
Come si è avvicinato al personaggio di Casey Jones? Si è guardato tutti i cartoni animati?
S.A. - Dopo aver sostenuto il provino quando ho ottenuto la parte avrei potuto infilarmi nel tunnel dei cartoni animati, ma la versione che proponiamo nel film non è il Casey Jones completo, quello con la C maiuscola, è un uomo che cerca di capire dove il suo percorso lo conduce. Cosa dovrebbe fare: rincorrere quello che pensa sia il suo sogno di diventare un detective nella New York City Police Department oppure andare in un'altra direzione? E alla fine alla fine di questo film ancora non sappiamo quale sarà il suo percorso definitivo.
Quindi ci sarà un terzo film con Casey Jones ancora alla ricerca...
S.A. - Chi lo sa?
Cambia il suo approccio al personaggio quando sa, come ad esempio per Arrow, che può sviluppato in cinque, sei, sette stagioni, oppure quando ha solo un film o poche scene per esprimerlo?
Tutto quello che devi sapere è qual è la tua motivazione. Devi capire dove è stato, da dove proviene, e mantenere sempre presente tutto questo nella tua testa. Così ogni reazione, ogni azione che compi, tutto è motivato da qualcosa, e non lo fai solo per farlo. E non ti devi preoccupare di quante scene hai, perché in questo modo le renderai piene.
Qual è stata per voi la scena più divertente da girare in questo film e dall'altro lato quella più impegnativa a livello fisico?
W.A. - E' stata molto divertente la prima scena al Madison Square Garden, abbiamo girato a una vera partita di basket, durante i time out. Era interessante perché dovevamo fare tutto in fretta, avevamo quattro o cinque time out per girare tutto, se ci riesci è esaltante, amo quel tipo di immediatezza, è stato impegnativo ma divertente. Anche alla fine del film quando April e Vernon si confrontano con gli avversari e c'è questo combattimento con Karai, abbiamo dovuto girare tutta quell'attività fisica in uno spazio cortissimo di tempo, fare giravolte ecc. E ho purtroppo scoperto che non sto diventando più giovane...
S.A. - Sì, abbiamo avuto molta azione, ma la scena più divertente da girare è quella in cui Casey incontra April e poi le Tartarughe per la prima volta. E' stata spassosa, una delle prime che abbiamo realizzato, tutti abbiamo cominciato con il piede giusto.