Sul set di Universitari di Federico Moccia: interviste e video backstage
Incontro con Federico Moccia che presenta il cast i temi del suo nuovo film

Al suo quinto lungometraggio, Universitari , Federico Moccia sceglie una storia originale, quella di 6 studenti fuorisede, di diversa estrazione sociale e provenienza regionale, cui una perfida padrona di casa, interpretata da Paola Minaccioni, affitta un'ex clinica in disuso, una villa in cui i giovani vivranno l'ultima esperienza comunitaria della loro vita prima di tuffarsi nel grande ignoto che è il loro futuro.
Moccia ha ospitato la stampa sul set del film, nella giornata romana più piovosa dell'anno, in una villa sulla Boccea “sciupata” per esigenze di scena, quasi al termine delle otto settimane di riprese che il giovane e affiatato cast ha vissuto insieme, come i personaggi che interpreta. Colpisce l'affiatamento dei ragazzi che hanno ricreato nella realtà l'amicizia che lega i loro personaggi, e sul set si respira un bel clima. Giudicheremo il risultato quando il film arriverà nelle sale italiane, distribuito da Medusa, il 28 febbraio 2013.
Primo Reggiani, Brice Martinet, Simone Riccioni, Sara Cardinaletti, Maria Chiara Centorami e Nadir Caselli, sono – con l'eccezione del primo – gli emozionati attori, quasi o del tutto esordienti, che hanno dato vita alla storia scritta da Moccia assieme a Ilaria Carlino. E' il poliedrico regista, scrittore e autore di serie tv, a fare gli onori di casa e a raccontare il film, partendo dalla scelta del periodo in cui è ambientato: “L'università è quel momento, tra i 20 e i 25 anni, in cui avvengono i più grandi cambiamenti, quando uno si trova emotivamente molto più solo di quanto non si fosse mai sentito. Per me almeno è stato così, quando frequentavo legge”.
Cosa cambia nello scrivere un film non tratto da un libro? “Quando parti da un romanzo hai meno libertà, mi ha motivato la voglia di raccontare una storia originale, perché il libro ognuno, quando lo legge, lo vive a modo suo portandoci le sue esperienze, e quando poi vede il film, che è il risultato dell'unica chiave del regista, lo trova sempre diverso da quello che aveva immaginato. Per me è stato questo il divertimento. E soprattutto mi piaceva l'idea di raccontare una fascia un po' più adulta, con uno sguardo non rivolto alle difficoltà dei precari, perché se ne parla talmente tanto nei tg, che non mi pareva il caso di far pagare il biglietto per far vedere la stessa storia. Mi hanno motivato altre considerazioni”.
Moccia ha parole di lode per tutti i membri del suo giovane cast (i cui genitori sono interpretati tra gli altri da Francesco Troiano, Maurizio Mattioli, Amanda Sandrelli e Barbara De Rossi), e in particolare per Maria Chiara Centorami, finalista a Miss Italia 2010, che si è presentata al provino sfoggiando un perfetto accento casertano e che doveva interpretare il ciclone della casa, la disinibita oca bionda con ambizioni di carriera nel mondo dello spettacolo: “è un personaggio “ferito” in realtà, una delle interpretazioni più difficili da fare, quella di una persona che deve sembrare stupida e che poi nella realtà magari non lo è. Un ruolo che è sempre stato ricoperto da attrici molto brave e importanti che con la leggerezza hanno raccontato un mondo. Lei mi è sembrata avere quella naturalezza che all'inizio mi ha fatto pensare che fosse davvero così, e invece poi ho scoperto che è molto furba e intelligente”.
Il film è introdotto da una voce narrante, di cui Moccia ci dice: “Il personaggio del narratore, quello del regista che va al Centro Sperimentale, ci racconta i momenti di questa storia e conosciamo tutti gli altri attraverso di lui. E' una voce narrante che a un certo punto si mette da parte e lascia parlare le storie. Diciamo che Simone Riccioni, che interpreta Carlo, è la versione bella, più giovane e con più capelli, del sottoscritto”.
Paola Minaccioni presenta così il suo personaggio, Amata Cortellacci: “Come gli altri personaggi della storia anch'io parlo un dialetto, “lo stronzese”, mi approfitto di questi ragazzi affittandogli al nero questa ex clinica caduta a pezzi, e ovviamente li odio tutti per la loro bellezza e la loro giovinezza, e perché rappresentano la speranza che io non ho più. Ce l'ho in particolare con Faraz, perché è straniero, e sono fissata con la cronaca nera. Nascondo un oscuro passato. Amata è una cattiva molto divertente, piena di gatti e di manie, naif”.
Oltre a raccontare una classica storia di convivenza tra ragazzi, Universitari contiene all'interno anche una serie di interviste a veri studenti, che, nel film, Carlo utilizza per un documentario. E, Moccia ci rassicura: ci sarà sentimento, commedia, ma anche qualche spunto di riflessione.
“Molti dei componenti di questo gruppo ritroveranno tra di loro un modello di famiglia che gli è mancato. Lo vedremo nelle loro storie e in quelle dei ragazzi che intervistano per un posto nella casa. Tutte queste persone parlano sempre del grande problema, del grande dolore, della grande mancanza e superficialità dei genitori. La nostra società, secondo me, oggi è priva di genitori, del tipo di genitore di una volta, capace di tramandare una tradizione alla quale magari ti ribellavi, ma a cui anni dopo finivi per tornare. Oggi ai ragazzi manca quell'amore di cui tutti abbiamo bisogno. Infatti, anche se nessuno lo ammette e magari si lamenta dicendo “ancora con queste cose smielate!”, la nostra è una società in cerca di amore.