Steve Jobs: Aaron Sorkin, Michael Fassbender e Danny Boyle presentano il loro film a New York
Guarda la conferenza stampa integrale online.

Molti, in queste ore, stanno morendo d'invidia nei confronti di coloro i quali erano a New York e al New York Film Festival, e hanno potuto assistere all'anteprima mondiale di uno dei film più attesi dell'anno: Steve Jobs, il biopic sul patron della Apple diretto da Danny Boyle, interpretato da Michael Fassbender e, soprattutto, scritto da Aaron Sorkin.
Il film, in uscita nelle sale di tutta America, da noi arriverà solo a gennaio, quindi tocca trovare modi per rendere l'attesa, se non sopportabile, perlomeno meno sfiancante. Per ingannare una mezz'oretta, allora, potete vedere la conferenza stampa tenuta nella Grande Mela da Sorkin, Fassbender e soci, nel video che è embeddato qui in fondo alla pagina.
È in inglese, ovviamente, e allora ve ne riassumiamo anche, per comodità, alcuni passi salienti.
Come noto, quello scritto da Sorkin è un film in tre atti, tre momenti della vita di Steve Jobs cui lo sceneggiatore americano è arrivato seguendo idee ben precise su come adattare la biografia di Walter Isaacson che è servita come punto di partenza per l'operazione: “Sono partito dal libro di Walter, ma sapevo di non voler fare un biopic tradizionale, una film dalla struttura “dalla culla alla tomba” con tutte le tappe obbligate nel mezzo. Non sarei stato bravo a farla,” ha spiegato. “A me piacciono gli spazi claustrofobici, i periodi di tempo compressi, con l'orologio che avanza implacabile, mi piace il dietro le quinte. Ho voluto prendere il lavoro di Walter, selezionare alcuni punti di frizione della vita di Steve e drammatizzarli: così siamo arrivati a tre atti, a tre scene girate in tempo reale. Non pensavo che lo studio avrebbe approvato, ma l'hanno fatto.”
Realizzare un film di questo genere, con una mole notevolissima di dialoghi affidata a Fassbender, a Seth Rogen, a Kate Winslet e agli altri protagonisti è stato “spaventoso ma elettrizzante”, per usare le parole dell'attrice britannica, e per arrivare al risultato finale, dove le tre sezioni sono state volute da Boyle molto diverse fra loro dal punto di vista estetico e stilistico, sono state necessarie lunghissime prove, ha raccontato il regista. “Danny ci ha dato il permesso di interpretare quei personaggi a modo nostro,” ha aggiunto la Winslet, “di farli diventare noi stessi prima di andare sul set. Le prove sono state fondamentali, specialmente per il ritmo che il film doveva avere.”
“La chiave di tutto era il contrasto tra l'immagine pubblica di Steve Jobs e quello che c'era dietro,” ha spiegato poi Boyle. “Aaron l'ha individuata perfettamente isolando tre momenti di lancio prodotti, dove era importante quello che è sotto i riflettori ma dove ancora di più era importante era la presenza e l'agire di Steve dietro le quinte: si tratta di una splendida metafora, è qualcosa di shakesperiano. Anche per questa attenzione al retroscena, la somiglianza fisica non era per noi qualcosa di importante.”
“Io non assomiglio per nulla a Steve Jobs, l'ho anche detto a Danny la prima volta che ci siamo incontrato: Christian Bale gli somiglia molto di più,” ha scherzato Michael Fassbender, che ha anche lanciato una frecciata ha chi l'ha preceduto nel ruolo sostenendo che, per prepararsi alla parte, “ho studiato Ashton Kutcher.”
“Non sapevo molto di Steve, non mi interessa molto la tecnologia, anche se la uso,” ha poi detto, più seriamente, l'attore. “La cosa che mi ha impressionato di più è stato incontrare gente che l'ha conosciuto e ci ha lavorato assieme, e vedere quanto grande il segno che ha lasciato nelle loro vite. Sono stato immerso dentro al testa di Steve Jobs per tutto il film, pensando anche a quelle parti della sua vita che nel film non ci sono, come la malattia: ma quando ho finito le riprese mi sono lasciato tutto alle spalle. Dopo un impegno così intenso, è stato quasi liberartorio.”