“Sono innamorato dell’amore, i Beatles e Gesù non possono essersi sbagliati entrambi”: Del Toro a tutto campo a Venezia 74
Il regista presenta fra gli applausi il suo The Shape of Water.

Guillermo Del Toro non è solo un regista, ma anche un mattatore dal fisico accogliente e dalla lingua sincera e tagliente, tanto da suscitare immediata simpatia in tutti. Negli ultimi anni, poi, si è guadagnato lo status di regista del fantastico di culto per eccellenza, una specie di erede di Tim Burton. Il suo nuovo film The Shape of Water, che sarà distribuito prossimamente da 20th Century Fox, è presentato in serata nel concorso Venezia 74, dopo un’accoglienza quasi trionfale nelle proiezioni per la stampa.
In questa fiaba dark ambientata nel 1962, nel pieno dell’escalation nucleare e della guerra di spie fra URSS e USA, Elisa è una giovane muta addetta alle pulizie (Sally Hawkins) in un laboratorio segreto si affeziona a una creatura, un vero mostro della laguna, che si porterà a casa con la complicità della sua migliore amica e collega, scatenando l’indagine sulla sparizione del perfido agente governativo Michael Shannon.
In conferenza stampa Del Toro si è coccolato i suoi protagonisti, Sally Hawkins, Richard Jenkins e Octavia Spencer, con sincero affetto. La sensazione trasmessa è quella di un set pieno di buon umore e di grande affetto nei confronti del regista messicano. “Il fantasy per me è un genere molto politico, ma come prima cosa bisogna scegliere l’amore sulla paura, nella nostra epoca in cui il cinismo è usato in maniera pervasiva e perversa. La dinamica della Bella e la Bestia, presente anche nel mio film, può essere declinata o in maniera puritana o in una maniera perversa sessualmente. Io ho cercato una terza via, in cui la protagonista si masturba e poi si prepara serena la colazione; con sesso, ma non gratuito”.
Ci sono dei riti a cui Del Toro è molto legato, come quello di scrivere un approfondimento per ognuno dei suoi personaggi. “Scrivo delle biografie vere e proprie, molto approfondite e piene di dettagli. Non l’ho fatto solo per la Creatura e per Elisa, per cui ho attinto a una storia che stava scrivendo lei in contemporanea su una donna che diventa pesce. The Shape of Water è come Teorema di Pasolini con un pesce come entità divina. Sally l’ho incontrata nel 2014 alla festa dei Golden Globe, ero ubriaco e non so cosa le ho detto”. La Hawkins conferma con un sorriso infinito. “Confermo, non si capiva. Le cose speciali succedono raramente. Stavo scrivendo di una donna che non si rende conto di essere una sirena, quando il mio agente mi ha chiamato dicendomi che Del Toro stava pensando a me scrivendo di una donna, una specie di sirena. Mi stava cadendo di mano il telefono per questa magica sincronicità”.
Sull’ambientazione particolare, il regista messicano ha detto: “Siamo nel 1962, ma le tematiche sono quelle tipiche di oggi. Un contesto futuristico, pieno di promesse per il futuro, ma anche si razzismo, sessimo; con l’assassinio di Kennedy finisce Camelot, la sua fantasia cristallizzata. Un’epoca bella per alcuni, ma non per tutti. La creatura non ha volutamente nome, rappresenta qualcosa di divino, ma anche divisivo, che ogni personaggio guarda in maniera diversa. Elisa con grande amore, chi gestisce il laboratorio con un’arroganza che impedisce di vedere cosa accade realmente. Se la paura non vince sull’amore è un disastro; in questi giorni è difficile parlare di sentimenti e amore. Beatles e Gesù non possono essersi sbagliati tutti e due, e io sto più con i Beatles”.
Richard Jenkins, salutato con particolare affetto dai giornalisti presenti, non ha mancato di attirarne altro con le sue parole al miele per Del Toro, sottolineano come alla sua età far parte di film del genere sia già un regalo, e provocando un sorriso ironico, ma soprattutto calde lacrime, a Sally Hawkins, chiudendo un suo elogio con le seguenti parole, “vorrei fosse mia figlia”.
“La favola è la maniera migliore per parlare delle idee astratte utilizzando immagini ed emozioni, non parole”, ha ancora dichiarato Guillermo Del Toro. “Un perfetto antidoto a momenti anche drammatici, basti pensare alla drammaticità di molte fiabe, come Hansel e Gretel. The Shape of Water è da innamorato dell’amore e del cinema; lo chiamo il mio film francese”.
Riguardo al tanto atteso progetto di Pinocchio, il regista non si risparmia, come di consueto. “Cerco di finanziarlo da dieci anni, abbiamo già il design e molto altro. Mi complico sempre la vita con film non facili. Quando ho fatto Hellboy nessuno voleva supereroi, per Pacific Rim nessuno voleva i robottoni. Su Pinocchio, lì per lì tutti mi dicevano che erano interessati, ma poi aggiungevo che era una versione antifascista ambientato nell’epoca mussoliniana e cambiavano faccia. Comunque chi ha 35 milioni e vuole fare felice un messicano io sono qui, anche 35 milioni e mezzo se volete farmi davvero felice”.