Interviste Cinema

School of Mafia: l'affiatato cast corale del film racconta la black comedy che non ti aspetti

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Al cinema dal 24 giugno School of Mafia di Alessandro Pondi con un cast corale di affiatati interpreti e caratteristi, osa un'audace commistione di generi e fa centro con un film molto divertente. Nel cast Nino Frassica, Emilio Solfrizzi, Paola Minaccioni, Fabrizio Ferracane, Gianfranco Gallo, Paolo Calabresi e tre giovani emergenti.

School of Mafia: l'affiatato cast corale del film racconta la black comedy che non ti aspetti

Tra le uscite cinematografiche del 24 giugno c’è anche un film particolare e insolito per il cinema italiano, nonché estremamente godibile, che vi consigliamo di non perdere: si intitola School of Mafia ed è l’opera terza di Alessandro Pondi, che per questa sua black comedy dai molti registri - gestiti benissimo, come si conviene a uno cresciuto alla scuola del grande sceneggiatore Luciano Vincenzoni - tra mafia movie, commedia surreale e spaghetti western, ha potuto contare su un cast corale di noti e affermati attori (un inedito e divertentissimo Nino Frassica, Emilio Solfrizzi, Paolo Calabresi, Fabrizio Ferracane, Gianfranco Gallo, Paola Minaccioni e Maurizio Lombardi) che affianca un trio di bravi ed emergenti interpreti che sono i veri protagonisti del film: Guglielmo Poggi, Giuseppe Maggio e Michele Ragno, assieme alla debuttante (al cinema) Giulia Pietrungaro.

La storia inizia a New York, dove la morte del boss (un divertente cammeo di Tony Sperandeo) lascia un vuoto di potere. I capifamiglia rimanenti si riuniscono per parlarne e scoprono di avere tre figli “degenere”: un istruttore di ballo dalla sessualità fluida, un aspirante rockstar e un poliziotto in erba. Da lì la decisione di farla finita con queste cose da mezzi uomini e mandarli a scuola di mafia da don Turi detto u' Appicciaturi, ferocissimo boss siciliano, perché diventino dei “bravi ragazzi”. Alla presentazione alla stampa erano assenti ma giustificati, perché impegnati sul set, Poggi, Calabresi e Giulio Corso, ma gli altri, a iniziare dal feroce capomafia Turi, c'erano tutti, felici di raccontare un’esperienza davvero unica.

Il regista Alessandro Pondi e i suoi grandi amori in School of Mafia

Ravennate, nemmeno cinquantenne, Alessandro Pondi ha già alle spalle un curriculum di sceneggiatore di tutto rispetto, oltre ai due film già diretti, ma si capisce subito che School of Mafia è un progetto davvero speciale, per uno che ha avuto maestri davvero eccezionali.

"Luciano Vincenzoni – dice – mi ha insegnato ad amare la commedia all'italiana, come si vede dai miei primi due film, e mi ha trasmesso l'amore per lo spaghetti western. Questa è una black comedy un po' western, a cui ho cercato di applicare un altro dei suoi insegnamenti, ovvero l'amore per l'immagine e la sintesi nel dialogo. Essendo una commedia giochiamo molto sulla battuta, ma coi miei cosceneggiatori (Paolo Logli, Riccardo Irrera e Mauro Graiani), abbiamo cercato di essere molto asciutti nei dialoghi. È un film in cui ho cercato di mettere tutto quello che amo, aiutato da questo gruppo di attori straordinari: c'è Scola, Sciascia, i Coen, Baz Luhrmann, Carpenter e molto altro".

I padri padrini di School of Mafia

In rappresentanza dei padri sono presenti Emilio Solfrizzi e Fabrizio Ferracane, in uno dei suoi rari ruoli in commedia. Il primo racconta la sua “ispirazione” per il personaggio di Donato Cavallo, boss italo americano: "Intanto fare un film con Alessandro è un grande gioco, vuol dire partecipare a una grande festa. Io sono nato con Scarface e Il Padrino: è stato molto divertente pettinarsi nello stesso modo e mi sono fatto anche un neo perché ricordasse uno dei più grandi interpreti di questi personaggi, Robert De Niro. È stato entusiasmante lavoare insieme agli altri attori, ci siamo impegnati per fare personaggi divertenti che fossero al tempo stesso feroci e credibili”. Per Fabrizio Ferracane, che in genere ricopre ruoli molto più cupi, la sceneggiatura era divertente e gli ha dato dei colori che gli hanno permesso di trasformarsi in una maschera e, anche se non se la sente di nominarlo come ispirazione, fa comunque il nome di Marlon Brando, riferimento imprescindibile per questo genere di film (e attenti alla voce del personaggio di Calabresi, ndr).

Nino Frassica, meraviglioso Turi, inizia con una battuta ma ha molto chiaro un punto fondamentale, quando si parla di Mafia:

“Io mi sono ispirato a me stesso. Sono contento di aver fatto questo film perché una volta ogni tanto qualcuno si ricorda che i mafiosi sono stupidi, fessi e deficienti, oltre che cattivi, perché i cattivi sono affascinanti in fondo e finiscono per influenzare i giovani che sono più fragili e ammirano questo personaggi, visti quasi come eroi. Questa invece è una bella operazione perché una volta tanto i criminali non hanno nessun fascino, sono dei cretini e nessuno vorrebbe essere deficiente come noi. Comunque quando ho letto la sceneggiatura volevo fare il ruolo di Giulia, alla fine siamo rimasti in tre ed ha vinto lei ma sono contento anche di aver fatto Turi".

I figli di School of Mafia

Michele Ragno è il figlio di Paolo Calabresi nel film, Tony Masseria, il ballerino (forse) bisex, che sull'esperienza, facendo riferimento ad alcune divertenti situazioni del film, racconta: “È stato divertentissimo, anche perché quelle in cui eravamo coinvolti erano situazioni comiche per cui bastava lasciarsi andare, farsi inseguire, sotterrare, innaffiare col detersivo... è stata una vera e propria scuola, stare a fianco di questi veterani del cinema, un processo divertente e di crescita”. Gli fa eco Giuseppe Maggio, Nick Di Maggio, l'aspirante musicista che ha una storia d'amore con la bella Rosalia: “Dal nostro punto di vista è un film che racconta anche un'incapacità di comunicare coi genitori, un confronto generazionale importante che è uno dei temi di questa commedia”. Maurizio Lombardi, attore fiorentino dalla straordinaria fisicità e gestualità, è il figlio di Turi, Salvo Svizzero, ed è una sorta di attore feticcio per Pondi, che lo vuole in tutti i suoi film e che ha scritto questo ruolo appositamente per lui: “Un po' come 007, lui mi chiama, mi porta in una caverna e mi dà tutti gli strumenti che mi serviranno per il ruolo. In ogni film ho licenza di uccidere, con tutti gli altri attori del cast”.

La madrina e il fratellastro di School of Mafia

Paola Minaccioni scherza sul fatto che in questa famiglia mafiosa il suo è (quasi) l'unico personaggio femminile. Nel film è Carmela, moglie di Turi e madre di Salvo, donna terribile e passionale che sfoggia una fluente capigliatura: "Questo personaggio, racconta, è nato in più fasi. Volevamo evitare la solita icona/stereotipo di donna di mafia con la crocca, quindi lei ha questi capelli sciolti, selvaggi, vive tra campagna, sole e mare, doveva essere un personaggio estremo, Al primo colpo abbiamo trovato la parrucca e poi mi ha aiutato il suono del dialetto parlermitano. Anche se sono l'unica donna ci tengo a dire che li ho considerati tutti alla pari... È un film ben strutturato, comico e leggero, che parla di identità e affronta temi importanti con leggerezza. Ogni personaggio eredita un ruolo e solo i tre giovani si ribellano". Gianfranco Gallo è Don Masino Mazzarà, che con Turi ha un rapporto di amore/odio nonché di parentela, e racconta di un set allegro, col regista che girava in monopattino. “Il mio ruolo serve a creare la comicità intorno a lui, quindi non potevo essere troppo grottesco. È un film importante per gli attori, con un cast variegato. Io ho fatto spesso il camorrista in serie tv ed è importante (e difficile) far capire che un attore in Italia possa fare più cose, io sto cercando di fare altri ruoli da commedia, oltre che in questo, ho fatto il boss da ridere anche in un altro film che uscirà in futuro”.

Prima di concludere, con una doverosa citazione del regista per le belle musiche originali di Chris Ciampoli (con la voce della moglie Chiara), che spaziano dalla canzone alla Louis Prima all'elettronica, dal tema morriconiano alla canzonetta anni Sessanta, Nino Frassica racconta, da unico vero siciliano del film (ma niente paura, nessun accento stonato e una Sicilia perfetta anche se... pugliese), i suoi incontri giovanili con certi personaggi, non senza aver ribadito il messaggio che ha già comunicato in precedenza: "I mafiosi fanno una vita pessima, vengono ammirati ma fanno una vita orribile, spesso in latitanza, rischiando ogni giorno di essere uccisi. Raccontare la parte negativa dei mafiosi è giusto, come hanno fatto in commedia e molto bene anche registi come Pif e Roberta Torre. Io ricordo che al cinema queste persone entravano gratis, salutavano la cassiera e si accomodavano. Io da ragazzo andavo appresso a loro per non pagare , sempre con la paura di essere scoperto. Da qui si capisce il mio grande amore per il cinema. E sono contento, come si usa dire, ma in questo caso in modo sincero, che finalmente torniamo nelle sale”.

E dal momento che i cinema sono riaperti e dotati di aria condizionata, nonché sicurissimi, quale migliore occasione per tornarci che andarsi a fare quattro risate intelligenti? School of Mafia esce in 220 copie il 24 giugno con 01 Distribution, e vi aspetta!

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