Rosamund Pike parla de L'amore bugiardo - Gone Girl: "Un film che ci chiede come sia possibile arrivare alla Verità"
La protagonista del nuovo film di Fincher.
La prima cosa che viene in mente, guardando Rosamund Pike, è che la sua rigida
compostezza, la sua quasi totale immobilità, fanno il paio con l'impeccabile pettinatura biondo platino,
bloccata nella sua millimetrica perfezione dallo spray che i truccatori hanno appena finito di spruzzarle
mentre le sistemavano il fondotinta.
Ma come le algide bionde hitchcockiane, che nascondevano un cuore bollente, anche l'attrice
inglese non è affatto ingessata o esangue: e se Hitch fosse vivo, oggi, se ne sarebbe di certo
innamorato.
Mentre parla, infatti, la Pike lascia che i suoi occhi vivi, teneri e inquieti,
sempre alla ricerca delle parole giuste e della giusta elaborazione delle idee dentro loro stessi,
tradiscano la dolcezza e la passionalità che il resto dei modi e della postura cercano di dissimulare.
Non stupisce, allora, che David Fincher l'abbia voluta per il difficile ruolo di
Amy Dunne nell'atteso L'amore bugiardo - Gone Girl
, adattamento cinematografico del best seller di Gillian Flynn: di una donna
indecifrabile e misteriosa, dai tanti volti e dalle tante personalità.
"Ho sempre bramato l'opportunità di interpretare un ruolo come questo, di affrontare una sfida
così difficile come attrice," racconta la Pike. "In questo mondo ti accorgi presto di
come la gente ti voglia mettere un'etichetta addosso e categorizzarti, e un ruolo come questo, che ti
permette di essere tante cose assieme, ti libera dalla loro prigionia. E' stata dura, avevo sempre paura
di non essere l'altezza, ma ne è valsa la pena; e David Fincher è davvero un
maestro delle psicologie, e mi ha aiutata tantissimo."
Paradossalmente, ma forse non troppo, l'attrice ha visto le sue iniziali difficoltà trasformarsi gradualmente nei suoi maggiori divertimenti: "Amy è un personaggio camaleontico, capace di adeguarsi alle aspettative e ai desideri di suo marito, come di essere due persone diverse quando parla con due diversi interlocutori a pochi minuti di distanza l'uno dall'altro: e se all'inizio è stato difficile effettuare questi passaggi, una volta acquisita maggiore sicurezza queste trasformazioni sono state la cosa più divertente del mio lavoro."
Ne L'amore bugiardo, la Pike vede una cupa satira sociale sul modo in cui i media manipolano le nostre opinioni e il nostro immaginario, e ritiene che "il fulcro del film sia il momento in cui i personaggi imparano ad usare la manipolazione mediatica a loro uso e consumo." Ma per lei è ovviamente anche "un dramma più intimo, sul matrimonio e sui rapporti di coppia, e di quanto bene ci si possa conoscere realmente l'un l'altra. E i due piani s'intrecciano perfettamente, e si sintetizzano nella domanda 'come possiamo conoscere realmente la Verità?'."
Riconoscendo la natura squisitamente femminile per personaggio di Amy, il cui agire non avrebbe mai potuto essere quello di un uomo, sostiene, la Pike ritiene che L'amore bugiardo sia anche un'interessante possibilità di esplorazione della psicologia femminile, ma non per questo teme le accuse di misoginia rivolte, ad esempio, alla Flynn: "Gillian, che è una femminista, è sempre stupita da questo genere di attacchi, e a ragione: penso che il personaggio di Amy sia un modo molto adulto e molto poco sterotipato di raccontare un personaggio femminile, che rimane lontano dalle facili caratterizzazioni del cinema e permette anche di raccontare e esplorare la rabbia di una donna."
Quando, concludendo il nostro incontro, gli parlo del disagio che il film mette addosso con la sua visione cupa dell'amore e dei rapporti di coppia, e di come questo abbia scatenato in me interrogativi e riflessioni, Rosamund Pike sorride, e ammette che girare L'amore bugiardo ha fatto pensare anche lei su quelle stesse questioni: "Credo che il film rifletta sull'importanza di continuare a impegnarsi e di lavorare costantemente nel rapporto di coppia, sul fatto che sia necessario sforzarsi per tenere vivo l'amore e l'innamoramento, accettando da adulti il fatto che le cose comunque cambiano. Bisogna sempre sforzarsi: io e il mio compagno, ad esempio, cerchiamo sempre di farlo, anche nelle piccole cose, come nell'accompagnarci o nell'andarci a prendere all'aeroporto quando dobbiamo separarci per il lavoro. Piccoli sforzi di questo tipo tengono in vita una storia."
(La versione integrale e video di questa intervista, Coming Soon sul
nostro sito)