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Interviste Cinema

Romeo e Giulietta - La storia di un primo amore

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Incontro con il regista Carlo Carlei, lo sceneggiatore Julian Fellowes e gli interpreti di Romeo and Juliet

Romeo e Giulietta - La storia di un primo amore

Un nuovo adattamento di una tragedia di Shakespeare è sempre un’impresa che mette i brividi. Lo confermano anche gli attori della nuova versione di Romeo and Juliet adattata da Julian Fellowes e diretta dall’italiano Carlo Carlei. In occasione della conferenza stampa di presentazione del film, fuori concorso al Festival di Roma, si è parlato molto anche di tv, visto che Fellowes è l’apprezzato autore di "Downton Abbey" e Damian Lewis, il Signor Capuleti, è nientemeno che l’enigmatico Nicholas Brody di "Homeland". Non arriviamo a dire che hanno rubato la scena a Shakespeare, ma poco ci manca.

Lewis è stato il più gettonato. Carismatico e molto più ironico dei ruoli che ha interpretato, ha ricordato come per lui il film sia stata una scelta ben consapevole. A chi gli chiedeva se sia stata una pausa dalla lavorazione di "Homeland" ha risposto: “è la prima volta che sento definire Shakespeare una pausa per un attore. Il personaggio del capofamiglia Capuleti in realtà mi perseguita fin da quando ero ragazzo e lo vedevo rappresentato. Mi sembrava un ruolo pieno di sfaccettature, appassionato, duro. Naturalmente mi piaceva lavorare a un progetto di Julian Fellowes, che amo, che voleva rendere più comprensibile a un pubblico più ampio questa storia, questo racconto di un primo amore. Poi, per tornare a "Homeland", è molto più divertente girare a Mantova che a Charlotte, Nord Carolina. Ve lo assicuro!”.

Parlando della serie tv che lo ha reso celebre ha sottolineato come ci sia qualcosa di shakespeariano nella sua struttura, ma ancor di più possa essere assimilabile a una tragedia greca moderna o all’immaginario di Dante: “in fondo Brody sembra una persona appena entrata nel nono cerchio dell’Inferno. Credo che la televisione con la sua struttura narrativa stia per molti giovani sostituendo la lettura di romanzi. Riesce a coinvolgerti durante la prima ora e ti lega alle vicende raccontate per molte puntate”. Sul modo in cui intende il mestiere di attore ha detto che ama la commedia: “chiedete a mia moglie. Amo particolarmente interpretare persone che fanno scelte sbagliate cercando di fare la cosa giusta. Trovo siano i personaggi più interessanti”.

Erano presenti all’Auditorium di Roma anche Romeo, alias Douglas Booth, giovanissimo veterano visto nella mini serie BBC "Grandi speranze", oltre a Christian Cooke, visto in "Doctor Who". “Naturalmente intimorisce adattare al cinema Shakespeare” ha poi dichiarato Fellowes, “un viaggio in un mezzo espressivo molto diverso rispetto al teatro. Si tratta, però, di un’operazione di riscrittura che ha una lunga storia. Ogni generazione ha riscritto i suoi lavori. È stato sempre fatto, non è una novità. Volevo scrivere una storia che interessasse, non solo i giovani, ma anche in generale un pubblico più ampio e non accademico, rendendo le vicende più chiare e comprensibili, pur lasciando le grandi frasi, quelle citazioni per cui Romeo e Giulietta è famoso. Nel farlo abbiamo seguito la tradizione e raccontato una gioventù vera, non alla Max Factor”.

Nel corso della giornata abbiamo poi incontrato Carlo Carlei, regista appassionato di questo progetto. Di seguito un estratto video dell’intervista

Il film ha avuto anche la collaborazione produttiva di Rai Cinema, oltre a quella esecutiva di Indiana Production. Ancora non si hanno notizia su una eventuale distribuzione italiana.

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