Interviste Cinema

Richard Gere presenta L'incredibile vita di Norman: "un truffatore e un bugiardo, ma con un cuore d'oro"

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L'attore americano, sempre più legato al cinema indipendente, protagonista del primo film in lingua inglese dell'israeliano Joseph Cedar, dal 28 settembre al cinema.

Richard Gere presenta L'incredibile vita di Norman: "un truffatore e un bugiardo, ma con un cuore d'oro"

Richard Gere esce da un portone di Via delle Quattro Fontane, circondato da un piccolo entourage.
Viene da un photocall e, elegante come sempre, anche in maniche di camicia, cammina tranquillo attraversando quei pochi metri che lo dividono dal cinema romano che porta in nome di quella via. Lì incontrerà i giornalisti per presentare L'incredibile vita di Norman, il film di Joseph Cedar che lo vede nei panni di un bizzarro faccendiere newyorchese che ama aiutare il prossimo prima che sé stesso, e che stringe un particolare rapporto d'amicizia con un politico israeliano che diverrà Primo Ministro e tenterà di portare la pace in Medio Oriente.
Durante quel breve tragitto, Gere passa al fianco a quattro signore spagnole, che stanno facendo turismo per Roma e che rimango letteralmente a bocca aperta realizzando chi hanno appena incrociato su quello stretto marciapiede, e che subito dopo iniziano a squittire dall'emozione.
Non è esattamente la reazione delle persone che Norman Oppenheimer, il personaggio che interpreta e che gli è valso lodi sperticate della critica americana, approccia nel film, che sono quasi invariabilmente seccate dalla sua insistenza e dalla sua invadenza spesso sfacciata e fuori luogo.

"Mi piace molto che, quando presento il film in giro per il mondo, la prima reazione a Norman è sempre quella di un profondo fastidio," sorride Richard Gere. "D'altronde questo tipo di personaggio è ovunque. In ogni ambiente e in ogni cultura ci sono un nucleo centrale di figure che hanno potere e prestigio, e quelli ai margini che cercano disperatamente una porta d'ingresso che non gli sia sbarrata. In questo Norman è universale. Ma a contraddistinguerlo, a renderlo diverso dai tanti disperati e dai tanti traffichini, è che ha un cuore grandissimo. È un truffatore, certo, racconta solo bugie, non sappiamo dove viva, ma è il suo buon cuore a salvarlo, a redimerlo. E se si comporta in un certo modo, è solo perché quella è la sua natura."

D'altronde, sottolinea l'attore americano, Norman e il suo modo di essere sono uno specchio di questo mondo, del mondo in cui viviamo. "Credo che questo sia oramai un mondo transazionale, completamente basato su compromessi e interessi: ogni incontro porta con sé le domande 'cosa mi porterà e come posso trarne vantaggio?'. Perfino il presidente degli Stati Uniti, oggi, è completamente transazionale: e forse un bene è che lo sia, così che ci metta di fronte a uno specchio mostrandoci il nostro opportunismo, "dice. "E anche Norman è così, ma ha un cuore d'oro, e si spende gli altri, cerca davvero di non deludere e aiutare, vorrebbe rendere le persone felici. Anche se, certo, in quella felicità lui sarebbe incluso, perché così facendo ci sarà sempre un posto a tavola anche per lui."

Per interpretare il personaggio, dotato di una fisicità e di una gestualità tutta particolare, Gere ha attinto ai suoi ricordi, ai tanti anni vissuti a New York: "La fisicità di Norman," spiega, "è tipicamente newyorchese, lui è un tipico ebreo dell'Upper West Side: vivo a New York da quando avevo vent'anni, e di Norman ne ho visti e conosciuti tantissimi: per interpretarlo, mi sono solo dovuto fare da parte, e lasciare spazio ai ricordi che mi hanno portato a muovermi e parlare come quei Norman."
Ma se si parla di possibili nomination all'Oscar, a quegli Academy Awards che fino a oggi l'hanno sempre snobbato, l'attore risponde con grande pragmatismo: "I premi mi interesserebbero solo perché, se li vincessi, sarebbe più facile per me far realizzare tutti questi film indipendenti cui mi sono dedicato e mi continuerà a dedicare."

"A me sembra che stia continuando a fare sempre lo stesso tipo di film di quando ho cominciato," prosegue l'attore, parlando della sua carriera. "Insomma, il mio primo film è stato I giorni del cielo: quei film erano drammi difficili, ambiziosi, con registi interessanti, ma avevano gli Studios dietro. Oggi a fare lo stesso tipo di film sono solo gli indipendenti: questa è la differenza. Li dobbiamo fare con pochi soldi, con 5 o 6 milioni di dollari, e in poco tempo: questo lo abbiamo girato in 30 giorni.  Ma alla fine io penso che il tipo di film sia lo stesso."

Questa però è l'unico tipo di immutabilità prevista dal buddista Richard Gere. Parlando anche di come, in L'incredibile vita di Norman, nelle nostre sale dal prossimo 28 settembre, si parli di ruote che girano e di vite e carriere che vanno in alto e poi scendono in basso, l'attore sottolinea come "niente è costante nelle nostre vite. Perfino nell'arco della stessa giornata le cose cambiano continuamente per ognuno di noi, in meglio e in peggio. Quando pensiamo che una cosa sia permanente, è allora che iniziano i problemi. Se comprendiamo invece che il fluire e il cambiamento sono costanti, che siamo sempre sulla ruota che gira, allora abbiamo una chance per la vera felicità."

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