Interviste Cinema

Pinuccio Lovero. Yes I Can: il becchino più simpatico d'Italia torna al cinema

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Pippo Mezzapesa e Pinuccio Lovero presentano il loro secondo film insieme.

Pinuccio Lovero. Yes I Can: il becchino più simpatico d'Italia torna al cinema

Pinuccio Lovero, il becchino più simpatico d'Italia, fenomeno mediatico onnipresente nella sua breve parentesi di celebrità, ricordata all'inizio di questo film,  torna sullo schermo e riconquista il nostro affetto nel secondo documentario col suo nome nel titolo e che lo vede scendere in campo... santo, candidato alle elezioni comunali di Bitonto, in una lista di SEL, con un programma "a livello cimiteriale".

Diretto ancora dal giovane e bravissimo Pippo Mezzapesa, che gli ha arricchito la pagina Facebook di una mini webseries, Casa Lovero, con partecipazioni famose (addirittura il neo Oscar Paolo Sorrentino), Pinuccio torna in un'avventura che lo vede in privato prossimo alle nozze e in pubblico impegnato in una serissima campagna elettorale in mezzo ai candidati più improbabili. Un documentario imperdibile, divertente, intelligente e illuminante, che arriva nelle nostre sale il 15 maggio distribuito da Microcinema, dopo la presentazione allo scorso Festival di Roma.

La conoscenza tra il regista Pippo Mezzapesa e il becchino, che ha dato vita al primo film girato insieme, Pinuccio Lovero. Sogno di una morte di mezza estate (grande successo 5 anni fa alla Mostra del cinema di Venezia) risale a molto tempo addietro, in occasione di un cortometraggio girato dal giovane regista. Nelle sue parole questa è la genesi di quel primo documentario: "Da quel momento ha cominciato a chiedermi di fare un film insieme. Mi aveva sempre affascinato questo suo sogno di diventare custode del cimitero e quando il maestro della sua banda mi ha detto che ce l'aveva fatta, ma da quando era in servizio era frustrato e depresso perché nel paese (Mariotto) non moriva nessuno, ho trovato che fosse una storia magnifica. Per un attimo ho pensato di costruirci una storia di finzione con un attore, poi mi sono reso conto che era un personaggio bellissimo, reale, in un contesto e con dei personaggi di contorno assolutamente reali e ho pensato di fare invece un documentario su di lui. E così abbiamo passato l'estate nel cimitero di Mariotto ad aspettare con lui il primo defunto, che non è mai arrivato".

A una domanda sulla realtà di quello che succede nel film, Mezzapesa risponde: "è tutto vero. Quando ho saputo da lui che si era candidato mi sono detto che non gli avrei fatto da endorser politico, ma che avrei potuto fare un altro film. Lui si è fatto un po' pregare ma poi l'ho convinto e abbiamo fatto questa folle campagna elettorale insieme. Lui ha avuto questo momento di celebrità che è stato un po' enfatizzato nel paese e ha confidato un po' in questa fama. Diciamo che quella che vedete è una realtà molto enfatizzata ma è tutto reale, il percorso di Pinuccio e tutto il resto sono completamente reali".

Il film è così ben fatto che arriva un'altra domanda sull'esistenza di una sceneggiatura, a cui Mezzapesa risponde "Non c'è sceneggiatura, c'è un canovaccio. Ci sono dei punti su cui cerco di portare il discorso ma poi ci affidiamo al corso degli eventi e a quella che è la sua vita. La cosiddetta scrittura avviene più al montaggio che in fase di preparazione. Gli altri politici sono tutti personaggi reali, mi sono limitato ad analizzare le varie liste e a capire quali fossero i profili più particolari e ho scelto quelli più distonici rispetto a Pinuccio. Poi ho detto loro di presentarsi e dire perché avevano deciso di candidarsi".

Per capire però che è tutto vero, basta vedere Pinuccio al quale a un certo punto, in quella che sembra una gag ma è a tutti gli effetti una tranche de vie, squilla addirittura il cellulare, costringendolo a rispondere alla moglie Anna che lo chiama. Qualcuno chiede:si sente una star quando torna a Bitonto? "Non esiste star, io sono sempre Pinuccio Lovero, quel personaggio come mi vedete nel lavoro o a casa, non è cambiato niente. Domani alle 5 mi alzo e ho da fare col mio lavoro (Pinuccio è stato promosso becchino al cimitero di Bitonto, dove la gente muore un po' più spesso e "ogni giorno è una festa"). Ciò che mi interessa è dove vivo tutti i giorni e chi mi dà da mangiare. Da che mondo è mondo si dice che il morto ha fatto campare il vivo, è l'unica cosa che non mancherà mai".

Nel film Pinuccio appare anche in una scena bellissima in cui si confronta, in campo lungo e seduto su una scalinata, col governatore Nicky Vendola, per cui il regista ha realizzato alcuni spot per le campagne elettorali. Racconta Mezzapesa "Lui non lo conosceva ma facendo questa compagna elettorale, raccontando Pinuccio e tutti i candidati che gli gravitano attorno, ho pensato che fosse il caso di farlo incontrare con lui. Non c'era nente di preparato, sapevano che dovevano stare seduti su questa scalinata e gli ho detto che si dovevano guardare e aspettare tanto tempo, prima di parlare. L'abbiamo girata in un unico piano sequenza. Avevo fatto anche dei primi piani ma poi al montaggio mi sono accorto che funzionava benissimo così".

Pinuccio nega di avere velleità attoriali, come sembra evidente, anche se confessa che il suo sogno è "avere una piccola parte, anche di 5 minuti, apparire un attimo e poi scomparire, in un film di Checco Zalone". Quando parla dei motivi della sua candidatura e della sua sconfitta elettorale sembra però dare parte della colpa proprio al cinema: "L'ho fatto per un cambiamento nel mio lavoro quotidiano, sono più di 15 anni che c'è questa mancanza, siamo arrivati all'estremo che ci sono più di 200 oculi (loculi) in prestito, finché il comune non ne fa di nuovi. Scenderò di nuovo in campo tra due anni, ma non come attore, perché qualcuno pensava che stessi giocando, non sapeva che mi ero candidato prima di fare il film. Mi feci il mio santino con quella divisa perché volevo far conoscere alla gente il personaggio per prendere qualche voto in più. La gente pensava che fosse uno scherzo, perciò ho preso solo i voti della mia famiglia e neanche di tutti".

E mentre Pinuccio, che si preoccupa del nostro futuro, si augura di "accogliere bene anche qualcuno di voi", scatenando probabilmente in qualcuno gesti scaramantici, Mezzapesa risponde con modestia e serenità a una domanda sulla piccola distribuzione del film: "Nel panorama della distribuzione italiana per un film così piccolo, con un budget così risicato, una forte componente dialettale e nessun attore di richiamo, è già importante avere un'uscita. Spero che si aprano degli spazi anche piccoli che si possano allargare ad altri film che divergono dal solito modo di raccontare la realtà".

E se sono tutti come il suo, ce lo auguriamo di cuore anche noi. Pinuccio Lovero. Yes I can, in sala dal 15 maggio. Un vero peccato non poterlo votare.

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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