Pier Paolo Pasolini - Una Visione Nuova: Giancarlo Scarchilli racconta Pasolini come un rabdomante di talenti
Sarà al cinema il 5, 6 e 7 marzo, distribuito da Medusa Film, il documentario Pier Paolo Pasolini - Una Visione Nuova, che ritrae Pasolini come un artista che cambiò la vita di molte persone. Il regista Giancarlo Scarchilli lo ha presentato oggi a Roma.

Dovrebbero essere 8 i documentari incentrati sulla figura di Pier Paolo Pasolini, nessuno dei quali è arrivato al cinema e a cui bisogna aggiungere diversi film di finzione, ad esempio Pasolini, un delitto italiano di Marco Tullio Giordana, La macchinazione di David Grieco e Pasolini di Abel Ferrara. Lo scorso anno, inoltre, in occasione dei 100 anni dalla nascita dello scrittore e regista, sono stati molti gli omaggi, fra mostre, monografie, dibattiti e rassegne cinematografiche. Il doc di Giancarlo Scarchilli intitolato Pier Paolo Pasolini - Una Visione Nuova ha però uno sguardo diverso e particolarissimo rispetto alle altre testimonianze senza attori sull'artista friulano, e questo perché i riflettori sono puntati non su PPP ma sui registi, sugli scenografi e sugli sceneggiatori ai quali l'autore di "Ragazzi di vita" e "Una vita violenta" ha cambiato l'esistenza, influenzando la loro visione del mondo e la maniera di rappresentarlo.
Da collaboratore di Sergio Citti, Giancarlo Scarchilli riconosce inoltre in Pasolini l'ultimo vero intellettuale del secolo scorso, oltre a un uomo che ha influenzato la cultura ed il pensiero e che con i suoi film ha contribuito all'affermazione di una maniera mai vista prima di fare cinema. Pier Paolo Pasolini - Una Visione Nuova sarà in sala il 5, 6, e 7 marzo. Uscirà in circa 100 cinema distribuito da Medusa Film, ma noi abbiamo avuto la bella opportunità di vederlo in anteprima, alla presenza del regista e dei giornalisti David Grieco e Steve Della Casa.
In una sala del cinema Barberini di Roma, Grieco ha introdotto volentieri il documentario dell’amico, dicendo: "Pier Paolo Pasolini - Una Visione Nuova è un lavoro che da un lato denota una ricerca minuziosa, attenta e profondissima per quel che riguarda i materiali e le fonti, mentre dall'altro è espressione di una grandissima passione. L'idea di raccontare un personaggio che ha cambiato la vita di tanti individui è un'iniziativa a cui non ci si può consacrare se non si ha un forte trasporto per Pasolini e per ciò che ha fatto".
A prendere la parola è stato poi Giancarlo Scarchilli, che ha spiegato che il suo trait d'union con Pier Paolo Pasolini è stato il grande amico e collega Sergio Citti: "Io ho avuto la fortuna di incontrare Sergio Citti, che mi ha coinvolto nel cinema, e subito dopo Vittorio Gassmann, che aveva lavorato in un suo film, Due pezzi di pane, nel quale recitavano anche Philippe Noiret e Gigi Proietti. Con Sergio nacque subito un rapporto molto stretto non solo in termini di collaborazione professionale, ma anche di amicizia. Sergio e Franco Citti facevano parte della 'famiglia' di Pier Paolo, così come David Grieco. Successivamente conobbi anche Ninetto Davoli, Dante Ferretti e tutte le persone che in qualche modo Sergio aveva ereditato da Pier Paolo Pasolini, e la cosa che mi colpì di più fu scoprire ciò che stava dietro a queste amicizie: apprendere, per esempio, che Bernardo Bertolucci scriveva poesie a 20 anni e che vinse addirittura il Premio Viareggio - Opera Prima, e che Pier Paolo lo portò a fare il suo aiuto regista in Accattone. Allo stesso modo, è stato magnifico scoprire che Vincenzo Cerami era un suo allievo di scuola media, poi coinvolto, come aiuto regista, in Uccellacci e uccellini, e ancora che la prima scenografia firmata da Ferretti fu quella di Medea. Insomma, tante personalità che sono arrivate ai vertici della cultura e dello spettacolo avevano in qualche modo cominciato tutte quante con Pier Paolo Pasolini, e questo faceva apparire ai miei occhi Pasolini come una specie di rabdomante del talento. E allora Pier Paolo Pasolini - Una Visione Nuova mi sembrava un modo per ricordare sia Pasolini che Sergio, al quale sarò eternamente grato per il dono della sua semplicità e della sua aristocrazia di pensiero. Non a caso, PPP lo paragonava ad Alberto Moravia e diceva: ''Che baluardo da superare sono i Citti', perché con loro non potevi barare. Come faceva Pier Paolo, che arrivava a Roma dal Friuli, a raccontare la vita nelle borgate? Semplice: è stato aiutato da Sergio Citti, che era il suo narratore. Bertolucci lo chiamava il suo vocabolario di romanesco".
Felice di uscire con Medusa, Giancarlo Scarchilli spera che chi non conosce o ha poca familiarità con l'opera di Pier Paolo Pasolini possa entrare nel mondo dell'artista grazie al suo documentario. Anche perché il regista di Teorema è stato un uomo di una lucidità sconcertante, che aveva presagito l'evoluzione, o meglio la trasformazione, che ha avuto la nostra società: "Io credo che, oltre a essere un rabdomante nello scovare talenti così dissimili fra loro, Pasolini aveva il dono di saper leggere la realtà talmente a fondo da diventare il futuro. La cosa più sconvolgente di Pier Paolo è che, se noi rileggiamo le sue parole oggi, ci accorgiamo che tutto ciò che ha detto oltre cinquant'anni fa è accaduto: basta pensare al suo discorso sull'omologazione. Pier Paolo Pasolini non è stato soltanto un pensatore, è stato uno che ha vissuto sulla sua carne tutto ciò che gli è capitato, e questo lo rende unico. Infatti, nel documentario, Filippo Ceccarelli a un certo punto dice che gli intellettuali sono morti con lui, perché dopo di lui non c'è stato più un intellettuale vero in Italia, con il coraggio che aveva Pier Paolo di esporre continuamente le sue idee. Pasolini era completamente spiazzante per tutti, per via della sua analisi spietata di quello che stava succedendo al paese".
Qualcuno ha domandato cosa direbbe Pasolini se, per un miracolo, fosse ancora vivo. Se Grieco ha risposto che avrebbe fatto un uso geniale dei social media, Scarchilli ha detto: "Con Davide ci chiediamo spesso: Pasolini cosa avrebbe detto? Cosa avrebbe fatto? Perché lui rappresentava un punto di vista diverso da tutti gli altri. Quando "Affabulazione" fu messo in scena al Teatro Tenda, due o tre anni dopo la morte di Pasolini, ci fu un grande convegno in cui intervennero tutti coloro che erano stati influenzati da Pier Paolo, e quindi Bernardo Bertolucci, Gore Vidal e Francesco Rosi, il quale a un certo punto prese la parola e spiegò: 'Io compravo Il Corriere della Sera per sapere cosa pensava Pasolini, per capire il suo punto di vista su una molteplicità di temi'. Pasolini era come una finestra che si apriva per raccontarci qualcosa che avevamo sotto gli occhi ma che non riuscivamo a vedere".
In Pier Paolo Pasolini - Una Visione Nuova, il materiale d’archivio si alterna alle interviste in maniera piuttosto classica, ma ciò non significa che il documentario manchi di originalità, perché le testimonianze non appartengono al presente ma al passato, e ciò impedisce alla nostalgia di rendere sfocato il ricordo, edulcorandolo se non alterandolo. Il lavoro del reperimento dei materiali non è stato facile per il regista, che ha dichiarato: "Ho impiegato circa un anno e mezzo a fare il film, perché i personaggi intervistati erano tanti, c'erano i materiali da reperire, per esempio ci sono voluti mesi per trovare le immagini di Martin Scorsese insieme a Ferretti. Inoltre c'erano 40 anni di esperienze vissute da Franco e Sergio Citti e da Ninetto Davoli".
Anche se vediamo qualche immagine di Medea e de Il Vangelo secondo Matteo, oltre a brevi sequenze di Uccellacci uccellini, in cui una star come Totò viene affiancata da un non attore, il film di Pasolini di cui si parla e si vede di più è Accattone. La scelta del regista non è in questo senso casuale: "Ho raccontato principalmente Accattone, perché è con Accattone che nasce tutto quanto. Se pensiamo a "Ragazzi di vita", ci rendiamo conto che ha davvero cambiato la letteratura, tanto che Giancarlo De Cataldo nel film dice: 'Tutti noi siamo debitori di Pasolini'. De Cataldo lo è con "Romanzo Criminale", Roberto Saviano con "Gomorra". E se senza "Ragazzi di vita" non ci sarebbero state le storie violente della periferia romana, e senza 'Scritti Corsari' non ci sarebbe stato determinato un tipo di giornalismo, senza Accattone non avremmo avuto un certo genere di cinema".
Accompagnato anche da interviste a Carlo Verdone, Walter Veltroni e a tanti altri, Pier Paolo Pasolini - Una Visione Nuova è prodotto da MG Production in associazione con Luce Cinecittà in collaborazione con Rai Cinema.