Interviste Cinema

Peter Cattaneo parla del suo Military Wives alla Festa del cinema di Roma

Alla festa del cinema di Roma il regista di Full Monty ha presentato il suo film su un coro di mogli di militari, che vedremo al cinema a marzo 2020.

Peter Cattaneo parla del suo Military Wives alla Festa del cinema di Roma

Assenti le sue splendide “direttrici del coro”, Kristin Scott Thomas e Sharon Horgan, il compito di presentare alla Festa del cinema di Roma il suo nuovo film, Military Wives, esattamente dieci anni dopo l'ultimo, The Rocker (ma nel frattempo la sua carriera è continuata in tv) è toccato al regista Peter Cattaneo, che 22 anni fa firmò l'enorme successo di Full Monty. Stavolta racconta in forma di fiction la vera storia di un gruppo di mogli di soldati inglesi in missione in Afghanistan nel 2011, che si uniscono per formare un coro amatoriale che arriverà perfino ad esibirsi alla Royal Albert Hall e darà vita a innumerevoli formazioni analoghe nelle varie basi militari britanniche in patria e all'estero.

“Il punto di partenza – racconta Cattaneo – è stato un documentario della BBC che fa parte di una serie sui cori, e uno era incentrato su un coro di donne in una base militare ed era la prima volta che ne sentivo parlare. Poi abbiamo fatto delle ricerche e abbiamo scoperto che un gruppo di donne della base di Catterick nell'Inghilterra del Nord aveva creato in modo autonomo questo coro e mi ha interessato molto questo mondo, sono andato a visitare la base militare perché era un mondo nuovo, per me a volte fare film è anche un viaggio personale ed è la cosa per cui sono più grato grato di fare questo lavoro, il fatto che si impara qualcosa di sorprendente, come ad esempio in una base militare parlare della differenza tra un soprano e un contralto. Mi ha interessato molto fare un film su un coro, soprattutto in quell'ambiente, perché creava un'ottima contrapposizione da portare sullo schermo”.

Come è stata organizzata la ricerca e sviluppata la sceneggiatura?

“La prima cosa che ho fatto è stata andare a incontrare alcune mogli di militari, sono andato a sentire le prove del coro originale, cantano ancora insieme e sono ormai quasi professioniste, sono molto brave. Loro ci hanno detto subito: “per favore non fate sembrare il nostro coro come una cosa noiosa fatta da mogliettine che aspettano il ritorno dei loro uomini, siamo tutte diverse, ognuno ha il suo carattere, ci divertiamo molto e anche se abbiamo una vita difficile”. E poi abbiamo incontrato un “welfare officer”, un ufficiale che coordina le loro attività, come il personaggio di Groves nel film, e abbiamo  sviluppato quell'aspetto. Una delle sceneggiatrici, Rachel, è riuscita a creare un rapporto di fiducia e a ottenere informazioni e dettagli che sono finiti nel copione finale. Rachel ha stabilito soprattutto una relazione con tre o quattro donne, che non erano tutte nel coro, ma erano comunque mogli di militari. Per il resto abbiamo inventato i personaggi e le storie ma le sfumature e i dettagli sono veri e vengono dall'amicizia di Rachel con queste donne”.

Come si è formato il gruppo, tra le attrici che interpretano le mogli?

“Eravamo in una location in cui lo spirito dell'insieme e i rapporti tra gli attori erano molto forti, c'era del potere in quella stanza, specialmente tra quelle che interpretavano le mogli, e credo che in parte sia dovuto alla fortuna che andassero d'accordo e in parte è stata un po' l'arte che ha imitato la vita. Io non volevo che imparassero prima la musica e a cantare, perché desideravo che avvenisse nella realtà, strada facendo, ma siccome alla fine c'è questa grande performance e avevamo solo 5 settimane, abbiamo dovuto accelerare, e la prima volta che si sono incontrate è stato per fare pratica di questa canzone. Erano tutte imbarazzate, dicevamo che non sapevano cantare e hanno dovuto appoggiarsi l'una all'altra, abbandonare le loro difese, e si sono legate attraverso il coro, con la musica e le canzoni, sono diventate un vero gruppo. Quanto a Kristin Scott Thomas sono un grande fan, non l'avevo mai incontrata prima, è stato molto bello vederla tirar fuori il suo lato comico e lavorare con una grande attrice comica come Sharon. Ha un gran senso della comicità ed è molto interessata ai dettagli più minuti, come i tempi giusti di una battuta”.

Non ha pensato alle somiglianze della storia, sia pure diversa, con Full Monty?

“È passato tantissimo tempo, l'ho rivisto in occasione del ventesimo anniversario due anni fa e ad essere sincero me lo ricordavo migliore. Per quanto riguarda le somiglianze per me sono state quasi un ostacolo a fare il film, perché non volevo che si pensasse che tornavo sullo stesso argomento, ma questa cosa mi irritava, perché volevo davvero fare questo film e non volevo farmi fermare da qualche somiglianza”.

Certo un'aria familiare c'è, soprattutto per l'importanza della musica pop nel film, ma il contesto è molto diverso, e non solo perché protagonisti di questa storia sono dei personaggi femminili. Ad ogni modo Military Wives arriverà al cinema il 12 marzo distribuito dalla Eagle, e siamo certi che vorrete farvi una vostra idea in proposito.

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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