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Interviste Cinema

"Per le attrici la carriera non finisce più a 40 anni": Monica Bellucci premiata a Montecarlo

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Impegnata in serie televisive e cinema ospite del festival del Principato.

"Per le attrici la carriera non finisce più a 40 anni": Monica Bellucci premiata a Montecarlo

Arroccato fra mare e monti, fra Italia e Francia, il Principato di Monaco ricorda la carriera a metà di Monica Bellucci, di casa a Roma come a Parigi. Non stupisce quindi che la più internazionale delle nostre attrici sia stata scelta dal Montecarlo Film Festival per un riconoscimento alla carriera. Diventata una diva come modella più famosa del mondo, ha poi sfidato la diffidenza di chi ha accolto i suoi primi passi al cinema, fino a diventare un’icona a livello mondiale, fra Hollywood e la vecchia Europa, con una popolarità che raggiunge anche l’oriente più estremo.

“Passare al cinema è stato una specie di suicidio”, ha dichiarato l’attrice umbra incontrando la stampa in una terrazza monegasca sospesa sul mare. “Ero una che amava il cinema, ma ero completamente ignorante in materia, tante cose ho dovute impararle sulla mia pelle. Come un bambino che cade e si rialza, ho imparato a camminare, passo dopo passo, venendo dalla moda, una maniera completamente diversa di esporsi. Non avrei pensato di lavorare con una cerchia così vasta di registi, in paesi e culture diverse. Ho avuto molte occasioni e scegliere con il piatto pieno ha un altro significato. Ho imparato ad adeguarmi, ogni film è un’esperienza nuova con un regista diverso, talvolta opposto rispetto al precedente. C’è chi improvvisa o chi ripete le scene molte volte. Il set è una famiglia, è importante condividere, avere una grande curiosità umana”.           

Se a Montecarlo si onora soprattutto la commedia, sono i primi passi nel cinema della Bellucci quelli all’insegna della risata, come ne I mitici. “I Vanzina mi hanno dato la prima possibilità; parlavo marchigiano, quindi da subito ho lavorato con un coach. Poi ho fatto delle cose divertenti con il mio amico Giovanni Veronesi, con cui amo sempre lavorare. Tra poco arriverà poi la nuova stagione di Mozart in the Jungle in cui ci sono anche io, al fianco di Gael Garcia Bernal. È un ruolo molto divertente, ma anche profondo, quello di una cantante d’opera che abbandona le scene. Piano piano si scopre il motivo, occasione per scavare nel dramma di questa donna in lotta con se stessa. Il sorriso mischiato alla tristezza, come siamo abituati noi in Italia, che abbiamo come motto domani è un altro giorno, grazie agli insegnamenti di maestri come Monicelli e Risi. Bernal è un attore straordinario, abbiamo delle scene forti e ci voleva quell’alchimia che con un partner generoso come lui è venuta naturale: quando c’è rispetto reciproco le cose riescono meglio, ci si passa la palla per assistere l’altro non per ritirargliela in faccia”.

Parlando di serie televisive, nonostante ogni tentativo di ottenere qualche informazione sul suo ruolo nella serie più attesa dell’anno, Twin Peaks, è stato inutile. Sorriso che uccide, eco per molti di antichi calendari, e bocca cucita. “Le serie offrono ruoli incredibili, difficili al cinema, ma sono sempre dell’idea, anche adorandone molte, che il cinema abbia una magia particolare, una specie di mistero; sono due modi diversi di raccontare, una non sostituisce l'altra. Ho adorato lavorare a Mozart in the Jungle, e sto pensando a una da produrre; non posso dire niente, spero si faccia, è un progetto internazionale che coinvolge l’altra sponda dell’Atlantico, una bella storia”.

Sullo spazio delle donne nel mondo del cinema, Monica Bellucci non nasconde una visione ottimistica. “È cambiato il modo di guardare le donne e le attrici, ci siamo guadagnate maggiore rispetto grazie alla nostra maggiore auto consapevolezza. Ci si rende conto di un’altra bellezza, al di là della beauté du diable della giovinezza; in questo modo gli uomini ci guardano in un altro modo e il desiderio di filmarci prosegue in tutte le età. Le carriere oggi sono molto lunghe, come dimostra Isabelle Huppert, che arriva agli Oscar con un ruolo dalla forte sensualità. Prima, anche per le attrici più meravigliose e talentuose, la carriera finiva a quarant'anni, oggi non è più così. Come attrice mi abbandono ai ruoli che mi vengono proposti, anche se per la serie che vorrei realizzare sto impostando un lavoro delicato e fragile, quello di portare sullo schermo una donna molto interessante. Normalmente, però, mi piace molto quando mi vengono proposte idee nuove a cui non ho pensato. In questo sono molto femminile”.


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