Paolo Genovese e il suo cast presentano Tutta colpa di Freud
Con una nuova commedia raffinata, il regista di Una famiglia perfetta affronta il tema della psicanalisi con un folto gruppo di attori, sempre all'inseguimento dell'originalità

Con grande sforzo produttivo quantificabile in 6 milioni di euro, Medusa e Lotus Production mettono nelle mani di Paolo Genovese una commedia che vuole emergere sulle altre in tutti i settori: sceneggiatura, gruppo d’attori, location, musiche e fotografia. Con una certa raffinatezza di realizzazione e di confezione, così come i precedenti film del regista da Immaturi a Una famiglia perfetta, anche Tutta colpa di Freud cerca fortemente una propria identità nel campo della commedia italiana.
Ma il primo ad ammettere le difficoltà nel trovare storie originali è proprio Paolo Genovese perché “qualunque cosa ti venga in mente è già stata fatta, infatti l’originalità oggi è da cercare nello sviluppo o nel punto di vista della storia”. Lo sceneggiatore e regista del film (il cui soggetto è stato concepito anche da Leonardo Pieraccioni e Paola Mammini) spiega in conferenza stampa che si è documentato molto per il lavoro di approfondimento con i personaggi, specialmente quelli più difficili da raccontare, uno sordo e uno omosessuale. “Se il personaggio è ben scritto prende vita anche se l’attore che lo interpreta non è bravo, ma questo non è stato un mio problema. Sono stato fortunato ad aver avuto questo cast”.
Marco Giallini interpreta uno psicanalista alle prese con più con le sue tre figlie che con pazienti qualunque. Si tratta di un ruolo diverso dal solito per l’attore romano che ha cercato di “caratterizzare un po’ questo personaggio, dinoccolandolo più di quel che sono io e di farlo un po’ goffo di una goffaggine che non mi è propria”. Anche Alessandro Gassman è psicanalizzato forzatamente per la relazione adulterina che lo lega alla più giovane delle figlie, la ventenne Laura Adriani. Quest’ultima si è innamorata del suo personaggio “fin dal primo provino, perché è una ragazza piena di vita che si contrappone totalmente a un uomo di 50 anni, nonostante sia in realtà l’abbraccio del papà che cerca e che trova”.
Un buona occasione per interpretare un ruolo diverso l’ha avuta
anche
Anna Foglietta il cui personaggio “insegue la
normalità, essendo una donna omosessuale risolta che vuole tornare indietro e
dedicarsi agli uomini. Ma in fin dei conti quando si tratta di amore siamo tutti
paurosamente uguali”. La terza figlia del film è
Vittoria Puccini che ha riscoperto “il potere del silenzio
grazie al rapporto tra il mio personaggio e un ragazzo sordo. Per comunicare fanno ricorso
alla scrittura, allo sguardo, alla fisicità, ai gesti ed è incredibile quanta
energia possa esserci dentro, anche in chiave di commedia”. Le fa eco
Vinicio Marchioni, il “ragazzo sordo”, che ringrazia
Genovese per il “ruolo meraviglioso e la splendida
opportunità che mi ha dato”. Restando sul doppio discorso
diversità/opportunità anche Claudia Gerini si unisce al coro per
esserle stato offerto “un ruolo inusuale, lontano da quelli che faccio solitamente. Il
mio personaggio è una donna molto elegante e raffinata. Io metto sempre molta
verve, molta energia, mentre questa donna è pacata, è
un’osservatrice”.