Interviste Cinema

Luc Besson presenta The Lady

di Giulia Pietrantoni

Il Festival di Roma 2011 si apre con il film di Luc Besson The Lady sulla storia dell' orchidea d'acciaio, il dramma biografico, presentato fuori concorso.

Luc Besson presenta The Lady

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Festival di Roma 2011- Luc Besson presenta The Lady


Inizia con "c'era una volta", c'era una volta una Birmania diversa. Questo racconta un padre a sua figlia all'inizio di The Lady, quella bambina è Aung San Suu Kyi. Il Festival di Roma 2011 si apre con il film di Luc Besson sulla storia dell' "orchidea d'acciaio". Il dramma biografico, presentato fuori concorso, racconta della donna birmana, sposata con un professore inglese, e madre di due figli, che, con incredibile coraggio, sale a capo del movimento per la democrazia in un paese devastato dalla dittatura militare. Chi si interroga sul perché Besson abbia scelto una materia diversa dalle sue corde, trova probabilmente risposta nella chiave scelta dal regista parigino, che pone l’accento soprattutto sulla storia d'amore insolita e sul sacrificio che lega stretti moglie e marito.

La figura di Aung San Suu Kyi, paladina dei diritti democratici, che per la libertà del suo popolo ha sacrificato, per oltre vent'anni, la propria, rinunciando inoltre a vivere con serenità i propri affetti familiari, è di certo una fonte d'ispirazione notevole e una vicenda politica, umana e contemporanea che richiede attenzione e vicinanza. "Questo film lo abbiamo fatto per lei" - dice Besson "- nell’assoluto rispetto e ammirazione per una persona che non ho potuto incontrare. Abbiamo cercato di avvicinarci quanto più possibile alla realtà, anche nei dettagli delle due case, quella di Oxford e di Rangoon, compreso il numero sulla porta". Un lavoro di studio e ricerca sulla personalità di questa donna, minuta e battagliera, che l'attrice orientale Michelle Yeoh ha svolto in maniera impeccabile: "E' stato un grande impegno e una responsabilità. Non volevo imitare San Suu Kyi, ma trovare la chiave per un'interpretazione che rendesse evidente la forza e l'amore che continua a dimostrare per la sua gente. Ho dovuto imparare il birmano, cosa non immediata, vi assicuro, e studiare al meglio la postura e lo sguardo, che secondo me rivelava più di ogni parola o discorso. Il film è un atto d'amore".

Il premio Nobel per la Pace nel 1991 ha avuto un alleato, un marito, un amante, un attivista tanto quanto lei, che ha il volto dell'attore britannico David Thewlis. Un ruolo altrettanto centrale quello di Michael, che era piuttosto difficile portare sullo schermo: "non avevo davvero materiale per documentarmi su quest'uomo. Ho visto pochi minuti di un suo arrivo a Rangoon, mi sembrava allegro e anche un po' brillo...ma, a parte questo, lo sforzo è stato proprio capire chi si potesse celare dietro questa grande donna".

Una vicenda quella di Suu che ha avuto una lieve apertura proprio sul finale delle riprese del film, quando è stata liberata dagli arresti domiciliari ma la strada è ancora molto lunga. "Non so se questo film possa essere un esempio per i ragazzi" - dice Besson - "di certo è un incitamento a guardare e informarsi su realtà di questo tipo. A me premeva moltissimo la dimensione umana della storia, la scelta caparbia che, nonostante l'enorme amore per la sua famiglia, ha convinto Suu a proseguire la lotta per il suo paese". Besson era molto impegnato quando gli è stata proposta la sceneggiatura, ma dopo averla letta ha annullato tutto pensando: "The Lady non voglio che lo faccia qualcun altro".

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