Interviste Cinema

Le interviste per il film Solo un bacio, per favore

Nell’ambito della rassegna “Primavera del cinema francese” abbiamo incontrato a Palazzo Farnese, sede dell’Ambasciata di Francia, Emmanuel Mouret, regista sceneggiatore e interprete di Solo un bacio, per favore, assieme alla sua coprotagonista Virginie Ledoyen. Il film esce in Italia il 9 maggio distribuito da Officine UBU, una piccola...

Le interviste per il film Solo un bacio, per favore

Intervista a Mouret e Ledoyen per Solo un bacio, per favore

Solo un bacio, per favore, è una commedia romantica che parte da una premessa molto semplice e al tempo stesso intrigante: esistono baci senza conseguenze?
Virginie Ledoyen
, bravissima nel ruolo della donna che scopre con l’amico di sempre un legame che forse è amore e di cui entrambi si rendono conto dopo un bacio dato “per amicizia”, è una delle attrici più semplici e “normali” che abbiamo mai incontrato. Si presenta alle interviste, a differenza delle sue colleghe, senza il truccatore, con un viso acqua e sapone che le fa onore, a lei che è vissuta fin da bambina davanti alla macchina da presa e a quella fotografica.Oggi Virginie ha 34 anni, è lontana anni luce dal suo periodo di modella per l’Oréal e da The Beach, che interpretò al fianco di Leonardo DiCaprio. Sarà presto impegnata in un film di Robert Guédiguian e soprattutto a teatro.

In Solo un bacio, per favore, nasce tutto da un bacio dato “per amicizia” da una donna sposata, da cui prende il via una serie di eventi incontrollabili. Cosa ha attratto Virginie in questa storia? Proprio la sua universalità. “il fatto è che abbiamo tutti, me inclusa, dei momenti nella vita in cui ci siamo trovati di fronte a questo, a confrontarci con un altro incontro, un’altra possibilità, quando tutto a un tratto diventa un vero dilemma sapere se “sì” o “no”, se cedere e trasgredire, e se questo è il caso ci troviamo in uno stato di perplessità e tristezza perché lasciamo un’altra persona.”
Judith, la protagonista, è una donna molto seria, eppure si lascia convincere, perché? “Io penso che innanzitutto sia il principio stesso della commedia, è una situazione perfettamente surreale e che mette in moto la storia, ma credo che Judith abbia una mentalità scientifica, sia una persona che ha una vita molto strutturata, è molto felice con suo marito, ha una vita molto ordinata e tutto a un tratto le si presenta un possibile pericolo, e io credo che lei non sia del tutto consapevole, che non sappia quando gli dice di sì che questa cosa porterà simili conseguenze.”

E il rapporto con Mouret, regista e attore, come è stato? “In effetti era la prima volta che avevo a che fare con un regista-attore, e non è che fossi inquieta ma mi domandavo come sarebbe stato. Ed è stato tutto molto, molto semplice, per me Emmanuel è davvero il regista di questo film, lo sceneggiatore, è una persona molto precisa che sa esattamente quello che vuole ma che è anche una persona molto delicata, che riesce a condurti molto gentilmente all’interno di una storia, e oggi è diventato un amico per me, dunque in più ci ho guadagnato un amico e questo è bello. Ho detto amico, bada bene!”

Emmanuel Mouret è effettivamente l’eclettica mente creativa dietro al film: regista, sceneggiatore e interprete principale. 37 anni e abbastanza compreso nel suo ruolo, è già al suo terzo lungometraggio. Il precedente, Cambio d’indirizzo, è uscito anche nelle nostre sale. Ricoprire tanti ruoli non diventa un po’ schizofrenico quando si sta sul set? “No, nient’affatto, è tutto molto semplice. Quando c’è intesa con la propria squadra e si va d’accordo anche con gli attori, recitando e sbagliando con loro, tutti si sentono a proprio agio e in questi casi ogni cosa funziona a meraviglia. Io mi considero innanzitutto un regista che recita nei propri film, quindi rifiuto qualsiasi proposta al di fuori dei miei lavori. Se recito nelle mie pellicole è per dare un tono più personale e più particolare.”

Tra le cose di cui abbiamo parlato con Mouret c’è anche il finale del film, in cui nessuno – per così dire – si fa male. Sarebbe bello se si riuscisse a gestire in questo modo gli imprevisti della vita amorosa: “Il film è effettivamente pieno di utopie. E la prima idea del film è questa scena finale, in cui forse propongo agli spettatori un nuovo modo di scambiarsi un bacio, per evitare di andare incontro a certe conseguenze. Si, il film è pieno di utopie e fantasmi, ma comunque mantiene un rapporto con la realtà”.

In un ruolo importante di Solo un bacio, per favore, cioè quello di Claudio, il marito italiano tradito, c’è Stefano Accorsi. Abbiamo chiesto a Mouret se il personaggio era già italiano in fase di sceneggiatura e come ha scelto il nostro attore: “No, il personaggio non era italiano, ma ho incontrato Stefano, che ho trovato davvero fantastico e con cui desideravo moltissimo lavorare. La sceneggiatura lo ha entusiasmato e ha fatto un lavoro incredibile, perché penso avesse un ruolo davvero difficile in questo film, in cui in poco tempo è riuscito a inserire qualcosa di molto forte ed elegante al tempo stesso. Mi ha fatto davvero una grande impressione.”

Tanto si sono divertiti a lavorare insieme che Mouret, Ledoyen e Accorsi faranno insieme anche il prossimo film, una storia d’amore in costume che si ispira alla classica tradizione del melodramma.

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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