Interviste Cinema

Lanterna verde - le nostre interviste al regista e ai protagonisti

di Giulia Pietrantoni

Lanterna verde arriverà sui nostri schermi il 31 agosto. Per introdurci in quella vasta e misteriosa galassia protetta dal Green Lantern Corps, abbiamo intervistato, a Madrid, Ryan Reynolds, Peter Sarsgaard e il regista Martin Campbell.

Lanterna verde - le nostre interviste al regista e ai protagonisti

Lanterna verde - le nostre interviste al regista e ai protagonisti


Il mio tessssoro. Terminata la trilogia di Peter Jackson e ancora distanti dalla conclusione del prequel nella Terra di Mezzo, sentivamo nostalgia di una storia legata ad un Anello, oggetto simbolico, arma potente, ornamento desiderabile da custodire con coraggio. Per ovviare alla mancanza, è in arrivo quel supereroe che grazie al prezioso dono potrà garantire la pace e la giustizia nell'intero universo: Lanterna verde. Il fratello meno famoso di Batman e Superman (ma solo da noi) è uscito nei cinema Usa il 17 giugno mentre da noi arriverà il 31 agosto. Per introdurci in quella vasta e misteriosa galassia protetta dal Green Lantern Corps, abbiamo parlato, in quel di Madrid, con Ryan Reynolds (Hal Jordan), Peter Sarsgaard (Hector Hammond) e il regista Martin Campbell.

"La verità è che abbiamo cercato di seguire al meglio la vicenda di Hal Jordan, rimanendo fedeli il più possibile alla storia originale, senza apportare grosse modifiche. Ci sono cinque lanterne verdi in forma umana nel fumetto. Hal Jordan è il primo e forse il più famoso e popolare di loro", questo è quanto dice Campbell a proposito dell'inevitabile confronto con il cartaceo DC Comics che gli appassionati vorrebbero far rivivere nel dettaglio. Il supereroe di un anno più vecchio di Capitan America, si distingue dagli altri suoi colleghi immortali che abitano il pianeta Oa proprio perché può sentire la paura, arma di cui si nutre il suo avversario Parallax, e barriera emotiva che, se squarciata, lo renderà più forte di ogni altro poliziotto inter-galattico. E' per questo che l'anello di Abin Sur (la più potente delle Lanterne in fin di vita) cerca il suo nuovo proprietario sulla Terra, in quel pilota abilissimo, ma irresponsabile e smargiasso, che vedrà stravolta per sempre la sua vita di uomo comune.

"Beh, non so se l'anello voleva proprio scegliere me - dice Ryan Reynolds - di sicuro ero attratto dalla sceneggiatura, e soprattutto ero convinto di Martin Campbell, mi sono piaciuti molto i suoi lavori precedenti. È come prendere tutti lo stesso volo e avere un buon pilota, e Martin sembra esserlo davvero per questo genere di film. Mi ha introdotto in questo mondo, non sapevo quasi nulla su Lanterna verde prima di incontrarlo. Ed è stato davvero bello". L'attore canadese, già in confidenza con un ruolo action di derivazione fumettistica (è stato Deadpool in X-Men: Le origini - Wolverine), per non dire con uno ai confini della resistenza fisica (Buried), aveva il viso e i muscoli necessari per indossare un costume tanto fasciante: "sì certo, è stato necessario un allenamento particolare. Devi prepararti molto per film di questo tipo, ma soprattutto devi cercare di non farti male. Sai, adesso ho 34 anni, per cui il mio pensiero, pur divertendomi, era di non finire troppe volte al tappeto e non farmi troppo male..." Anche i più atletici temono l'età e preferiscono rimanere con i piedi per terra. A Ryan questo film è servito anche per superare qualche limite: "la prima volta che vengo sparato nello spazio è stata decisamente fantastica. Mi ha sorpreso quanto mi sia piaciuto lavorare sospeso ad una fune. Io in realtà però ho paura di volare in aereo e, per quanto non ci siano state tantissime scene di volo, trovarsi ad altezze del genere è significato comunque superare un mio limite".

A proposito di barriere, in Lanterna verde c'è chi ha oltrepassato quella del ruolo decisamente insolito, diventando un villain con testa deforme: "è stato orribile indossare quella maschera - dice Peter Sarsgaard - faceva caldissimo ed era molto molto pesante. Dovevano unire tutti quei pezzi e incollarli al mio viso. Ci impiegavano circa quattro ore ogni mattina. Un vero incubo".

Scienziato solitario con padre ingombrante (Tim Robbins), Peter Sarsgaard è Hector Hammond, studioso di biologia che, contaminato dal maligno potere giallo, subirà una pesantissima trasformazione. E pensare che Peter voleva diventare un calciatore professionista: "sì è vero, mi sarebbe piaciuto molto diventare un calciatore, ma...direi che non è andata affatto male! Non mi ero mai immaginato in un film di supereroi e non avrei mai pensato di interpretare un ruolo simile. Nel film è tutto così diverso dal mio modo di essere, parlare e camminare in modo totalmente differente, cercare di capire cosa significa avere una testa così enorme. Mi sono avvicinato a questa storia senza pensare molto da adulto, come avrebbe fatto un ragazzino di 17 anni". Effettivamente per approcciarsi a una tale avventurosa materia o si fa parte di quella schiera di fan che ne conoscono ogni segreto oppure si tenta con la disinvoltura e il lavoro di un iniziato. Peter Sarsgaard ammette: "in realtà non sono un vero amante dei fumetti. E non ho neppure mai capito quale sia il fascino, ad essere sincero, ma sicuramente ci sono tantissimi appassionati. Penso si tratti in realtà di mitologia. Non è quindi soltanto il caso di Lanterna Verde ma di tutti i fumetti DC o Marvel, è un qualcosa in cui le persone si sentono davvero coinvolte. Come ad esempio la mitologia greca, della quale ero entusiasta da ragazzino: c'erano tanti Dei che interagivano l'uno con l'altro, e rappresentavano un qualcosa che fosse al di sopra della vita reale, avevano dei poteri meravigliosi". Fan o no, Ryan Reynolds, che per il regista può senza dubbio bastare a rendere il film allettante per il pubblico femminile, deve pronunciare con convinzione il giuramento dell'anello, una promessa (Nel giorno più splendente, nella notte più profonda nessun malvagio sfugga alla mia ronda quindi colui che nel male si perde, si guardi dal mio potere, la luce di Lanterna Verde) che la recluta Hal Jordan si fa quasi imboccare dalla Lanterna, salvo poi iniziare con determinazione il suo viaggio di scoperta. Quella pietra verde legata al dito canalizzerà la forza di volontà, consentendogli di creare qualsiasi cosa la sua mente riesca ad immaginare. Ciò che cattura e distingue Lanterna verde dalle molte altre storie di supereroi - dice Campbell - forse è proprio questa sua ambientazione nel bel mezzo dell'universo...un posto insolito dove essere addestrati. E poi il fatto che l’unico limite al potere di questi Guardiani è la volontà e la forza del pensiero".

In quello che Geoff Johns (capo creativo) ha definito il Guerre stellari dell'Universo DC, si miscelano avventura, humor, azione e una giusta dose di romanticismo. La bella, non certo per gli effetti digitali, è Blake Lively (Carol Ferris), collega pilota, amica ed ex fidanzata che con il supereroe umano in tuta verde e mascherina si trova proprio bene. "E’ davvero fantastica - dice Ryan. Sai la chimica è un qualcosa di intangibile che non puoi creare, o c’è o non c’è. Molte attrici si sono proposte per il ruolo e quando è arrivata Blake c’è stata questa sintonia, un effetto ping pong. Siamo così anche nella vista reale, forse un po’ meno romantici rispetto al film, abbiamo più un rapporto tra fratello e sorella".

"Ho sentito che gli umani credono di essere al centro dell’universo" dice ad Hal Jordan chi lo prepara a diventare una Lanterna Verde. Infatti nella battaglia di allenamento su Oa si vede chiaramente e con grande divertimento la differenza tra i complicati e vistosi costrutti umani (spade e mega pistole) e le semplici armi aliene (corde e muri). Un potenziale di immaginazione che insieme alle 3.600 Lanterne, qui solo intraviste, un ambiguo mentore (il Sinestro di Mark Strong), e un cattivo solo ammonito, sarà difficile non sviluppare in un sequel. Sembrerebbe proprio difficile escludere questa eventualità, che è nell’aria nonostante i non entusiasmanti risultati al botteghino americano, la dribblata risposta di Ryan Reynolds e un Martin Campbell che prende le distanze, salvo prediligere certe storie eroiche.

Allora (non si farà), ma non sarebbe male raccontare, nel sequel del sequel, la parte di storia in cui Lanterna Verde si trova a collaborare con Freccia Verde, in quelle avventure "adulte" disegnate in pieno clima sessantottino che si esposero al momento di tensione socio-politica della società americana (guerra, lotte di classe, contestazioni studentesche e non ultimo, droga). Roba da supereroi!

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