La regina del deserto - al Festival di Berlino Werner Herzog, Nicole Kidman e James Franco raccontano il loro affresco epico
Una donna che amava il mondo beduino

Se il deserto è un luogo molto amato dal cinema, solo un regista estremo come Werner Herzog si è spinto a sacrificare ottiche e macchine da presa per girare dentro una vera tempesta di sabbia. Difficile aspettarsi di meno dall'autore la cui aura mitica è legata a film girati in condizioni a dir poco estreme come Fitzcarraldo o Aguirre, furore di Dio. Il suo nuovo film, Queen of the Desert, è un imponente ritratto epico di una donna poco conosciuta, Gertrude Bell, molto popolare fra i beduini del Medio oriente agli inizi del XX secolo. Soprannominata Al-Khatun, La signora del deserto, è stata un'esploratrice di quel mondo e poi una spia dell'intelligence britannica, insieme a un giovane Lawrence d'Arabia, interpretato nel film da Robert Pattinson.
La Bell ebbe un ruolo importante nella suddivisione in stati nazionali degli enorme territori rimasti senza guida politica in seguito alla caduta dell'Impero ottomano alla fine della Prima guerra mondiale. Il patto fra le potenze vincitrici, passato alla storia come Accordo Sykes-Picot, dal nome dei due rappresentanti delle potenze coloniali britannica e francese. "Non bisogna vedere questa vicenda con occhi paternalistici - ha dichiarato Herzog in conferenza stampa a Berlino - se non si fosse deciso di creare quelle nuove nazioni con nuove dinastie regnanti l'alternativa sarebbe stata un califfato guidato dalla sharia, che vediamo protagonista in questi mesi."
Tutto è cominciato quando un amico del regista tedesco, un siriano di Homs, città diventata tristemente nota in questi anni, lo ha avvicinato parlandogli della storia straordinaria di questa donna, "una figura femminile enorme, della quale mi interessava più il suo aspetto intimo, personale, rispetto alla parte pubblica, più adatta a un saggio che a un film. Le cose sono andate al loro posto, grazie a dei panorami straordinari, ai beduini e il loro mondo, la dignità della vità nell'islam e alcuni incontri che abbiamo avuto. La Bell si innamora immediatamente di quel mondo, recentemente demonizzato, e con ragione, ma di cui mostriamo un differente lato."
Nicole Kidman ha subito accettato di indossare ancora una volta i panni di una donna realmente esistita: "amo esplorare storie e luoghi inediti e spingere al di fuori della mia comfort zone. Quando Werner mi ha chiesto se mi andava di fare il film e andare in Marocco a vivere nel deserto con lui ho chiesto se potevo portare i miei figli, mi ha risposto di sì, che ci sarebbe stata una tenda anche per loro. Allora questo abbiamo fatto, del resto il suo modo di intendere il cinema richiede di essere nei veri luoghi. Quando sono arrivata nel mezzo del deserto, vedendo solo l'orizzonte, mi sono trovata su un cammello nel tardo pomeriggio appena essere arrivata dopo un viaggio in aereo. Ma devo dire che tutto questo, oltre a dormire sotto le stelle e vedere il cielo di notte, è un meraviglioso ricordo per me. Il bello del film è che vedi quanto quella regione, il deserto e il popolo che la abita, siano splendidi e ti facciano sentire intimamente connesso. Mi ha permesso di allargare i miei orizzonti e il mio pensiero oltre a studiare e comprendere la storia."
Parole al miele ha speso Herzog nei confronti della sua protagonista, presente in praticamente ogni scena del film, di cui loda "l'incredibile serietà ed etica del lavoro."
Una donna che visse due grandi storie d'amore finite in tragedia, una delle quali con un giovane diplomatico dell'ambasciata britannica a Tehran, interpretato da James Franco. Un'alchimia che Herzog ha ritenuto subito notevole, la chiave decisiva, ha aggiunto, per raccontare sul grande schermo una storia d'amore fra due persone.
"Non avevamo mai lavorato insieme, c'eravamo visti una volta sola - ha detto James Franco - ma naturalmente l'ammiro, ho molta stima di lei e ci sia scoperti subito complici. Poi è stato divertente vedere un maestro come Werner Herzog alle prese con la prime scene romantiche della sua carriera; lui abituato a generi molto diversi. E' noto come regista estremo, ma ha la piena consapevolezza dei limiti in cui deve muoversi. Mi sono sempre sentito al sicuro."
Quello che è sicuro è che i suoi attori hanno amato il suo modo di lavorare. Addirittura la Kidman si è spinta a dire che farebbe di tutto con Herzog, "sentendomi al sicuro o meno. Amo il suo essere autentico, adattare il piano di riprese a quello che poteva succedere. Se pioveva e non era previsto, si andava lo stesso a girare. Fa parte della scarica di adrenalina di fare un film con lui. Sfiderei la natura o addirittura il mondo per fare una nuova cosa con lui."