La migliore offerta - incontro con Giuseppe Tornatore e il cast del film
Il premio Oscar Giuseppe Tornatore torna al thriller con un film ambientato nel mondo agiato delle aste d'arte

Dopo un film come Baaria, molto costoso e dall’incasso deludente, Giuseppe Tornatore si concede un ritorno al thriller e dopo La sconosciuta torna a raccontare atmosfere mitteleuropee con La migliore offerta, ambientato nel mondo delle aste d’arte, in uscita il 1 gennaio. Il regista lo ha presentato alla stampa a Roma insieme all’attrice protagonista, l’olandese Sylvia Hoeks e all’autore delle musiche Ennio Morricone. In collegamento da Melbourne il protagonista assoluto Geoffrey Rush, impegnato in questi giorni a teatro in patria.
Il regista siciliano, che per la prima volta ha abbandonato la sua amata pellicola per il digitale, sollecitato su quanto i temi presenti nel film siano tipici del suo cinema ha riconosciuto come “l’ossessione dello spazio e del mondo esterno è vicino a tematiche che ho affrontato in altri film come La leggenda del pianista sull’oceano. Dei temi che ti sono cari ti rimangono addosso anche se non te ne accorgi e ritornano magari in storie completamente diverse. Il discorso sul rapporto fra il concetto di bellezza e l’ arte era il tema di fondo del film. Mi divertiva pensare a bellezza e amore come prodotto dell’arte in senso anche allegorico. Il film ha un livello di lettura semplice poi altri molto complessi ed allegorici che hanno reso il nostro lavoro molto complicato.”
Rush è uno dei tre premi Oscar coinvolti in questo progetto e ha dimostrato la sua grande bravura, ma anche la sua simpatia, scherzando su come la sua immagine proiettata via satellite a tutto schermo nella sala della conferenza stampa dietro a tutti lo facesse sentire come un burattinaio. Tornando serio ha detto che “Giuseppe non ha paura di usare metafore e gli ho detto una volta come mi sembrasse che il suo film fosse una conversazione fra la vecchia e la nuova europa. La prima è ricca di stile e piena di storia, ma molto sola, fuori contesto nel mondo moderno. Alla fine la speranza è che possano magari incontrarsi.” Un rapporto da subito molto forte quello fra Tornatore e Rush. Fin dal primo incontro in un ristorante italiano in Australia e poi consolidato anche grazie alla buona cucina di Trieste, dove la maggior parte del film è stato girato. Il regista ha ricordato come ci fosse un gruppo di lavoro affiatato che voleva a tutti i costi fare questo film, come Rush abbia spesso ignorato le severe regole sindacali per donarsi sempre con grande generosità. Questo e solo questo ha reso possibile superare le tante difficoltà inevitabili in un film impegnativo come questo dal budget di 14 milioni di euro. Non ha nascosto le difficoltà dopo il flop di Baaria e la sua nota abitudine di sforare i costi previsti: “ma questa volta è andata proprio bene. Sono fiero e felice e tutto quello che dico è la verità”.
Nel film il protagonista è un battitore d’aste di grande successo: “una volta deciso questo-ha aggiunto Tornatore-mi sono documentato e mi ha colpito come in alcuni casi, magari per opere non troppo importanti, non ci sia una base d’asta stabilita, che viene piuttosto delegata al giudizio del pubblico, alla migliore offerta. Questo mi ha colpito e mi ha portato alla scelta del titolo, anche perché se in un’asta la migliore offerta è la cifra più alta nelle gare d’appalto invece è la più bassa. Mi colpiva si potesse usare la stessa frase per intendere due cose completamente diverse ma dirette allo stesso scopo. Quale può essere allora la migliore offerta che siamo capaci di offrire per ottenere quello che desideriamo?”
Tutti sono concordi nel sottolineare l’importanza dell’attento lavoro di preparazione e di lettura del copione svolto, vista la complessità della struttura e dei dialoghi. Per dirla con Geoffrey Rush: “ho dovuto imparare la sceneggiatura come fosse un lavoro teatrale, con dialoghi intensi. Sapevo che le aste sarebbero state come un teatro, con tanta gente davanti a me e un grande spazio, ma nelle scene più intime non potevo vedere l’altro personaggio, che per metà film è chiuso in una stanza a chiave. Abbiamo speso molto tempo in prove molto dettagliate e ho scoperto come Sylvia sia un’attrice divina e coraggiosa che trova tante sfumature all’interno del suo personaggio. Ci siamo poi divertiti a dare vita alle sue ossessioni, come quella di indossare sempre dei guanti. Vi assicuro che non è semplice fare tutto con i guanti, ho dovuto lavorarci molto. Il mio è un personaggio classico molto complesso e isolato che vive nella ricchezza e in salute, senza molte delle ansie contemporanee, quasi fuori dal mondo”.
Sul rapporto fra i due protagonisti ha insistito anche una timida ed emozionata Sylvia Hoeks: “Abbiamo fatto molte prove insieme ed è stato molto importante. Sono solo una voce nella prima metà del film, per far crescere questa relazione era importante aver conosciuto e provato con lui. Il mio è un ruolo molto intrigante, è stato così eccitante leggere questa storia che poi volevo assolutamente conoscere di più su lei e lui, sulla loro storia e il loro rapporto. È in qualche modo intrappolata nella sua stessa vita. Lasciar entrare quell’uomo nella sua vita è stata una grande sfida così come lo è stato per me interpretare questo ruolo.”
Come abitudine nella carriera di Tornatore, la colonna sonora è stata scritta e orchestrata dal maestro Ennio Morricone che ha detto come “la lettura del copione sia stata decisiva e mi abbia tirato fuori alcune idee che avevo dentro indirizzandomi verso un lavoro libero di improvvisazione organizzata. La storia mi ha provocato e spinto ad osare. In una scena in cui si vede la stanza preferita del protagonista, piena di di tantissimi quadri, avevo immaginato come Peppuccio avrebbe girato e mi ha stimolato a scrivere e identificare i quadri con delle voci che si presentavano nella testa del protagonista.” Un lavoro molto elaborato, ha incalzato il regista, che ha ricordato come “un madrigale sia il filo che lega ogni voce. Ennio ha composto qualcosa come 30 madrigali di cui abbiamo usato dei frammenti con un montaggio continuamente dinamico.”
In conclusione Tornatore ha detto di essersi molto divertito con questo film a giocare sul vero e falso “in una storia che nasce dalle ceneri di due film diversi che non riuscivo a risolvere, ma poi sovrapponendoli ho trovato quello che cercavo. Questo film è un lavoro di artigianato cinematografico. Non di filosofia, ma di gioia della narrazione. Non mi sentivo un regista che girava un film su grandi temi, mi piaceva la struttura della storia. Questa linearità che nasconde invece una complessità per certi versi non raccontabile sullo schermo era una piccola sfida.”
La migliore offerta, che vede nel cast anche Donald Sutherland e Jim Sturgess, uscirà nelle sale il 1 gennaio in 360 copie distribuito da Warner Bros Italia.