La mia famiglia a soqquadro: presentato a Roma il film indipendente con Marco Cocci
Una commedia paradossale in cui un bambino progetta il divorzio dei suoi genitori.
La mia famiglia a soqquadro, film indipendente diretto da Max Nadari e in uscita il 30 marzo in 30 sale, è stato presentato a Roma dal regista e dal suo nutrito cast, che comprende Marco Cocci, Bianca Nappi, Elisabetta Pellini ed Eleonora Giorgi. Nei panni del protagonista c'è Gabriele Caprio, figlio del celebre doppiatore Mino (nel film nel ruolo di un professore). La storia racconta del piccolo Martino che, emarginato dai coetanei all'inizio della scuola media, decide di far separare i suoi genitori (Cocci e Nappi), invidioso delle vite apparentemente idilliache dei suoi compagni, sballottolati tra regali e viaggi esotici, garantiti dalle loro famiglie allargate e dai sensi di colpa di genitori divorziati.
La storia dietro al film è piuttosto lunga. "L'idea" - ci spiega Nadari - "nasce da un mio precedente cortometraggio, Il regalo più bello, e da un vissuto personale: ero stato in un collegio un po' "in", mi sentivo un pesce fuor d'acqua, mi confrontavo coi coetanei, mi sentivo fuori dal gruppo. Il tema della diversità e dell'omologazione l'avevo già toccato in precedenza, ma il film non tratta solo le vicende del ragazzino, ma anche quella di una famiglia, volevo articolare il discorso su tutti i personaggi. Mia madre, Renea Rocchino Nardari, che è la mia coproduttrice, è avvocato matrimonialista, si è occupata di queste tematiche nel libro Figli Violati. Quarant'anni fa avere i genitori separati era quasi un'onta, ora raccontiamo un paradosso. Non avevo intenzione di raccontare soltanto la contesa dei genitori, ma approfondire i non detti: con la sua ingenuità Martino scopre i non detti nel rapporto tra gli adulti. Affrontiamo anche il bullismo, la tecnologia imperante, il telefonino che diventa un simbolo. Martino alla fine del suo percorso capirà che essere diverso è un valore. Non andavo alla ricerca di un pensiero troppo filocattolico, volevo rappresentare la società odierna: non è importante giudicare chi rimane insieme o chi si separa, è importante che ci sia rispetto e amore verso i figli. Il tono è volutamente leggero per arrivare a tutti, per raccontare con il sorriso di fiaba una realtà odierna molto concreta. Non cercavo un contesto geografico specifico, anche se l'abbiamo girato a Terni."
Uno sguardo internazionale che sta già ripagando Nadari dell'impegno: il film è stato presentato con successo l'anno scorso a Tokyo, mentre ha attirato l'attenzione di produttori americani per un remake ("Una volta tanto non siamo noi a fare remake!"), dopo essere stato già venduto alle linee aree inglesi e aver interessato un mercato cinese. Perché La mia famiglia a soqquadro è un lungometraggio totalmente indipendente girato in sole quattro settimane per la Reset Production dello stesso Max, ma ha già patito un certo naturale ostracismo del mercato: la parte finale del film è ambientata a Natale, ma non è stato possibile arrivare in sala in quel periodo, terra di conquista delle major (il film è distribuito dalla piccola etichetta Europictures).
Eleonora Giorgi, interprete di una nonna molto combattiva, ha forti idee al riguardo: "Questo film se fosse americano meriterebbe 300 copie, non 30. In Italia si vogliono fare i film con i nomi, con il cast di richiamo, poi guardi gli incassi e son 20.000 euro. Chi, a parte Ficarra, Picone e Checco Zalone, è un cast oggi?" L'attrice è anche molto contenta della caratterizzazione della sua nonna attrice a New York: "Nel cinema e nella fiction di solito la figura femminile non è trattata così: fai la Lolita fino a 58 anni, poi per te c'è direttamente A spasso con Daisy. La madre di Max è una donna autonoma, così come il mio personaggio, rivendica un diritto a una carriera ma anche a una figlia. E' una donna di sessant'anni per una volta non in crisi con la vita. Ho sentito molto l'argomento, io sono una figlia di separati, sono stata molto segnata. Volevo vivere un amore unico, anche con cinque figli, dedicando la mia vita a un mio uomo: ci ho provato. Sono finita con due divorzi, ma sono stata all'antica nel volere sempre figli dagli uomini che ho amato."
Anche Marco Cocci, papà imbranato ma di buon cuore, è contento dell'esperienza: "Max mi ha fatto uscire dal mio solito canonico personaggio, quello che si fa le canne e pensa sempre alle donne. E' un personaggio goffo e sempliciotto. Mi piace pensarlo come un Clark Kent che non si trasforma mai in Superman." Discorso simile per Bianca Nappi, una mamma che pensa di tenere sotto controllo la sua vita: "La cosa che mi ha colpito di più è stata la storia, mi sono innamorata del personaggio, ho anche ringraziato Max per avermelo proposto. Non c'è una femme fatale o all'opposto una moglie in bigodini e ciabatte, lei è entrambe le cose. Mi ha dato un percorso, la possibilità di cambiare interiormente ed esteriormente. Riguardo ai temi forti della storia, io direi che uno sia: come cambia il concetto di normalità? La normalità è un concetto fluttuante."
Elisabetta Pellini, sullo schermo presunta amante del babbo, è d'accordo: "E' un mondo al contrario, è una commedia intelligente che ti fa sorridere e emozionare. Non è un film solo per bambini, dal punto di vista di un bambino, ma fa riflettere tutti. E anche la scuola rappresentata è molto attuale." Sulla rappresentazione della scuola in La mia famiglia a soqquadro interviene il cosceneggiatore Fausto Petronzio: "Lavoro da tanti anni con le scuole, la figura tra il serio e il faceto del preside è emblematica, come pure una sua battuta, detta ai genitori di Martino: voi litigate, però poi i problemi ce li prendiamo noi!"
Un'ultima parola per Gabriele Caprio, il giovanissimo Martino dello schermo: "Molta gente non si accontenta di quello che ha, il voler essere uguali agli altri può diventare una maledizione, ma solo se vuoi diventare esattamente come qualcun altro." Al di là dei temi, il suo sorriso di esaltazione al ricordo della scena in cui Nardari gli ha consentito di imitare Michael Jackson è una buona sintesi dello spirito vivace e sincero che ha generato La mia famiglia a soqquadro.