L'inganno: Sofia Coppola, Nicole Kidman e Colin Farrell parlano del film a Cannes
Un remake de La notte brava del soldato Jonathan in cui il punto di vista è femminile.

Già protagonisti di The Killing of a Sacred Deer di Yorgos Lanthimos, in cui interpretavano una coppia sposata, Colin Farrell e Nicole Kidman capitanano - insieme a Kirsten Dunst ed Elle Fanning - il cast de L’inganno di Sofia Coppola. Remake de La notte brava del soldato Jonathan di Don Siegel e come questo adattamento del romanzo di Thomas Cullinan "A Painted Devil", il film ci porta nella Virginia della Guerra di Secessione, dove un soldato nordista ferito (Farrell) viene accolto in un collegio di fanciulle sudiste di cui la Miss Martha della Kidman è direttrice.
"La mia produttrice Anne Ross” - ha spiegato la Coppola raccontando la genesi de L’inganno - "mi ha detto: devi vedere il film di Don Siegel e fare una tua versione del libro. Ho seguito il suo consiglio, ho visto La notte brava del soldato Jonathan e mi è rimasto in mente per molto tempo. In quel film la storia veniva narrata da un punto di vista maschile, così ho pensato che avrei potuto cambiare prospettiva e raccontarla attraverso gli occhi delle donne. Non so se L’inganno sia un film che parla di emancipazione femminile, potete interpretarlo come preferite. Più di ogni altra cosa, desideravo parlare di guerra fra i sessi, cosa che spero di aver raccontato in maniera divertente. E poi mi interessava rappresentare donne di diverse età e lavorare con attrici di diverse età".
Bella, luminosa e statuaria, Nicole Kidman ha detto che per nessuna ragione al mondo avrebbe perso l’occasione di lavorare con la Coppola: "Sofia è venuta da me a Londra mentre facevo uno spettacolo, abbiamo cenato insieme, ho preso la sceneggiatura, ma, ancor prima di cominciarla, le ho detto: io per te reciterei anche l’elenco telefonico. Per me è un onore e una gioia essere a un festival con questo film. A volte è dura promuovere un film, soprattutto se non hai una major alle spalle. Noi oggi siamo fortunati ad avere una simile vetrina".
Ne L’inganno Nicole Kidman è la guida spirituale e il modello morale di ragazze a cui deve insegnare ad essere forti per affrontare con coraggio la fine della guerra. Il coraggio è anche la dote che l’attrice dimostra ogni giorno nella vita, tentando di trarre insegnamenti dai propri sbagli: "Cerco di pensare positivo, a volte faccio cose giuste, a volte sbaglio. Questo lavoro e questa vita sono un viaggio. Insegno ai miei bambini che è normale cadere, sbucciarsi le ginocchia e piangere, e che poi ci si rialza, ci si riprende. Anche artisticamente puoi cadere, ma poi ti rimetti in piedi, e se hai passione e curiosità, riesci ad andare avanti. Quindi evviva gli sbagli, facciamone tanti!".
Che sia o meno un film femminista, L’inganno ha offerto alla Kidman l’occasione di pensare un po’ alle donne e il cinema, a Jane Campion, per esempio, che al festival ha presentato la seconda stagione di Top of the Lake (in cui Nicole ha un ruolo): "Dobbiamo sostenere le donne registe, speriamo che le cose migliorino, la gente dice: ora la situazione è diversa, ma non è poi così differente rispetto a qualche anno fa. Come attrice, lavoro per ogni media. Credo che abbiamo bisogno di storie, il mondo cambia e dobbiamo cambiare anche noi e adeguarci ai nuovi formati, quindi ben venga la televisione. Ho cinquant’anni e non ho mai lavorato tanto come in questo periodo, perché ho l’abitudine di passare in continuazione da un linguaggio all’altro".
Anche Colin Farrell è un artista infaticabile, e anche lui non disdegna di tanto in tanto il piccolo schermo. Però L’inganno gli ha regalato qualcosa in più: "Per me questo film è stato un lungo viaggio, un viaggio di molti chilometri, in mezzo a una miriade di corsetti. E’ stato il progetto che mi ha entusiasmato di più nella mia intera carriera. Sono cresciuto con tre donne forti e fantastiche, mia madre e le mie due sorelle, quindi mi ha fatto un immenso piacere lavorare circondato da donne così straordinarie, creative, talentuose, curiose. Mi sentivo a mio agio sul set, avevo fiducia in Sofia, ma francamente non sapevo cosa sarebbe venuto fuori da un’esperienza che in qualche modo mi sembrava folle. Mi piace essere diretto dalle donne e mi piace che il punto di vista della storia sia femminile. Sofia è gentile, elegante di modi e intelligente. Ciò non significa che non abbia una specie di energia animale. E poi c’era Nicole: la prima volta che abbiamo lavorato insieme ci siamo piaciuti, la seconda ci siamo adorati!".
Nel film di Don Siegel il soldato nordista aveva il volto di Clint Eastwood. Farrell, sfortunatamente, non ha potuto incontrarlo per parlare del film: "Non ho mai avuto l’opportunità di conoscere Clint Eastwood. Naturalmente ho visto il film originale e mi ha molto colpito, anzi inquietato. Avevo già fatto due remake e avevo giurato a me stesso che non ce ne sarebbe stato un terzo, ma quando Sofia Coppola ti offre di lavorare con lei, non puoi rifiutare. Non so se L’inganno sia un rifacimento o una reinterpretazione, ma trovo che abbia comunque una sua originalità, Clint era straordinario, certo, e inimitabile, ma sono stato molto felice di poter mantenere la mia origine irlandese, il mio accento. Ho inventato una piccola backstory per il mio personaggio, ho immaginato che fosse un immigrato arrivato in America a cercare fortuna e proveniente da un paese distrutto".
A proposito del confronto fra i due film, la Coppola rivela: "Non volevo fare un vero proprio remake. L’inganno doveva essere una mia creazione. Vedremo i due film a Hollywood, perché il mio caro amico Quentin Tarantino ha organizzato una doppia visione, per mostrare due versioni della stessa storia".
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