Interviste Cinema

John Turturro spiega Jesus Rolls - Quintana è tornato: "Parla di libertà, generosità, amore e uomini più stupidi delle donne"

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L'atteso spin off del Grande Lebowski (che col film dei Coen non c'entra niente) sarà nei nostri cinema dal 17 ottobre.

John Turturro spiega Jesus Rolls - Quintana è tornato: "Parla di libertà, generosità, amore e uomini più stupidi delle donne"

Ultima delle pre-aperture della Festa del Cinema di Roma 2019 ("non poteva far parte della Selezione Ufficiale per motivi legati alla data d'uscita già fissata," si è affannato a spiegare il direttore artistico della Festa Antonio Monda), Jesus Rolls - Quintana è tornato è il tanto vociferato, sperato e atteso spin off che regala vita autonoma al personaggio interpretato da John Turturro in Il grande Lebowski, quello del giocatore di bowling portoricano e "pederasta" che è un acerrimo rivale del Drugo e dei suoi amici, su quelle piste che attraversava sulle note dei Gipsy King fasciato in una tutina viola tutta aderente.
"I Coen quel personaggio me lo hanno un po' rubato," spiega sorridendo Turturro, che di questo film è non solo protagonista, ma anche sceneggiatore e regista. "Jesus era nato ispirandomi a una mia esperienza teatrale del 1988, era vagamente basato su un commediografo un po' portoricano, un po' russo e un po' cubano con cui stavo lavorando, e piacque poi così tanto a Joel che l'ha voluto mettere nel loro film."
Chi però volesse andare al cinema dal 17 ottobre, aspettandosi di trovarsi di fronte a uno spin off ortodosso del film dei Coen, si sbaglierebbe di grosso. Perché Jesus Rolls - Quintana è tornato non ha praticamente nulla a che fare col Grande Lebowski, né forse col Jesus che conoscemmo in quell'occasione.

Nel raccontare la storia e le scombinate peripezie di un Jesus appena uscito di prigione, che si riunisce con l'amico Petey (altro ex galeotto interpretato da Bobby Cannavale) e poi forma un trio con la disinibita sciampista francese Marie (l'ex Amelie Audreuy Tautou), affrontando con loro mille estemporanee avvenute, Turturro ha realizzato una sorta di remake di I santissimi, film diretto da Bertrand Blier nel 1974 a partire da un suo stesso romanzo.
"Perché ho creato una connessione tra Jesus Quintana e I Santissimi? Perché sono pazzo!," ridacchia Turturro, consapevole del fatto che quel personaggio è stato la chiave per poter tirare su i soldi necessari a fare il film che voleva.
"Adoro Blier perché parla di libertà e mi piacciono i legami che crea e racconta," continua più serio Turturro. "Questo per me è un film che parla della generosità dei senza potere e degli emarginati. Parla di uomini che più stupidi delle donne, sempre più profonde di loro, che cercano di capirle e falliscono sempre. Agli uomini piace pensare di sapere sempre tutto, di saper fare tutto, di essere bravissimi a letto, e questo film mostra come non sia vero. È per questo che ho voluto Bobby," scherza di nuovo, ma nemmeno troppo. "Mi piaceva avere al mio fianco una persona che capiva questo gioco delle parti. Apprezzo di Bobby il connubio tra mascolinità e femminilità che lo caratterizza, anche fuori dal set e nel suo vivere quotidiano."
Per Turturro, Jesus e Pete sono come Don Chisciotte e Sancho Panza: "La loro impresa è la ricerca della libertà, del vivere sempre il momento, del non seguire le regole."

L'incontro con la Marie di Tautou, oltre a far comprendere a questi due personaggi i limiti di un certo modo di essere uomini, cambierà anche lei: "Marie," spiega Turturro, "è una ragazza che non è abituata a essere trattata bene, ma poi incontra questi due ragazzi, che sono ruvidi ma anche dei gentiluomi, e che le fanno capire cosa si provi a essere trattata bene. E loro, a loro volta, imparano a volerle bene. Crescono tutti, in questo loro strano rapporto, che io vedo come tra fratelli e sorelle, con il bonus del sesso. Ma a crescere maggiormente credo sia lei. Tutti e tre i personaggi femminili chiave del mio film," aggiunge Turturro riferendosi anche a quello interpretato da Susan Sarandon (una donna che incrocerà la sua strada con quella di Jesus e Pete) e a quello di Sonia Braga (la mamma di Jesus), "sono in fondo un unico grande personaggio femminile. L'anima del film è insita dal punto di vista femminile, e non a caso ho voluto che montatrice e autrice delle musiche, Simona Paggi e Emilie Simon, fossero donne."
E tutto quel sesso?, chiedono a Turturro. "Il sesso fa parte della vita, mi interessa sempre quello che succede tra un uomo e una donna," risponde lui.  "Tutti abbiamo una sessualità, è una parte importante della nostra, e con la quale penso ci si possa divertire. Però per me questo film parla di amore, anche se in modo strano. Come in tutti i miei film."

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  • Critico e giornalista cinematografico
  • Programmatore di festival
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