Jean Paul Belmondo: il Leone d'oro alla carriera del Festival di Venezia 2016 si racconta
Sorridente, candido, un po' smarrito, Jean-Paul Belmondo si è prestato alle domande dei giornalisti presenti al Festival di Venezia
Sorridente, candido, un po' smarrito, Jean-Paul Belmondo si è prestato alle domande dei giornalisti presenti al Festival di Venezia per una manciata di minuti, prima di recarsi in Sala Grande dove gli è stato consegnato il Leone alla carriera.
Cosa prova di fronte a questo riconoscimento?
Provo un sentimento di grande felicità, sono molto onorato. Ricordo di esser venuto a Venezia una volta, quando ero giovane, per girare un film, e mi aspettavo di trovarci tutta Cinecittà: e invece no. Tornai a Parigi, e dopo poco mi arrivò la telefonata di Vittorio De Sica, che mi proponeva di girare La ciociara con Sophia Loren.
Cosa ricorda degli inizi della sua carriera?
Semplicemente, dopo 9 anni di teatro, ho incontrato Godard e abbiamo girato All'ultimo respiro. Quello è stato l’inizio di tutto.
Come guarda oggi alla sua carriera?
Non penso mai al passato, guardo sempre avanti.
Siete ancora amici con Alain Delon?
Ma certo che siamo amici, ci vediamo spesso.
Ha qualche rimpianto?
Nella vita ho fatto tutto quello che volevo fare. Oggi amo il sole e il mare.
Ci sono oggi degli eredi di Belmondo?
Eredi di Belmondo? Ma certo, ce ne sono tanti: ma sta a loro darsi da fare e farsi valere.
Cos’è oggi, per lei, la felicità?
La felicità oggi è qualcosa di complicato da ottenere. Uno deve convincersi di essere felice per dimenticare le cose brutte del mondo. Bisogna sorridere, e andare avanti.