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Jamie Bell alla conferenza stampa di Le avventure di Tintin
Entusiasta come il suo personaggio, Jamie Bell ha presentato al pubblico italiano Le avventure di Tintin nel corso di una conferenza stampa al Festival di Roma.

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Jamie Bell alla conferenza stampa di Le avventure di Tintin al Festival di Roma 2011
Entusiasta come il suo personaggio, Jamie Bell ha presentato al pubblico italiano Le avventure di Tintin nel corso di una conferenza stampa al Festival di Roma. Il film ha portato il giovane attore a entrare in contatto con Steven Spielberg, suo idolo sin dall'epoca in cui a otto anni ebbe la sua prima esperienza cinematografica: Jurassic Park. "Pensavo che Spielberg fosse un mago e vivesse in un altro mondo, come Michael Jackson." Di Steven apprezza la capacità di risvegliare il bambino nascosto in ogni attore, anche se sono stati la producer Kathleen Kennedy e Peter Jackson a suggerirlo per il ruolo di Tintin in due diversi casi: quando aveva sedici anni (ma il film allora non partì) e in un secondo momento, quando il progetto si è finalmente avviato, dopo che Jackson lo aveva diretto in King Kong.
Chi è Tintin per lui? Un personaggio che ha popolato la sua vita di ragazzino cresciuto nel nord-est dell'Inghilterra, appassionato di tutti gli albi del ciclo. Poteva viaggiare tramite le sue avventure: Tintin era l'idealista per eccellenza, morale e nobile, lontano da supereroismi, e lo affascinava che di lui non si sapesse nulla. Il suo albo preferito è Tintin in Tibet, perché sogna tuttora un futuro da scalatore e perché il giovane reporter mostra nella storia la sua emotività e vulnerabilità. Bell spera di aver regalato con il film a un bambino di otto anni la fuga dalla realtà che provava lui all'epoca durante la lettura. Jamie ha parole anche per il performance capture, la tecnica con cui Le avventure di Tintin è stato realizzato: a dispetto della difficoltà di portare a termine le scene più scomode da rendere in un teatro di posa (il galleggiamento in acqua, le turbolenze su un aereo), gli è piaciuta del metodo la grande libertà ludica che gli ha garantito. Eccezionale suggeritore per questa "recitazione in differita" è stato Andy Serkis, sullo schermo il capitano Haddock, amico e compagno di avventure di Tintin. Per Bell Serkis non è solo un grande esperto del performance capture (dopo il Gollum e King Kong), ma è proprio un talento a tutto tondo da ammirare : suona il sassofono, balla. Andy è stato anche molto generoso con i compagni di set disorientati dalla recitazione coi sensori. Grazie all'anima di Serkis, il performance capture acquisisce una forza emotiva.
A gennaio Bell tornerà nelle sale con il thriller Man on a Ledge, ma in generale gradirebbe riabbracciare il cinema indipendente per riscoprire personaggi interessanti. Film di danza come il Billy Elliot che gli diede la fama? Gli piacerebbe, ma non c'è abbastanza interesse per il tipo di danza che lui preferisce: il tip-tap! Tintin continuerà? Jamie non lo sa: di certo Jackson vorrebbe dirigere il sequel, di cui la sceneggiatura è già pronta, ma l'effettiva entrata in produzione dipenderà chiaramente dall'apprezzamento del pubblico.