Io sono l'abisso: intervista a Donato Carrisi, che ci spiega perché la spazzatura dà più informazioni di Wikipedia
Esce oggi Io sono l'abisso, terzo film di Donato Carrisi e terzo adattamento di un suo romanzo, uno dei più belli, per la precisione. Abbiamo intervistato il regista e sceneggiatore, parlando con lui di spazzatura, paure infantili e serial killer.

Dopo La ragazza nella nebbia e L'uomo del Labirinto, Donato Carrisi firma la regia di Io sono l’abisso, trasposizione cinematografica di uno dei suoi libri più accattivanti e d’atmosfera. La vicenda si svolge intorno al Lago di Como, che nelle sue sfarzose ville ospita famiglie disfunzionali, segreti e solitudini. In questo scenario si muovono un serial killer e una donna con un passato di dolore. Non hanno un nome, ma vengono chiamati semplicemente L'uomo che Pulisce e La cacciatrice di mosche, e siccome questa forma di identità negata ha stregato molti lettori del romanzo, Carrisi ha deciso di fare promozione al film senza i suoi attori protagonisti, di cui nemmeno noi riveleremo i nomi. Vi basti sapere che sono molto bravi e che hanno fatto un lavoro incredibile sui loro personaggi.
Io sono l'abisso arriva in sala oggi distribuito da Vision Distribution. Il film ha uno stile particolare e comincia e finisce nell’acqua, che non è tanto simbolo di rinascita quanto di occultamento: di prove, omicidi e cose private che nessuno dovrebbe scoprire. E poi, un un mix di thriller e dramma, c'è l'infanzia negata o violata. È un tema caro a Donato Carrisi, che della paura è un vero maestro e che abbiamo avuto il piacere di intervistare, parlando prima di tutto di spazzatura...