Interviste Cinema

Incontro con il cast del film Qualcuno con cui correre

In occasione della presentazione alla stampa del film Qualcuno con cui correre, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore David Grossman pubblicato nel 2002, abbiamo avuto il piacere di scambiare alcune opinioni col regista del film, Oded Davidoff, e con i due giovani protagonisti, Bar Belfer e Yuval Mendelson, che nel film interpret...

Incontro con il cast del film Qualcuno con cui correre

Incontro con il cast del film Qualcuno con cui correre

In occasione della presentazione alla stampa del film Qualcuno con cui correre, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore David Grossman pubblicato nel 2002, abbiamo avuto il piacere di scambiare alcune opinioni col regista del film, Oded Davidoff, e con i due giovani protagonisti, Bar Belfer e Yuval Mendelson, che nel film interpretano due fratelli persi in una Gerusalemme caotica e segnata da evidenti problemi.“Volevo mostrare questa città per come è ora - ha detto il regista – sia nel suo essere molto simile a qualsiasi altro posto che sta subendo il processo di globalizzazione, sia nel suo essere comunque attraversata da numerose tensioni sociali, essendo un miscuglio di religioni, razze e culture differenti tra loro”.

Tornando all’origine del film, il bellissimo romanzo di Grossman, Davidoff ha immediatamente evidenziato la disponibilità dello scrittore a collaborare per la riuscita del film: “All’inizio ero terrorizzato dal progetto. Portare sul grande schermo il lavoro di uno dei più grandi scrittori contemporanei mi sembrava andare oltre le mie capacità e la mia esperienza. Ma già dia primi inceri con Grossman lui ha dimostrato piena volontà di aiutarmi, e mi ha messo a mio completo agio. Il timore quindi pian piano si è trasformato in senso di responsabilità e quindi in onore per il lavoro che mi era stato assegnato”.

La vicenda di Qualcuno con cui correre racconta della giovane Tamar (Bar Belfer) che si mette sulle tracce del fratello Shai (Yuval Mendelson), eroinomane che è scappato di casa e si è unito ad una comune di artisti di strada, vessati da uno sfruttatore che li sfrutta per i suoi traffici illegali. “Per fortuna io non ho mai vissuto una simile esperienza in maniera diretta – precisa subito Bar – ne sarei stata devastata. Credo che la realtà che il film racconta sia purtroppo molto attuale, soprattutto in una metropoli come Gerusalemme”. Anche Mendelson conferma questa triste ipotesi: “Per prepararmi al mio ruolo,quello di un tossicomane, mi sarebbe potuto bastare andare in giro per vari posti della città, dove i giovani vivono sulla propria pelle una moltitudine di disagi che li porta su strade più difficili da percorrere”.

Sia la Belfer che Mendelson sono esordienti sul grande schermo, ma entrambi sono stati scelti per la loro precedente carriera di musicisti, come sono i personaggi che interpretano. La domanda quindi era d’obbligo: quale differenza c’è tra l’esibirsi davanti alla macchina da presa rispetto al un pubblico reale? “Io mi sono sentita molto meno sotto pressione davanti la macchina da presa – confessa Bar. Provenendo da un tipo di istruzione più classica, l’impatto col pubblico ha un impatto decisamente più forte”. “Io preferisco decisamente la vita del musicista rock, perché puoi alzarti tranquillamente a mezzogiorno quando vuoi!” scherza invece Yuval.

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