Il professor Cenerentolo: Leonardo Pieraccioni festeggia 20 anni di regie (e 50 primavere)
Puntuale come ogni anno dispari, arriva il film scritto, diretto e interpretato dal toscano.

Nel ventennale del suo esordio, arrivato nel 1995 con I laureati, torna al cinema come in ogni anno dispari Leonardo Pieraccioni, il bischero dal cuore d'oro, lanciatissimo in anni di governo Renzi rimarcati con malizia anche in una battuta finale di questo Il professor Cenerentolo.
Nel film, co-sceneggiato con gli amici Giovanni Veronesi e Domenico Costanzo, Pieraccioni interpreta Umberto Massaciuccoli, ingegnere toscano finito nel carcere di Ventotene - dove è amatissimo da tutti e dà ripetizioni alla laureanda figlia del direttore, e dove pensa a sua figlia adolescente che si vergogna di lui - in seguito a un goffo tentativo si svaligiare il caveau di una banca, come un moderno Solito ignoto. E Umberto, detto “il professore” dentro il carcere, diverrà anche “cenerentolo” in seguito a una serie di innocenti e brevi evasioni dai suoi impegni nella biblioteca comunale, spinto dall'amore a prima vista con la bella e svanita Morgana, interpretata da Laura Chiatti.
“È un grande bilancio quello che posso trarre al termine di questi vent'anni,” dice il toscano, “e del quale devo ringraziare il pubblico, che è stato così generoso con i miei film, e spero che lo sia anche con questo. I laureati era nato dalla speranza di vedere realizzato un film in pellicola, perché prima avevamo girato dei corti con una telecamerina, e si è trasformato nell'inizio di un viaggio. Io sono un cabarettista prestato al cinema, il cinema è l'amante per la quale ho tradito un'attività e che non ho lasciato.”
Nel Professor Cenerentolo, Pieraccioni affronta un personaggio che definisce diverso da quelli affrontati fino a questo momento al cinema, “appesi al pero e ingenui in amore”. Umberto ha tentato una rapina, e quando conosce Morgana pensa a infilarsi nelle sue mutandine prima che nel suo cuore, disposto a numerosi raggiri per di raggiungere i suoi intenti. “Mi sono fatto un regalo per i miei 50 anni,” racconta, “qualche anno fa un personaggio così l'avrei fatto fare a Ceccherini, o a Papaleo, ma oggi me lo sono preso io: con tutte le marachelle che combina, è più divertenti di quelli dei miei film precedenti. Se penso ai film che amo di più del passato, i grandi personaggi erano i cialtroni, sempre dotati di una poesia maggiore rispetto ai personaggi risolti.”
Quindi, ecco un Pieraccioni che ammicca vagamente ai Soliti ignoti, e che come in quel film racconta di una “banda di disgraziati mossa dal bisogno, e le bande di disgraziati mi hanno sempre intrigato molto. Lo spunto è nato da un fatto successo a un mio amico idraulico, che dopo aver fatto un lavoro per un hotel non è stato pagato e ha rischiato il fallimento: perché il vero lavoro, oggi, è riscuotere i soldi che gli altri ci devono. E poi ho pensato a cosa cosa reagirei se dovessi finire in galera a Sollicciano: siccome per prima mi mancherebbe la mia figliola, nel mio film Morgana è una fata che non serve tanto alla storia d'amore, ma a una cosa più nobile: il recupero di Umberto dell'amore della figlia. Non a caso, durante i nostri sopralluoghi carcerari, le cose più strazianti da vedere erano le foto dei figli nelle celle dei detenuti.”
Sebbene Flavio Insinna, che nel film interpreta il direttore del carcere in cui Umberto sta scontando la pena, abbia sottolineato la sua soddisfazione per come, sottotraccia, Il professore cenerentolo parli anche dell'importanza di “strutture detentive civili e umane, che siano realmente di rieducazione e riabilitazione”, Piaraccioni ha volutamente scelto l'isola di Ventotene come setting del film per “edulcorare la dura realtà del carcere. Ventotene è meravigliosa, ed essendo un posto così piccolo era funzionale alla parte comica del film, perché avendo un percorso obbligato e spazi così ristretti, tutti mi vedono Umberto non appena è dove non dovrebbe essere.”
Nel corso della presentazione alla stampa del film, tenutasi a Roma, Pieraccioni ha incassato le lodi di tutti i suoi attori.
Per Laura Chiatti è “senza dubbio è il regista con cui mi son trovata meglio, perché è figo, leggero, intelligente, e si permette il cazzeggio.” Insinna ne ha parlato come di un antidivo e di “un uomo di grande eleganza e di grande intelligenza.”
Perfino il sulfureo Massimo Ceccherini non ha avuto da ridire: “Leonardo è l'unico che mi prende ancora nei film. E dopo vent'anni in cui l'ho visto accompagnarsi, lui, a modelle e ballerine, mi ha concesso questa volta una bramata scena erotica.” Che di erotico, ovviamente, ha ben poco.
“Io ho la fortuna di avere tanto tempo per trovare gli interpreti dei miei personaggi,” ha ribattuto il regista, “e quindi posso scovare i migliori. Il cinema è fatto di co-protagonisti, più sono forti più io come protagonista ne beneficio. Attori forti mi tengono sempre dentro corde potenti, salde. Il risultato di questo lavoro di alto artigianato lo scopriremo solo fra qualche mese, noi ce l'abbiamo messa tutta.”
A voi, non resta che giudicare in uno degli oltre 500 schermi annunciati da Rai Cinema nei quali si vedrà Il professor cenerentolo a partire dal prossimo 7 dicembre.