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Il produttore Lorenzo di Bonaventura parla di Transformers 3

A Roma per accompagnare l'uscita del nuovo film di Michael Bay, il produttore dietro tutta la serie, il lanciatissimo Lorenzo di Bonaventura.

Il produttore Lorenzo di Bonaventura parla di Transformers 3

"Il nostro è il 3D destinato a durare": parola di Lorenzo di Bonaventura

È un americanone, Lorenzo di Bonaventura. Un uomo grande e grosso dall’espressione rilassata dietro alla montatura alla moda e i capelli sapientemente ingelatinati.
Dopo anni trascorsi in Warner (dove ha messo le mani anche alla saga di Matrix) si è messo a lavorare in proprio e nel giro di pochi anni è diventato uno dei più importanti produttori hollywoodiani: grazie a film come Constantine, 1408, Salt, il recente Red ma soprattutto la serie di Transformers.
A Roma per accompagnare l’uscita di Transformers 3, di Bonaventura ha cercato subito di spiegare come mai il secondo capitolo della saga abbia ricevuto tante critiche e avesse quasi allontanato definitivamente il suo autore, Michael Bay, dall’idea di proseguire il lavoro.

“Il grosso problema è stato lo sciopero degli sceneggiatori,” sostiene il produttore, “quando siamo andati in produzione il copione non era ancora terminato e nella pratica il lavoro effettuato sul set ha anticipato troppo le esigenze della scrittura: dovevamo andare di corsa, e così il plot, l’elemento più facile, è stato sviluppato, mentre a rimanere indietro sono stati i personaggi e le loro psicologie. Michael - che è un uomo competitivo, specie con sé stesso – ha avuto qualche incertezza, ma sentiva di poter fare di meglio, di non aver ancora aveva finito il suo lavoro con Transformers e di avere ancora qualcosa da dire nella serie.”
Il discorso di di Bonaventura offre un’occasione troppo ghiotta per non approfittarne, e gli chiediamo allora subito un commento sulle voci circolate nelle ultime ore che vorrebbero Steven Spielberg e non più Bay al timone di un quarto capitolo già in cantiere. Ma il produttore risponde smentendo categoricamente, senza nemmeno attendere la traduzione della domanda, lasciando così intuire che il nome italiano ha lasciato qualche eredità. “Non ne so nulla, è un rumor di cui ho sentito parlare solo oggi. In più Steven non farebbe mai una cosa del genere, non pesterebbe mai i piedi a Michael senza prima aspettare un suo abbandono ufficiale.”

Dopo aver riconosciuto (un po' a sorpresa) l’importanza della scrittura, anche in un blockbuster ad alto tasso di effetti speciali come Transformers 3, di Bonaventura parla con grande entusiasmo della tecnica, della nuova sfida rappresentata dall’utilizzo del 3D: “È stato molto diverso girare in 3D rispetto a quel che è stato fatto finora nella serie. Abbiamo scoperto di poter fare molto di più di quello che la gente diceva potevamo, ma abbiamo avuto anche molte limitazioni. È un discorso prevalentemente registico. Inizialmente Michael Bay non aveva fatto mistero della sua ritrosia nei confronti di questa nuova tecnologia, e ci sono state delle polemiche. Dopo aver visto Avatar, volevamo capire come poter usare il 3D in un film come il nostro, e abbiamo quindi fatto numerosi esperimenti, soprattutto per vedere quali potevano essere le limitazioni che l’uso del 3D poteva apportare allo stile di Michael. Una volta capito quello, si siamo poi concentrati invece sull’esplorazione delle potenzialità aggiuntive. Una delle cose principali, comunque, è il lavoro da fare sulle proporzioni e sull’utilizzo della profondità di campo.”

Per di Bonaventura, una volta convinto il suo regista delle potenzialità del mezzo, è stato fondamentale avere dalla Paramount la garanzia del supporto economico necessario per lavorare nel migliore dei modi: “Volevamo finalmente proporre un 3D che la gente potesse amare, che non lasciasse delusi come nella maggioranza degli altri casi: altrimenti non avrebbe avuto senso farlo.”
Ma allora, chiediamo a di Bonaventura, questo 3D avrà un futuro o no? La risposta del produttore è senza incertezze, non si sa se per ragioni pubblicitarie o per convinzione personale: “Se lo utilizzemo bene e per fare film in abbastanza buoni sì, altrimenti no.”

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