Interviste Cinema

Il Principe di Roma: Marco Giallini e i fantasmi della città eterna alla Festa del Cinema di Roma

Si intitola Il Principe di Roma il nuovo lungometraggio di Edoardo Falcone, che torna a lavorare con Marco Giallini affidandogli la parte di un simil Scrooge. Il regista e parte del cast hanno presentato il film alla Festa del Cinema di Roma 2022.

Il Principe di Roma: Marco Giallini e i fantasmi della città eterna alla Festa del Cinema di Roma

Anno 1829, Roma, Italia. Il ricco e avido Bartolomeo desidera più di ogni altra cosa ottenere un titolo nobiliare che gli dia prestigio e trova nel Principe Accoramboni, che invece è uno spiantato, un compagno di malefatte. Sposando sua figlia, Bartolomeo potrà essere principe, mentre Accoramboni non avrà una vecchiaia segnata dalla miseria. A raccontare questa storia è Il Principe di Roma, che è il nuovo film di Edoardo Falcone. Protagonista è Marco Giallini, che si imbatte in tre fantasmi (uno legato al suo presente, uno al passato, uno al futuro) che lo aiuteranno a riconsiderare alcune sue posizioni. Ovviamente la fonte di ispirazione di questi spettri è "Canto di Natale" di Charles Dickens, che ha permesso al regista di parlare di altre cose, alcune legate al nostro tempo, altre universali.

Il Principe di Roma arriverà nelle sale il 17 novembre e fa parte della programmazione della Festa del Cinema di Roma 2022. Sono venuti a presentarlo all'Auditorium Marco Giallini, Giuseppe Battiston, Filippo Timi e Denise Tantucci, oltre allo stesso Falcone, che ha parlato dei suoi riferimenti: "Ho un amore non soltanto per il film Nell'anno del Signore, ma anche per Roma e le sue tradizioni, e da sempre volevo fare un film che parlasse di Roma e soprattutto del Papa Re, e naturalmente Luigi Magni è stato un riferimento importante. Cercavo l'occasione giusta. Contemporaneamente non volevo fare semplicemente un film comico, ma continuare a fare ciò che ho fatto negli altri miei film: parlare di temi universali, e quindi mi è venuto in aiuto 'Canto di Natale', che è un libro che ho sempre amato e che in realtà è una storia di un grande cambiamento. Bypassando il discorso del Natale vero e proprio, ho capito che poteva essere interessante collocare questo Scrooge nello stesso periodo storico del racconto di Dickens però a Roma, cambiando completamente i fantasmi del Natale passato, presente e futuro e trasformandoli in tre dei tanti fantasmi che si aggirano ancora oggi per le strade di Roma".

Marco Giallini era in gran forma, orgoglioso di aver lavorato di nuovo con Edoardo Falcone sebbene in un periodo non facile: "È il terzo film che faccio con Edoardo Falcone. Abbiamo girato in un momento molto particolare perché c'era ancora il Covid e vedevo tutte queste mascherine che giravano. Il film mi ha aiutato perché ero solo come un cane. Eravamo io, Battiston, il povero Timi, Andrea Sartoretti e Denise Tantucci. Mi sono divertito, è stata dura perché un film in costume comporta carrozze eccetera, e non è che io sia molto abituato. Non mi sono preparato eccessivamente. Ho letto la sceneggiatura, e poi Falcone sul set fa quello che vuole, di conseguenza si prepara lui e poi mi dice cosa fare. E comunque ho pensato a Magni, a Vittorio Gassmann, a Ugo Tognazzi e così via: li citiamo sempre, speriamo che fra 40 anni ci citeranno a noi quando la guerra sarà finita".

I tre spettri del film non sono dunque il fantasma del Natale passato, del Natale presente e del Natale futuro ma Beatrice Cenci, Giordano Bruno e Papa Borgia. A interpretarli sono rispettivamente Denise Tantucci, Filippo Timi e Giuseppe Battiston, ai quali qualcuno ha domandato chi, nel nostro tempo, dovrebbe ricevere la visita di uno spirito.

"Ho in mente una risposta troppo cattiva" - ha risposto Battiston - "ma facciamo così: vorrei che apparisse a me, oppure a tutti quelli che non sono andati a votare".

"Anche io avrei delle risposte troppo cattive da dare" - ha detto la Tantucci - "quindi diciamo che sarebbe buono che apparisse a tutti quanti per ricordarci come mai abbiamo certi difetti e certi i pregi, e penso che guardare al nostro passato faccia bene un po’ a chiunque. Ci tengo a dire che è stato molto divertente interpretare un fantasma. Io l'avrei fatto in modo molto più malinconico, e invece Edoardo ha una chiave ironica che a me manca totalmente e che era giusta per il film".

"Io vorrei apparire tutte le notti a Marco" - ha spiegato Timi. "Marco non ha ben capito quanto amore riesca a suscitare. È davvero come recitare con Maradona, è bello perché ti tira dei colpi, delle battute che non ti aspetti. È concreto e va dritto alle cose, è di celluloide, quindi vorrei apparirgli per dire: 'Ti amo tanto”.

Poi Filippo Timi ha fatto un commento sul romanesco che viene parlato nel film da tutti i personaggi e dal quale si capisce il grande lavoro fatto dal regista, anche autore della sceneggiatura con Paolo Costella: "Edoardo era attentissimo al testo, e questo è importante perché ti fa capire che, per essere selvaggi, è necessaria una musicalità. Io mi accorgo che, se balbetto durante una scena, o è perché non ho capito bene la scena, oppure perché da qualche parte forse è scritta male. Sul set de Il Principe di Roma non ho mai balbettato".

Tornando a Battiston, quando è stato scelto dal regista, non si aspettava che il suo ruolo avrebbe comportato sia vantaggi che svantaggi: "Per me si sono avverati nello stesso tempo un sogno e un incubo. Il sogno era quello di fare il papa, perché da bambino sognavo di fare il papa, perché ammiravo molto un parroco della mia città. L'incubo è stato quello di tagliarmi la barba. Secondo mia moglie perdo molti anni senza barba, ma anche parecchi neuroni".

I giornalisti della sala delle conferenze stampa della Festa del Cinema di Roma hanno manifestato a più riprese il loro gradimento per la performance di Marco Giallini, amatissimo anche dal pubblico. Una persona ha chiesto all'attore quale sia secondo lui il suo più grande pregio. Giallini risponde così: "Posso essere retorico? Il cuore, l'umanità, tanto che mi dicono: 'A Gialli', ma sei rimasto lo stesso?'. Sono gli altri che non mi vedono uguale. Qui nel cinema sono tutte corazze e io qualche volta credo che sia un difetto".

Del cast de Il Principe di Roma, distribuito da Lucky Red, fanno parte anche Andrea Sartoretti, Giulia Bevilacqua, Sergio Rubini, Antonio Bannò, Liliana Bottone e Massimo De Lorenzo. Il soggetto è di Edoardo Falcone e Marco Martani.

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