Il Libro della Giungla presentato a Roma dai doppiatori italiani
Toni Servillo, Neri Marcorè, Giovanna Mezzogiorno, Violante Placido e Giancarlo Magalli parlano della loro esperienza.

Il libro della giungla, rilettura del classico Disney e dell'originale materiale di Kipling, in uscita il 14 aprile, è stato presentato a Roma dai suoi doppiatori: Toni Servillo, Neri Marcorè, Giovanna Mezzogiorno, Violante Placido e Giancarlo Magalli.
Toni, voce della pantera Baghera, conferma come gli altri di avere avuto un lungo rapporto affettivo con la Disney, "prima come figlio poi come papà". Il suo cartoon Disney preferito era La spada nella roccia ("Era Disney? Non vorrei fare gaffes!"). Chiamato a sostituire il Ben Kingsley originale, che adotta un accento inglese diverso da quello americano degli altri personaggi, ha cercato di recuperare in italiano la stessa nobiltà, quella "del maestro che tutti vorrebbero avere e che ti indica la strada". Nessun problema per lui nell'adattarsi al doppiaggio (che ha peraltro già frequentato in Il piccolo principe): "come attore, anche dal vivo, devi comunque sempre farti perdere di vista". Ironica la sua risposta sulla rivoluzione rappresentata dalla performance capture, se si presterebbe a una performance di quel tipo: "Non penso che vivrò mai abbastanza a lungo per una cosa del genere, non mi pongo proprio il problema: lo dico senza voler essere snob, reciterò sempre in carne e ossa." ("Ci salverà il teatro", scherza Marcorè).
Giovanna Mezzogiorno, voce del serpente Kaa ("ha la complessità di chi seduce", con una voce modulata su un "realismo distorto"), ammette una predilezione per Le avventure di Bianca e Bernie e nota le differenze non solo tra questa versione e la precedente del Libro della Giungla, ma anche le differenze nella percezione che hanno i bambini di queste opere (basandosi sull'esperienza con i suoi figli): tendenzialmente si annoiano davanti all'animazione classica di decenni fa, abituati a ritmi sempre più estremi. Sono due mondi diversi. E' entusiasta comunque di aver potuto finalmente cimentarsi col doppiaggio, dopo alcuni provini che non ebbero esiti positivi diversi anni fa: è una sfida, senza gli appoggi naturali del corpo e della mimica.
Neri Marcorè, figli o meno, confessa di aver scoperto i classici Disney solo dopo i vent'anni ("Ma ho imparato a leggere con Topolino!") e che è rimasto piuttosto deluso quando gli hanno proposto la voce del nuovo Baloo, perché il suo cartoon preferito rimarrà per sempre Robin Hood: "Ho domandato: ma non si può cambiare?" La sua militanza col doppiaggio ad ogni modo è pluriennale, a partire dai suoi inizi in sala con l'incoraggiamento di Michele Gammino, tanto che ha persino suggerito qualche cambiamento nelle parole di "Lo stretto indispensabile" per adattarsi meglio ai movimenti labiali di Baloo. La sfida più grande per lui in questo caso non è tanto la tecnica in sè, quanto la necessità di trovare un equilibrio tra il realismo dell'atmosfera e l'interpretazione appunto di un animale parlante. Ricollegandosi al discorso di Giovanna, spezza una lancia a favore della lettura, che per lui è il vero antidoto all'accelerazione percettiva odierna che subiscono i più piccoli: "la lettura dovrebbe arrivare anche prima del cinema."
Violante Placido, voce della lupa Raksha, mamma adottiva di Mowgli, amava il Libro della Giungla, ma forse meno degli Aristogatti. Si è immedesimata proprio nell'interazione con gli animali, per lei magica sin da quando da ragazzina sognava di diventare etologa. In particolare ha sempre amato i lupi, per il loro senso di lealtà al branco. Del nuovo film l'affascina proprio la capacità tecnica di evocare la natura in modo così avanzato e suggestivo: "Non andate allo zoo, andate a vedere il film!"
Giancarlo Magalli, nuovo Re Luigi, ha un'esperienza estesa di cartoon Disney: con due figlie avute a distanza di vent'anni, "ho vissuto il ciclo dei cartoni due volte per intero!" Nel 1997 aveva dato la voce al satiro Filottete in Hercules e ora dà la voce a uno scimmione: "Mi chiedo: scelgono i doppiatori in base alle foto?" Nella nuova versione nota specialmente una maggiore cattiveria di tutti i personaggi, anche se relativa, perché per esempio Shere-Khan vuole morto Mowgli perché ha subito violenza dall'uomo. Magalli ritiene il doppiaggio straniero più impegnativo della registrazione originale: i doppiatori inglesi sono infatti liberi di recitare come vogliono, perché l'animazione viene costruita sulle loro voci. "A noi tocca invece indossare un vestito cucito per qualcun altro!" Scatenato, Giancarlo si lascia andare a una riflessione, ricordando la scena in cui gli animali sanno di non dover attaccarsi davanti all'ultima pozza d'acqua in un momento di siccità, e quindi di estrema difficoltà: "Io quella scena la farei proiettare a Palazzo Chigi!"