“Il divorzio, stare insieme in un’altra forma”: Scarlett Johansson, Adam Driver e Noah Baumbach su Marriage Story
In concorso stasera al Festival di Venezia e da dicembre su Netflix.

Il gigante buono e la bionda dal capello corto e il look sbarazzino da marinaretta. Molta attenzione oggi a Venezia per il metro e novanta, ma l’ansia dei fan, di Adam Driver e il ritorno al cinema, senza super poteri o tutina, di Scarlett Johansson. I due, nei panni di Nicole e Charlie, sono i protagonisti della storia di un amore che finisce, con conseguente complesso divorzio, in Marriage Story, nuovo film di Noah Baumbach, ormai re incontrastato del cinema indie newyorkese che diventa sempre più mainstream. Erede riconosciuto di Woody Allen, questa volta si è ispirato alla storia del suo divorzio dall’attrice Jennifer Jason Leigh, in un film che sarà su Netflix dal 6 dicembre, dopo un giro per le sale cinematografiche.
“Viene certamente da un’esperienza personale”, ha dichiarato Baumbach, incontrando la stampa italiana. “I miei genitori hanno divorziato quando ero adolescente, cosa che è poi successa a me. Ho pensato, però, di discutere con gli attori, ma anche con amici e collaboratori, mediatori legali, giudici, prima di scrivere una sceneggiatura, visto il soggetto così ampio e complesso. Costruendo la storia sentivo i loro pareri e mi rendevo conto come si espandeva sempre di più, alla ricerca delle dinamiche che portano una famiglia a dividersi, a stare insieme in un’altra forma. Mi è sembrato un insieme di generi diversi, dal thriller procedurale alla screwball comedy, ma soprattutto una storia d’amore”.
Una vicenda realistica, in cui molti possono ritrovarsi, come ha raccontato Scarlett Johansson, che ha all’attivo già due divorzi a 35 anni. “La storia è legata alle circostanze tipiche in cui si raggiunge il punto di rottura e bisogna iniziare a fare delle scelte per se stessi. Sono le reazioni che si mettono in atto quanto finisce un amore, quando conosci a perfezione la persona che ti trovi ad avere di fronte in tribunale. Un confronto che affronti sapendo bene che c’è qualcuno importante dall’altra parte, per cui ogni decisione diventa dolorosa e commovente. Tra loro c’era e rimane ancora un profondo amore, è questo a rendere significativo e credibile il difficile viaggio che compiono insieme in Marriage Story. Scoprono nei fatti come alla fine il tempo possa curare le ferite, avendo sempre chiaro come la priorità rimanga il loro figlio, la sua felicità”.
Le parole in pubblico e gli incontri con i giornalisti non sono certo la specialità di Adam Driver, la cui carriera è decollata da quando è venuto a Venezia per la prima volta, nel 2014, per Hungry Hearts di Saverio Costanzo. Timido e un po’ impacciato, come magistralmente dimostra anche nel film, ha raccontato la fase di preparazione. “Abbiamo letto tutte le scene insieme per un paio di settimane, poi parlato nello specifico dei momenti più complessi, come una lunga scena di litigio fra Charlie e Nicole, che abbiamo girato nel corso di due giorni. Avevamo tempo, quindi, e devo dire che mentre la giravo avevo in testa gli aspetti concreti, come non superare i segni per terra. Spesso quando inizi un film ci sono delle sequenze che segni in rosso, a cui magari pensi da subito anche se mancano due settimane, anche se spesso finiscono per passare senza troppi problemi. Qui ogni giorno c’era una scena chiave, il che è un grande complimento per la scrittura di Noah.”
Proprio il regista, ha tenuto a sottolineare come per i due, fin dall’inizio del film, la separazione sia “scioccante, si trovano in una situazione in cui devono mantenere l’umanità e ricostruirla, visto che gli è stata strappata via. L’idea di una divisione va oltre il divorzio, rimanda a qualcosa di romantico insito in due persone che cercano un compromesso per la salvezza del figlio e per la sua felicità, ma anche per quella collettiva della famiglia che nel frattempo è diventata qualcosa di diverso. Cercano la loro voce, ma il sistema, gli avvocati e i giudici, gliela tolgono. Charlie cerca di recuperare per tutto il tempo, mi sembrava una bella storia che raccontava lo spirito umano alle prese con condizioni impossibili, soffermandosi su piccoli gesti, come poche parole sussurrate all'orecchio o allacciare una scarpa all’altro”.
Appuntamento al 6 dicembre, sulla piattaforma di Netflix, e prima in qualche sala, per Marriage Story.