Il diritto d’amare con leggerezza: incontro con i protagonisti della commedia Puoi baciare lo sposo
Unioni civili e diritto all'amore in chiave comica nel film di Alessandro Genovesi.
“So’ tutti quanti bravi a fare i gay a Berlino”. Questa battuta, una delle più riuscite del film, ci introduce nella vita di due fidanzati italiani, aspiranti attori a Berlino: uno si chiama Antonio e non riesce mai a dire ti amo a Paolo, più pronto a esternare i suoi sentimenti. Ma un giorno, appena prima di tornare per le vacanze di Pasqua nel paesello natio del centro Italia, Antonio si fa forza e chiede a Paolo di sposarlo. Il problema è dirlo ai genitori, sconfiggendo le interferenze di una ex fidanzata che non si rassegna all’omosessualità di Antonio, e dei due coinquilini, che si portano indietro fino in Italia.
Alessandro Genovesi torna al cinema a tre anni da Ma che bella sorpresa con Puoi baciare lo sposo, una storia che prende spunto dalla realtà, e in particolare dalle faticose battaglie per i diritti delle persone LGBT, culminate con la storica, seppur imperfetta, legge sulle unioni civili. Il tutto in chiave di commedia, ma non di farsa. Protagonisti due volti nuovi, almeno per la nostra commedia incancrenita sempre negli stessi nomi: Cristiano Caccamo e Salvatore Esposito, direttamente dalla serie televisiva Gomorra. Insieme a loro due attrici convincenti come Beatrice Arnera, ex ai limiti della follia, e soprattutto Diana Del Bufalo, soavemente sciroccata coinquilina dei due prossimi sposi, vera sorpresa comica del film. Nel cast anche Dino Abbrescia, nuovo coinquilino in crisi d’identità, il prete molto moderno Antonio Catania e i genitori, Monica Guerritore e Diego Abatantuono.
Erano tutti presenti nella ormai consueta conferenza stampa di presentazione che somiglia più a una carrellata fra la dozzina di protagonisti sul palco, a cui i giornalisti assistono. Apre le danze Genovesi, che ha sottolineato una sua volontà nell’affrontare il film: “Visto l’argomento tenevo molto al fatto che nessuno venisse rappresentato in maniera sbagliata, anche se facevamo un film, non una proposta di legge, raccontando una storia in chiave di commedia. Il clima generale leggero può aiutare a trattare un argomento del genere, sempre però con una cura particolare, una recitazione non parodistica o farsesca, alla ricerca di un naturalismo aiutato dall’uso di molta macchina a mano. Di solito nella commedia si usa poco, inseguendo la rappresentazione di quello che succede, piuttosto che entrarci dentro. Con paragoni anche forti, come il teorema del babbuino, per cui si dice che va bene che un vicino ce l’abbia, basta che non arrivi a casa mia. La leggerezza, e la risata, hanno la capacità di aprire, ci rendono più propensi ad accogliere, mentre se la storia è molto drammatica fin dall’inizio la tendenza è quella alla chiusura”.
Si parla anche di religione nel film, con un prete disposto a sposarli, aperto come “la Chiesa di oggi con un leader come Papa Francesco”, tanto che Antonio torna a casa anche per riprendere la sua abitudine di interpretare Gesù nella Via Crucis. I due protagonisti hanno avuto parole molto dolci per Genovesi, con Salvatore Esposito che ha insistito sulla sua “voglia di scegliere ruoli diversi, naturalmente senza rinnegare quanto fatto in passato”, riferendosi ovviamente alla serie Gomorra. La bella sorpresa comica Diana Del Bufalo, che mette in scena anche le sue qualità canore, si identifica “nell’esuberanza del personaggio, che mi appartiene assolutamente, credo il regista me l’abbia cucito addosso, anche se ora potrebbe essere difficile scucirlo. Non ha paura di trasgredire, è eterea, dolce”. Questo prima di un buffo scambio di battute con Diego Abatantuono, sempre pronto a prendere in giro i suoi compagni di set.
“Il padre, il mio personaggio,” ha quindi dichiarato il comico milanese, “rappresenta un personaggio apparentemente solido ed evoluto, un progressista, che ai sgretola però quando deve dimostrarsi tollerante nel suo privato, con un figlio che gli porta a casa il futuro marito. È ottuso come gli uomini, che si portano dentro millenni di ottusità. Il cinema si divide in film belli o brutti, a prescindere dal genere, e penso che una commedia sia più efficace nell’affrontare una tematica così importante. Basti pensare alla tradizione della commedia all’italiana, come La grande guerra, molto più efficace di tanti drammi sull’argomento. È un film al limite del grottesco, e sono contento, perché penso che siamo riusciti a rimanere realisti”.
Puoi baciare lo sposo uscirà il 1 marzo in oltre 400 copie, distribuito da Medusa Film.