Interviste Cinema

"I sentimenti e le paure dietro l'uomo politico": Paolo Sorrentino parla di Loro 2

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Uno sguardo all’insegna della tenerezza sull’amore e sulle paure.

"I sentimenti e le paure dietro l'uomo politico": Paolo Sorrentino parla di Loro 2

Loro 1, il primo capitolo del dittico sorrentiniano, sta percorrendo la sua strada in sala, con 2,3 milioni di incasso in otto giorni e un calo rispetto a Youth e La grande bellezza. Occasione per incontrare la stampa, nel mezzo del cammino, per parlare anche di Loro 2, in uscita dal 10 maggio, che la stampa stamattina ha avuto occasione di vedere. Un incontro molto affollato, con un’elettricità nell’aria da grande occasione, presente anche la stampa estera, situazione certo non usuale. Abbronzato e in piena forma, Sorrentino ha subito tenuto a prendere le distanze dal gioco dei nomi scatenatosi dopo l’uscito del primo film. 

“Mi sembra un gioco da rotocalco che non ha senso; ci sono personaggi reali con i loro nomi, se non vengono citati è perché non sono quelli che leggo in giro: Bentivoglio non è Sandro Bondi, anche se scrive poesie, come la metà delle persone, almeno segretamente; non è Sabina Began, il personaggio interpretato da Kasia Smutniak. Ci tengo a dirlo, perché non si scherza se vengono chiamate in causa persone reali quando non ne avevo intenzione. Ho lasciato spazio a qualche personaggio non esistente per poter essere libero di inventare”.

L’ironia feroce del regista napoletano colpisce meno del solito le domande spesso discutibili che giungono dalla platea, sembra allineato alla ‘tenerezza’ con cui dice di aver osservato i suoi protagonisti. Si diverte solo a pungere chi gli dice di non aver capito la prima scena di Loro 1, con una pecora alle prese con l’aria condizionata, a colpi di ‘è un problema suo’, o a rimandare al mittente il rischio di fare un cinema ‘alla Sorrentino’. “È un mio film, quindi non può che essere un film alla Sorrentino, può stufare, è legittimo, ma ‘è piuttosto difficile uscire da se stessi’, come viene detto in Loro. Raccontare di un personaggio reale limita la libertà creativa, per tante ragioni, mentre inventare di un papa che non esisterà mai permetteva di spaziare a piacere, entro una cornice di verosimiglianza.”

Come mai proprio oggi un film su Berlusconi, negli anni dal 2006 al 2010, in cui cadde il suo governo e preparò la rivincita nell’isolamento della sua villa sarda? “Non volevo fare un film ideologico o schierato, il dibattito su berlusconismo e anti berlusconismo arriverebbe fuori tempo massimo. Volevo emergessero i sentimenti dietro l’uomo politico e certi personaggi intorno a lui, non è né un attacco né una difesa. È vero che Veronica Lario rappresenta in qualche modo la controparte, è lei a fare molte delle domande che i detrattori vorrebbero porgli, ma non significa che io sia d’accordo con lei o lui. Dietro ai sentimenti ci sono le paure, come quella della pecorella per l’aria condizionata, ci sono tante forme di paure nei film, anche nei giovani. Berlusconi stesso ha paura d’invecchiare, aleggia poi il timore della morte, anche nei ragazzi di vent’anni. In questo risiede, per me, l’attualità del film, non nei fatti, che sono storici. Come ogni volta in cui sono i sentimenti a essere messi in gioco, con grande vitalismo, la delusione poi è ineluttabile.”

In questa solitudine dove sta il punto di vista della macchina da presa di Sorrentino? “Lo sguardo sta nel tono adoperato, all’insegna di una parola per fortuna recentemente molto usata: tenerezza. Un film, come un libro, deve innanzitutto rappresentare l'ultimo avamposto della comprensione di qualcosa; non solo bisogna capire, ma anche proprio essere comprensivi, a costo di correre il rischio di essere criticati per questo, o male interpretati. Anche quando  persone lenon ci piacciono o sono moralmente discutibili. Il punto di partenza, comunque, è stata la storia d’amore di una coppia; anche se poi il film prende altre direzioni sembrava, al cosceneggiatore Umberto Contarello e me, il modo più efficace, e forse inedito, di trovare una chiave d’accesso. Uno sguardo nei dolori e nelle paure, in cui non ci sono vinti né vincitori, né si può condannare chi si trova in difficoltà, specchio dell’universo in cui viviamo”.

Pur presenti tutti sul palco - alla fine si contavano quindici sedie - gli altri interpreti hanno avuto poco spazio per raccontare la loro esperienza, situazione non inusuale quando si parla di un film diretto da un autore dell’importanza e del carisma di Paolo Sorrentino. Presto li ascolteremo a parte, in video, per ora vi riportiamo il commento di un collaboratore fedele del regista come Toni Servillo. “Ho avuto la fortuna di fare Il divo, dove già dovevo mettere a confronto, l’uno con l’altro, il personaggio reale con il politico. Andreotti si muoveva negli ambienti della politica con introversione, alimentava il suo segreto, mentre Berlusconi è completamente diverso, è un divo estroverso che si pone al centro della scena quasi come un personaggio cinematografico. Quando ho letto in sceneggiatura della scena in cui Berlusconi dialoga con Ennio Doris, tutti e due interpretati da me, mi sono reso conto come ci si allontanava dalla cronaca per raccontarla col linguaggio del cinema. Ho trovato molto interessante farlo con una forte distanza dai luoghi della politica, in questo Eden sardo in cui si trova in uno stato quasi di pura sopravvivenza che quasi si alimenta del potere, aspettando il momento per rientrare in scena."

Particolarmente applaudita, con ragione, l’interpretazione di Elena Sofia Ricci nei panni di Veronica Lario. “Faccio fatica a parlare del personaggio reale”, ha dichiarato, “perché nella sceneggiatura ho letto cose riferibili a lei, ma che riguardano tutte noi donne che abbiamo vissuto la fine di un amore importante, la paura di invecchiare o la difesa della propria dignità. Sono sentimenti che toccano una donna di 56 anni come me.”

Loro 2 uscirà il 10 maggio, mentre è già nelle sale da una settimana il primo capitolo.

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