I due volti di Eleanor Rigby: la nostra intervista a Jessica Chastain
Abbiamo incontrato l'attrice in occasione dello scorso Festival di Toronto

Incontriamo Jessica Chastain al Festival di Toronto, in un magnifico abito giallo che con la sua capigliatura rosso fuoco si sposa alla perfezione. Siamo appena usciti dalla doppia proiezione di The Disappearance of Eleanor Rigby (Him e Her), film che l'attrice è venuta a presentare qui in Canada. Poterla intervistare subito dopo aver visto uno dei film più toccanti della kermesse è sinceramente emozionante. L’uscita italiana del film, in un’unica versione dal titolo The Disappearance of Eleanor Rigby - Them, è prevista per il mese di febbraio 2015.
Questo è senza dubbio uno dei film più personali che ha girato. Come è arrivata al ruolo di Eleanore?
E’ un film che ha radici lontane ed è particolarmente importante per me a livello emotivo, perché l’ho realizzato con persone che amo. Io e Jesse Wexler ad esempio siamo andate alla Julliard insieme, eravamo compagne di stanza, ci dividevamo tutti i segreti e parlavamo di ragazzi. Dieci anni fa vidi un cortometraggio di Ned Benson e rimasi folgorata dalla sua sensibilità, dalla capacità di raccontare personaggi veri e psicologie accurate. Così ho voluto conoscerlo, poi tra noi è nato qualcosa, siamo stati insieme per un po’ di tempo. Insomma, poter fare un film con le stesse persone con cui condividevi sogni e passioni da giovane è qualcosa di davvero speciale.
Come ha lavorato con Ned Benson alla creazione di questo personaggio?
Ned è un grande sceneggiatore, ha definito la figura di Eleanor con tale intensità che è impossibile non rimanerne conquistati. Ne abbiamo discusso molto, magari di fronte a qualche birra, e ogni volta venivano fuori dei particolari di lei che continuavano a renderla più vera. La sua scomparsa è volontaria, è lei che in un certo momento della sua vita vuole eclissarsi. Si taglia i capelli, inizia a indossare occhiali grandi e scuri, tenta di diventare un’altra donna. All’inizio non sappiamo il perché, rimaniamo affascinati da questa figura femminile. Magari inconsciamente parteggiamo pure per il suo ex-marito Conor. Però man mano che iniziamo a conoscere il suo mondo interiore arriviamo al cuore del film. A me leggendo la storia è capitata la stessa cosa.
Oltre a lei nel lungometraggio ci sono anche altri grandi attori…
Siamo stati tutti entusiasti quando Isabelle Huppert e William Hurt hanno accettato di lavorare con noi a un film così piccolo e indipendente. La gentilezza e l’eleganza dei suoi genitori raccontano molto di Eleanor e delle sue radici. La famiglia per lei è molto importante, la sostiene nel momento di maggiore difficoltà. Con Viola Davis ho lavorato a delle scene bellissime, ci eravamo già incrociate per pochissimo tempo in The Help, è un attrice formidabile, così come lo sono Nina Arianda e Bill Hader, anche se con loro in questo film ho interagito pochissimo, essendo stati impegnati nella storia di Conor. E poi ovviamente c’è James McAvoy. Vorrei sempre recitare accanto a un attore misurato e comprensivo come lui…
Come descriverebbe la figura che ha impersonato in questo film?
Eleanor è una donna arrabbiata che non sa come sfogare la sua frustrazione. La sua insicurezza porta nel film anche momenti divertenti, ma soprattutto una grande verità nella descrizione dei sentimenti.
Da cosa è dipesa l’idea di due film distinti per raccontare una sola storia?
Era l’unico per raccontare le differenti reazioni di un uomo e una donna di fronte a una separazione. La cosa interessante è che Eleanor nei film è due persone completamente diverse, perché in quello dedicato a lei cerca di trovare la strada per arrivare davvero a essere se stessa, mentre nel film dedicato a Conor rappresenta la percezione che suo marito ha di lei. Vista con gli occhi di un uomo ferito e innamorato lei sembra una donna fredda, distante, che non accetta l’amore che le viene dato.
The Disappearance of Eleanor Rigby è un film profondamente newyorkese…
E’ vero, l’abbiamo girato in fretta tra East Village e Lower East Side, è praticamente tutto ambientato in questi due quartieri. Abbiamo sentito l’influenza della città, del suo essere così caotica e insieme piena di vita, un posto dove puoi perderti ed essere solo in mezzo a milioni di persone. E’ questo che in un certo senso serviva ad Eleanor per ritrovarsi…