"Gli 800 pugni": Liev Schreiber pugile per The Bleeder al fianco di Naomi Watts
La coppia riunita per The Bleeder presentato a Venezia.

Liev Schreiber non scherza quando cerca il realismo. Lo dimostrano i tanti pugni, secondo il suo regista 800, incassati realmente per interpretare il pugile del New Jersey Chuck Wepner, che nella sua carriera non diventò un vero campione, ma se la vide con il mitico Mohammed Alì per il titolo mondiale, restando in piedi per 15 round, meno 18 secondi. Una storia periferica, di gloria e caduta, che ha ispirato il Rocky Balboa di Stallone, voluta da Schreiber, amante del pugilato, che da produttore ha scelto il regista canadese Philippe Falardeau (Monsieur Lazhar) e la moglie Naomi Watts nel ruolo della seconda moglie del pugile.
Erano tutti presenti in conferenza stampa per raccontare The Bleeder, presentato fuori concorso alla 73° Mostra del cinema di Venezia. “Come attore capisco cosa voglia dire rischiare che il narcisismo rovini la vita, che il bisogno di essere amati diventi nocivo. Se credi che la fama sia tutto nella vita, l’unica cosa che la connota, allora sarai destinato a una vita incredibilmente solitaria. Non volevo fare un film sulla boxe, ma raccontare un personaggio pieno di umanità e senso dell’umorismo, aperto alle conseguenze dei propri errori, pronto a prendere rischi e finire con un capitombolo, dando una lezione profonda sull’amore. Cercavo un tocco delicato che Philippe Falardeau aveva dimostrato in Monsieur Lazhar, di cui sono un grande fan. Quando verso metà delle riprese siamo usciti e ci siamo ubriacati l’ho visto ballare, e ho capito che avevo fatto la scelta giusta”.
In The Bleeder Naomi Watts arriva solo nella seconda parte, nel ruolo della donna che senza subire troppo il fascino del famoso pugile diventa poi la sua compagna di vita, la seconda moglie. “Ho interpretato altri ruoli simili - ha dichiarato l’attrice australiana - ma di lei ho amato la saggezza raggiunta, la consapevolezza, la forza. Il fatto che sia un piccolo ruolo, o meglio che siano poche le scene in cui è presente - perché non esistono piccoli ruoli - credo che abbia aiutato, visto che io e Liev siamo una coppia anche nella vita e talvolta è una dinamica che può distrarre. Ho incontrato la vera Linda nel corso di una serata molto piacevole. La prima cosa su cui abbiamo lavorato è stata la voce, poi sulla sua fisicità, sui vesiti, il modo di muoversi e camminare. Ho anche avuto l’idea di imbottire un po’ il seno. Insomma, una bella boccata d’aria fresca dopo aver interpretato molte donne disperate, urlanti, che piangono e sono sull’orlo di un esaurimento nervoso. Più di trent’anni dopo Chuck e Linda stanno ancora insieme”.