Ghostbusters: regista e cast ci parlano del film e delle polemiche che ha provocato
Il nostro incontro a Londra con Paul Feig, Melissa McCarthy, Kristen Wiig, Kate McKinnon, Leslie Jones.
Uscirà nelle sale italiane il 28 luglio ma Ghostbusters ha già creato ondate di reazioni che vanno dalla misoginia più efferata a quella di lesa maestà, almeno, per ora, in rete.
Sarà per il reboot della pellicola originale, uscita ormai 30 anni fa, o per il cast tutto al femminile? Di questo e molto altro abbiamo parlato con le protagoniste del film, Melissa McCarthy, Kristen Wiig, Kate McKinnon, Leslie Jones, e il regista del film, Paul Feig.
Iniziamo proprio da quest'ultimo:
Secondo lei le reazioni più negative sono arrivate per il cast al femminile o per aver osato toccare il Ghostbusters originale?
"Ci sono state ondate molto diverse, mi ricordo il mio primo tweet su un possibile reboot del film, e la prima ondata di reazioni il primo giorno fu incredibilmente positiva. C'era un'eccitazione palpabile, la gente era veramente impazzita. La seconda ondata, invece, definirla misogina sarebbe poco: commenti al vetriolo, molto cattivi, e questo veramente non me l'aspettavo. Poi venne la terza ondata di commenti, quelli veramente furiosi solo perché rifacevamo un classico, e questa a mio avviso è stata la reazione più legittima; se non fossi stato io a fare il film avrei probabilmente avuto la stessa reazione. Poi la stessa stampa riportò dichiarazioni che io non ho mai fatto, scrivendo che tutti i commenti negativi venivano da persone misogine.
Penso che la rete sia composta da una piccolissima frazione di persone, che però hanno risonanza e riescono a trasmettere velocemente poche informazioni ma ad alta voce e purtroppo la stampa a volte gli fa da eco.
Era importante per lei riuscire a mettere insieme il cast originale per i cammei?:
"Be', innanzitutto per me è stata una delle condizioni, non si può rifare un film e non vedere nessuno del cast originale. Anche se non fossi stato io a farlo, ripeto, mi sarei aspettato lo stesso da altri registi. A me personalmente avrebbe fatto molta tristezza e penso anche al pubblico. Ma volevo vederli in azione in momenti diversi, e cosi è cominciata questa avventura, personalmente sarei stato molto nervoso se nessuno avesse accettato, ma per fortuna Ivan (Reitman) è riuscito a richiamare tutti, compreso Bill Murray, che è notoriamente difficile da contattare. Bill si è rivelato invece il nostro più strenuo sostenitore, fin dall'inizio e specialmente nei confronti l’idea di un cast al femminile. Ma non è stato facile, non ci siamo quasi mai parlati, non rispondeva ai messaggi; per fortuna conosco persone che lo conoscono, a cominciare da Melissa, con la quale ha lavorato in Saint Vincent, quindi mi sentivo abbastanza sicuro, ma insomma, la variabile indipendente esisteva eccome, addirittura la settimana prima di cominciare a girare non l’avevo ancora sentito e la produzione cominciava ad innervosirsi, ma non potevo permettermi un altro attore in stand by, visto che volevamo un nome speciale per quel ruolo comunque, ma alla fine si è presentato sul set e abbiamo tirato tutti un sospiro di sollievo."
A proposito del cast:
"Dovevo creare la mia squadra del cuore", continua Paul Feig, "e volevo quelli più bravi e divertenti, ecco perché lavoro con Melissa, anche se, specialmente all'inizio, non sapevo nemmeno quale ruolo avrebbe fatto. Stavamo scrivendo una storia fantastica con nessuno ancora in mente per un ruolo specifico.
Ma più il processo di scrittura andava avanti e più cominciavano a formarsi le facce nella mia mente.
Stavo montando Spy, e il personaggio di Melissa stava prendendo sempre più forma anche se all'inizio l'avevamo pensata per il ruolo di Leslie visto che è una parte troppo divertente. Anche se lavoro spesso con il solito gruppo di persone, cerco di rimanere sempre molto aperto e di non scrivere mai personaggi pensando già a loro.
Le prossime domande sono per Melissa McCarthy e Kristen Wiig, che interpretano le due scienziate del soprannaturale e cominciamo con la più ovvia, e cioè quali sono i ricordi personali sul primo Ghostbusters.
"L'abbiamo adorato!", esordiscono quasi all'unisono, "Io ero una ragazzina", continua Melissa, "e tornai a rivederlo più di una volta, cosa decisamente insolita per me, l'ho amato moltissimo perché per me racchiudeva tutto, era divertente ma anche pauroso e per quell'epoca gli effetti speciali erano belli". "Io mi sono innamorata del cast", aggiunge Kristen, "per me è un classico".
Alcune scene sembrano molto impegnative fisicamente, quanti stunt avete fatto personalmente?
"Ne abbiamo fatti parecchi ma non tutti", aggiunge Kristen, "Qualcuno non ci hanno proprio permesso di farlo, altri non volevamo farli noi. Ci siamo allenate moltissimo comunque. Per la scena di Times Square c'erano 30, 40 stuntmen appesi per aria che ci venivano addosso, per quanto mi riguarda è stato molto intenso".
Era parte dell'idea iniziale che i personaggi fossero socialmente poco inseriti? Dei perdenti?... "Si certo, anche perché è più interessante, quando mettiamo insieme la nostra squadra, c'è sicuramente qualcosa che attrae, specialmente quando poi diventano delle eroine", aggiunge Melissa, "ho sempre amato i film con questi protagonisti, mi ci rispecchio".
Non va giù bene la domanda sul cast al femminile, che "potrebbe quasi sembrare una dichiarazione politica e femminista ad Hollywood, che ne pensate?"
Kristen Wiig ci fissa e chiede di farsela ripetere, poi aggiunge che "no, è solo una commedia".
(Paul Feig invece l'aveva velatamente ammesso)
"È una commedia con delle eroine improbabili, e non dovrebbe essere considerato così strano un film con quattro donne", continua Melissa, "per me è sessista rimarcarlo", aggiunge Kristen, "continuamente sottolineare il fatto che ci siano quattro donne in un film, siamo attori e esseri umani, e nella vita reale quattro donne insieme fanno un mucchio di cose tutto il tempo".
Però a Hollywood tristemente non è proprio la norma...
Melissa non può fare a meno di ammettere che "in effetti i numeri non ci sono, ed è ancora considerato una rarità e forse è proprio questo il problema, bisognerebbe pensarla diversamente, bisognerebbe vederla come una cosa normale. Pensate, quattro donne parlanti in un film, wow che rivoluzione!".