Interviste Cinema

Fantasticherie di un passeggiatore solitario: Paolo Gaudio e la via italiana al fantastico

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Il giovane regista con gli interpreti presenta la sua sorprendente opera prima.

Fantasticherie di un passeggiatore solitario: Paolo Gaudio e la via italiana al fantastico

È stata lunga la strada percorsa dal giovane Paolo Gaudio per arrivare sullo schermo col suo primo lungometraggio, Fantasticherie di un passeggiatore solitario. Dopo alcuni corti animati, questo talentuoso diplomato alla NUCT affronta la sua prova più difficile. Ma siccome siamo in Italia e non in America e tutto si fa per tentativi e in modo artigianale, per realizzare e portare al cinema 90 minuti di film di genere fantastico che mescola live action e varie tecniche animazione a passo uno, intersecando tre piani di racconto, ci sono voluti ben 5 anni. E' la Mediaplex a distribuire dal 26 novembre questo sorprendente debutto, per ora in sole 12 copie che speriamo possano espandersi, augurando a questo film lo stesso successo di un altro prodotto dell'eccellenza artigianale italiana, L'arte della felicità, e che dopo i premi nei vari festival in cui è stato presentato possa trovare un suo pubblico di appassionati ed espandere la sua diffusione. A presentarlo oggi alla stampa alla Casa del cinema di Roma c'erano il regista Paolo Gaudio con gli attori Luca Lionello, Lorenzo Monaco, Angelique Cavallari e Fabrizio Ferracane. Del film vi parleremo più diffusamente in occasione della sua uscita, ma sono molti gli spunti usciti da questo incontro con gli artefici.

Paolo Gaudio racconta da dove nasce questo film: “Da una grande passione per gli effetti speciali e per l’animazione: io sono cresciuto col mito di Ray Harryhausen e di Stan Winston e pensavo fosse quella la mia strada. Poi ho incontrato registi come Tim Burton, Terry Gilliam, Richard Donner, Joe Dante, la Hollywood che lavorava con la fantasia e l’avventura. Dal momento che abitavo a Cosenza il passo non era così breve, ci sono arrivato per voglia e per passione, ho sempre lavorato sul fantastico e sull’animazione, ho diretto dei corti di cui uno, che voleva essere una specie di Roger Rabbit al contrario, con attori in carne e ossa in un contesto da cartoon, è stato un grande fiasco, un risultato drammatico. Il fallimento di quel film da 12 minuti mi ha convinto, non so come, che avrei potuto farne uno da 90! Fondamentale è stato l'incontro con Illusion e Leonardo Cruciano (fondatore di Makinarium e autore anche delle creature di Il racconto dei racconti, ndr), che frequento da quando faceva Rome per la HBO, a Cinecittà, dove io dopo le lezioni andavo in giro per stabilimenti. A lui ho chiesto un demone un po’ old fashion, una bottega fantastica piena di robe assurde, uno scantinato impossibile in cui far lottare uno scrittore con le sue ossessioni. E' stato un viaggio allucinante in post-produzione mentre all’inizio è stato meraviglioso, con la stop motion o con attori come Luca, Lorenzo e Fabrizio che mi ha fatto un vero regalo a partecipare per due giornate”.

Lorenzo Monaco è il giovane protagonista della parte che si svolge in epoca contemporanea: "E' stata un'esperienza fantastica perché io e Paolo ci conosciamo da tantissimo e il genere fantastico mi appassionava e mi appassiona ancora. Con un film del genere devi entrare prima nella mente del regista e poi dar corpo a un personaggho fantastico, ed è la sfida più bella perché non hai limiti. Ero già allenato alle sue belle follie e Theo è stato un personaggio bello, duro, mi sono dovuto reinventare, era un boderline su tutto. Come modello Paolo mi ha detto di rivedere Edward mani di forbice e studiare le sfumature del protagonista. Lui lavora benissimo con gli attori, si fa capire e ti fa capire subito quello che vuole. Sul set poi con un maestro come Luca che mi ha dato molti consigli sono stato fortunato".

Luca Lionello, che interpreta Jean-Jacques Renau, lo scrittore dell''800 autore del libro incompiuto che dà il via alla storia, concorda: "Paolo Gaudio è un regista straordinariamente dotato, con grandissima esperienza anche se se è alla sua opera prima, ci sono registi al cinquantesimo film che non ci ci hanno ancora capito nulla. E’ bizzarro, interessante, divertente. Siamo di fronte a un signore che si occuperà di bel cinema per molti anni".

Angelique Cavallari nel film è la moglie defunta di Lionello, che gli appare in alcune visioni: "E' stata un'esperienza estrema perché mi ha chiesto di interpretare la moglie e la musa di Renau, quindi la dimensione umana che conosciamo, reale, e poi la dimensione fantastica quando lei è diventata un fantasma. Quella parte è stata fatta con una tecnica degli anni '30, con un ventilatore e una luce sopra. C'è anche una dimensione malinconia e nostalgica, è stata una bellissima esperienza".

Fabrizio Ferracane commenta il suo coinvolgimento: “l’ho fatto prima di Anime nere e del film di Calopresti e devo dire che Paolo, ancora prima che un regista, è un ragazzo di una sensibilità unica, avrei fatto anche la comparsa per lui, è piacevole parlarci, sono state due giornate piacevolissime e ho appreso tantissimo in merito a questo tipo di film. Mi sembrava di essere al luna park, sono tornato bambino e molto felice di farlo".

Gaudio risponde sulle proprie ispirazioni cinematografiche e letterarie: "Jan Svankamajer è tra gli autori che ho frequentato maggiormente, sia nei corti in clay che quando è passato alle tecniche miste, live action e stop motion: mi ritrovo nella fantasia sfrenata dei suoi film perché non si pone limiti, affronta temi come la morte, il senso di colpa, il fallimento, la perdita dell'umanità, il mostruoso, con la stessa leggerezza con cui ti fa sorridere e fantasticare. Però la mia è un’attitudine legata a una cultura più pop. In assoluto, Phil Tippett è l’animatore che seguo di più, tutto quello che ha fatto in film come Star Wars, Robocop, Atto di forza, sono piccoli gioielli. Ho studiato filosofia e condividevo con altri studenti la passione per i libri incompiuti, il fatto che non ci sia libero arbitrio per opere che un fruitore considera inviolabili. I molti scrittori citati nel film, Rousseau, Kafka, Nieztsche, Flaubert, Dostojevsky, sono tutti autori di libri incompiuti. Le fantasticherie di Rousseau in particolare è un libro che non mi piaceva, secondo me è il punto più basso di un autore che ci ha regalato cose che dovremmo riscoprire oggi. Il titolo è meraviglioso e la figura del passeggiatore solitario è molto cara anche a Nietztsche, ha a che fare con la riflessione e vorrei che fosse chiaro che quello dei personaggi nel film è un viaggio, non un approdo, che resta anch'esso incompiuto. Non è una destinazione ma un partire, un andare insieme a questi personaggi, attraversare il bosco, fallire con loro, restare a metà.

E dal momento che non di sola filosofia vive l'uomo, da appassionato di cinema di genere Paolo ci dice cosa si aspetta dal nuovo Star Wars: "Spero che ci sia spazio anche per l'artigianato nel cinema di genere. Mi aspetto tante cose belle anche se finora è trapelato pochissimo, mi sembra però che Abrams si sia ricordato della trilogia originale, certo mancherà l’anima di Jim Henson o il modo di animare che Frank Oz aveva per Joda, ma del resto questa trilogia più che alle persone della mia età si rivolge ai nativi digitali. Spero solo che non si abusi del CGI, una tecnica con cui si fanno cose meravigliose come i robottoni di Pacific Rim, che potrei rivedere all'infinito, ma non mi sarebbe dispiaciuto vedere anche creature a passo uno o in animatronica.

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